Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Venezia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (23/387)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (23/387)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Veneto
   li
   levante, o levantere, come lo dicono in luogo, di non molta durata, ma impetuosissimo, cagione di burrasche m mare e di altri danni in terra.
   L'autunno e la primavera sono stagioni nelle quali le pioggie cadono più abbondanti — sovente fin troppo e cagione di gravi inondazioni — nel Veneto. Le nevicate all'inverno non sono molto frequenti, riè troppo copiose nella parte bassa, mentre il contrario succede nella montagna. Sul litorale e nelle isole della laguna il clima è generalmente mite e raramente si arriva a grandi eccessi tanto di caldo che di freddo, l'aria marina facendo da buon correttivo. Nella primavera poi e nell'autunno è, a Venezia in ispecie, delizioso.
   Prodotti del suolo. — La configurazione topografica del Veneto, circondato a nord da un'alta corona di montagne, digradanti poi in una vasta pianura fertilissima e solcata da copiosi corsi d'acqua fino al mare, si presta, si può dire, pressoché a tutta la scala di coltivazioni varie, ricche, produttive, delle (piali può essere suscettibile la zona temperata. La scala della produzione del suolo può dividersi in quattro parti, cioè: produzione della zona montuosa, della zona delle colline, della zona piana e della zona litoranea.
   L'alta montagna veneta, specie nel Cadore e nel Friuli, per quanto gli spogli e le devastazioni siano stati fatti su larga scala e senza altri criteri fuori di quelli a cui si ispira la rapace avidità degli speculatori, è tuttavia fortunatamente ricca di boschi e dai bei dossi, tra i 300 ed i 700 e più metri, coperti di castagni, si sale ai boschi di pini ed alle foreste d'abeti, che giungono fino al limite delle vedrette. Nel Friuli e nel Cadore la vite arriva ai 400 metri; nel Veronese arriva — dando pure ottimi prodotti — fino a 600 e più metri. A 1000 metri nel Friuli (nel Cadore, più sotto) è segnato il limite delle piante da frutta, come il noce, il ciliegio, il pomo, il pero, il pruno e vi si coltivano con vantaggio, oltre del granturco, delle leguminacee, come fagiuoli, fave, ceci, e delle tuberose, come patate, rape e raperonzoli, e gli ortaggi più comuni. Ricchi ed utilizzati assai sono i pascoli alpini.
   La zona delle colline, come nel Veronese, nel Vicentino (monti Berici), dei colli Euganei e del Trevisano, dà prosperosissima la vite, per la quale sono specialmente celebri i vini di Valpolicella, di Caprino Veronese e di Conegliano (Treviso). Nella stessa regione prosperano il gelso, il pesco ed una quantità di altri alberi da frutta. Fra le coltivazioni vi sono in fiore quelle dei legumi e delle migliori ortaglie, il frumento, il granturco, ecc. Sulle rive del Garda, e sui fianchi meglio esposti dei colli Euganei, si coltivano gli olivi, gli agrumi, i mandorli, le piante ornamentali, ecc.
   La grande pianura veneta si presta, come le finitime pianure della Lombardia e dell'Emilia, alle grandi coltivazioni del frumento, dell'avena, dell'orzo, del granturco, della segala, dei foraggi; e nella parte più bassa della regione, nel Polesine e nello estuario, anche a quella del riso.
   Nella zona litoranea, nella quale vanno comprese anche le isole delle lagune, oltre che molte piante da frutta, da ortaggio e da culture comuni alle regioni della pianura e delle colline, havvi rigogliosa ed abbondante tutta una flora speciale, interessante più il botanico che non chi dalla terra ricerca prodotti direttamente utili all'uomo od efficaci fattori dell'economia pubblica.
   Nè il suolo veneto manca del tutto di ricchezza mineraria. Quanto a metalli vi sono giacimenti di ealamina (carbonato di zinco) e di galena (solfuro di piombo) nell'alto Cadore ad Auronzo, di rame ad Agordo. Al Palli (Comune di Valdagno) si coltiva da molti anni una miniera di lignite e scisto bituminoso ; a Cludinico ed a Raveo in Carnia si hanno antraciti. Ricchi e belli sono i marmi che si traggono da molte località del Veneto. Fra i più apprezzati ricorderemo: i mandorlati ed i marmi rossi di Verona, generalmente apprezzati ed usati, in molti paesi anche dall'Italia lontani, per colonnati, pavimenti, balaustre, portici ed altri elementi decorativi nelle costruzioni;
   3 — IjB Patria, voi. I, parte 2-,