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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia di Venezia
   2-5
   Pai mare, per il già descritto movimento di flusso e riflusso delle acque penetranti nella laguna, si lui un continuo trasporto di sabbia e d'altre materie, che la minore forza delle acque defluenti, anche per le strette e difficili imboccature dei porti, non può ricondurre al largo e che si depositano gradualmente nel fondo delle valli, dei canali, in tutta la superficie della laguna. A riparare a questo fatto (fondamentalmente importante), per quanto è umanamente possibile, fu creata tutta quella parte della legislazione riguardante la difesa dei lidi, il regolamento dei porti, dei canali, ecc.
   Ma più ancora che nel mare, la laguna ha i suoi peggiori nemici nei fiumi e negli nomini I fiumi, ad onta di tutti i lavori di deviazione e rettifiche praticate sotto il governo della Serenissima e fino ai nostri tempi, trasportano nella laguna in gran copia continuamente le loro acque torbide, considerevolmente accresciute dopo il taglio dei boschi sui monti, il dissodamento delle campagne vicine, producendo, oltreché un continuo interrimento del fondo e dei canali,impaludamenti nocivi alla salubrità dell'aria. .Vi fondi si aggiungono poi i canali di scolo, destinati a raccogliere le acque alquanto torbide dei terreni coltivati entro cui scorrono, inconveniente pur questo che leggi e regolamenti tentarono, per quanto possibile, di diminuire, ma che non si potrà mai del tutto eliminare.
   Infine, il mal volere e l'incuria degli abitanti sì della città che delle isole e della terraferma concorrono in non lieve parte a recar danno e disordini nella laguna. Pur tacendo delle deiezioni, che inevitabilmente e di continuo scendono ad imbrattare il fondo dei canali interni prossimi alle abitazioni, donde, per effetto delle correnti, si spargono negli altri canali e sulle melme, va accennato alla non mai sradicata abitudine, anzi colpevole abuso di gettare nei canali e nelle maremme spazzature, frantumi ed ogni altra cosa d'ingombro; di ridurre e coltivare le terre poste sui margini della laguna, lasciando cadere terra, sassi, storpie d'interrare per cupidigia maremme; alzare argini e fabbricati; allargare valli e tante altre operazioni che concorrono ad alterare il fondo della laguna, con danno e pericolo della navigazione e della salute pubblica.
   La legislazione della laguna, con infinite disposizioni, prevede, contempla, punisce, regola, disciplina tutti questi casi, lo scendere ai particolari dei quali ci farebbe troppo dilungare dal nostro compito.
   Ai tempi della Repubblica veneta la sorveglianza della laguna e l'applicazione delle leggi che ne riguardavano il mantenimento, l'ordine, la pulizia era affidata a magistrati speciali. Nei primi tempi della Repubblica la vigilanza della laguna era uno degli obblighi dello stesso doge. Più tardi, aumentata la potenza e l'importanza dello Stato — già nel secolo XII — questa materia era trattata da un magistrato speciale, proprio, detto in seguito del Piorego. Nel secolo XIV tutto ciò che rifletteva la laguna, i porti, 1 lidi, i fiumi era deferito all'autorità del Consiglio dei Pieci e talvolta al Senato; esisteva però un ufficio di tecnici consulenti, detti dapprima savi sopra la laguna, poi provveditori delle acque. Ma crescendo sempre più, per varie cagioni, l'importanza della materia, nel 1501, venne creato un apposito ufficio, col titolo di magistrato delle acque, composto di tre senatori col titolo di savi, di tre patrizi col titolo di esecutori, un segretario, un fiscale, un notaio, un pubblico matematico ed un sufficiente numero di periti, vice-periti, aiutanti, ecc., formanti il necessario personale tecnico. Non potevano far parte di questo Consesso senatori od altri funzionari che avessero interessi personali nella laguna, come valli, orti, vigne o possedimenti colla laguna stessa confinanti. Pur subendo, a norma dei tempi e dei mutati bisogni, varie modificazioni sulla sua costituzione, il magistrato delle acque durò lino alla caduta della Serenissima. Attualmente provvedono a questa bisogna, secondo la competenza loro assegnata dalle leggi e cogli uffici speciali, ì Comuni interessati, la provincia e lo Stato, ed altre leggi ora sono in esame presso i due rami del Parlamento.