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l'arte Prima — Alta Italia
coltivazioni in fiore nella, provincia, di Venezia abbiamo le cifre seguenti ; frumento, ettari coltivati 28.500, ettolitri 456,500; granturco, ettari coltivati 40.26G, ettol. 666.000; riso, ettari coltivati 3125, ettolitri 73.000; avena, ettari coltivati 4059, ettolitri 03.500; legumi, ettari coltivati, 13.074, ettolitri 31.980; vite, ettari coltivati 70.700, ettolitri vino 132.000; patate, ettari 376, quintali 11.767; canapa, ettari 300, quintali 2500.
Coltivazioni meno estese, ma di apprezzabile importanza, sono i boschi per una estensione di ettari 1427 ed un prodotto complessivo di 80.000 lire (legnami 50.500, prodotto dei boschi cedui 35.000, erba, ghiande, ecc. 3500); lino per oltre 800 quintali su 247 ettari coltivati, la frutta valutata in circa 16.000 quintali; gli ortaggi in 25.000 quintali; i foraggi in più di un milione di quintali (erba 578.180, fieno 425.350). La produzione dei bozzoli, a seconda delle annate, oscilla dai 290.000 ai 300.000 chilogrammi. Complessivamente il valore totale dei prodotti agricoli nella provincia di Venezia, è valutato in oltre 25.000.000 di lire all'anno.
Bestiame. — Il valore capitale del bestiame vivente nella provincia di Venezia è calcolato in una ventina di milioni su quasi 100.000 capi di bestiame, così, secondo le più recenti statistiche, ripartiti: bovini 56.500, ovini 19.000, caprini 470, suini 11.500; equini: asini 2600, cavalli 8900, muli 900.
Bonìfiche. — Da mezzo secolo datano i primi lavori di bonifica, prosciugamenti di paludi, interramenti delle acque e drenaggi nella provincia di Venezia ; ma il maggiore impulso questi utili lavori di riconquista alla ricchezza nazionale del suolo patrio lo ebbero dopo 1* annessione delle Provincie venete al Regno d'Italia, avvenuta l'anno 1866. D'allora in poi le bonifiche avvenute per cura dei privati salirono a più di 60.000 ettari, con una spesa di oltre 7 milioni e mezzo ed una spesa di manutenzione annua d'oltre mezzo milione. Le bonifiche furono classificate per essiccazione artificiali mediante incanalamenti, regolamenti delle acque di scolo e drenaggi nei Comuni della provincia, San Dona, Grisolera, Ceggia, Torre di Mosto, No venta, Caorle, San Rtino, Cavazucclienna, Concordia, Burano. San Michele del Quarto; per colmate nei Comuni di San Michele al Tagliamento e Caorle; per prosciugamento artificiale mediante macchine idrovore nei'Comuni di Musile, San Dona di l'iave, Chioggia, Cavar-zere, Cona, Meolo, San Michele del Quarto, Cavazuccherina, Grisolera. Caorle, San Stino, Fossalta, Campagna Lupia, Gambarara, Camponogara e sono in formazione ad Ongaro inferiore e superiore.
Molto in questo campo si è fatto dalla iniziativa privata e molto di più si potrebbe fare ove, agli sforzi dei Comuni, dei consorzi e dei privati soccorresse con validi aiuti, anziché con subiti fiscali accertamenti dei nuovi redditi, il Governo.
Le statistiche ufficiali, anche su questo rapporto in arretrato, danno ancora 10.000 ettari circa di terreni bonificagli con essiccazione nella sola provincia di Venezia Essi hanno un grande avvenire in relazione alla produzione ed all'igiene, oggi che sono vigilati da saggie leggi del Parlamento.
§ 5. — Pesca
L'Adriatico e le lagune intorno a Venezia sono ricchissimi di pesce squisito e di ogni qualità. Per ciò fra i rami importanti di produzione nella provincia non si può dimenticare la pesca, dalla quale trae pressoché esclusivamente i suoi mezzi di sussistenza un grandissimo numero di persone. Si calcola che i soli Chioggiotti, i quali esercitano si può dire in massa e tradizionalmente la pesca lungo il litorale adriatico ed anche in alto mare, spingendosi sovente sulle coste dell'Istria e della Dalmazia, traggono da questa industria 1111 profìtto di 2 milioni e mezzo all'anno. Parecchi altri milioni frutta la pesca in laguna, quella cosidetta delle valli (paludi); di più, in questi ultimi tempi hanno preso larghissimo e proficuo sviluppo la ostricoltura e la mitilicoltura. Venezia e Cliioggia forniscono pesce di mare a tutti i mercati dell'Alta Italia