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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CJC3
   l'arte Prima — Alta Italia
   Paste da Minestra. — Son 11 piccole fabbriche con una cinquantina di operai, che in Venezia e in altri 10 Comuni della provincia esercitano in limitata scala questa industria. 11 prodotto totale è di circa 600O quintali di paste all'anno: prodotto insufficiente ai bisogni del consumo locale, stante che se ne debbono importare ogni anno dall'Austria-Ungheria, dalla Sicilia, dal Napolitano.
   Brillatoi da Riso. — Ve ne sono 7 in 4 Comuni, con 42 operai e una produzione annua di oltre 16.000 quintali di riso. Dispongono in Complesso di 3 motori idraulici della forza complessiva di 14 cavalli e di un motore a vapore della forza di 120 cavalli.
   Confetture, Cioccolata e Biscotti. — Si ha notizia di 5 fabbriche delle quali 4 a Venezia e una a Mestre. In complesso queste fabbriche occupano SO operai e sono fornite di 2 caldaie a vapore della forza di 24 cavalli.
   Spirito, Birra, Acque Gassose e Cicoria. —Vi sono nella provincia di Venezia 11 fabbriche di spirito di seconda categoria le quali producono in inedia circa 17.000 litri di spirito ridotto a 100°, distillando vino e vinaccie. Per la produzione della birra esiste una sola fabbrica con una produzione di circa 30.000 litri di birra all'anno. Le acque gassose si producono in 16 fabbriche le quali danno in complesso una produzione di circa 300.000 litri di acque gassose all'anno. Vi sono infine 2 fabbriche di cicoria le quali fabbricano annualmente circa 23.000 chilogrammi di cicoria.
   Le fabbriche di birra veneziane traggono l'orzo dall'Ungheria, il luppolo dalla Baviera e dal Wurtemberg; ma il loro prodotto non può in alcun modo gareggiare con quello che viene dalle grandi fabbriche (li Gratz, di Monaco e di Pilsen.
   § lì. — Industrie tessili.
   Industria della Seta. — Questa industria, che già ebbe vita larga e prosperosa negli Stati della Serenissima dal medioevo fino al secolo scorso, è ora limitata a proporzioni più che modeste, quasi minime. La si può dire in uno stato di progressiva decadenza ed esulata in altre regioni.
   Nella provincia di Venezia la trattura deila seta ò esercitata nei Comuni di Porto-gruaro e di Salzano, in 2 opifici. Questi stabilimenti, di modesta importanza, contano in complesso 114 bacinelle, a vapore. Il numero delle operaie è di oltre 200 per circa 120 giorni dell'anno. I bozzoli filati sono per la massima parte di produzione locale.
   La tessitura della seta è esercitata in due opifici esistenti nel Comune di Venezia con 40 telai, parte a mano, parte meccanici e per lo più a sistema Jacquard. \ i si fabbricano storte in qualunque disegno, in felpo, velluti lisci ed operati in rilievo.
   Industria della Lana. — Tessitura. Anche questa industria, un tempo fiorentissima in Venezia, è completamente scomparsa. L'unica fabbricazione che resistette tino agli ultimi anni fu quella della fabbricazione di coperte di lana speciali chiamate in dialetto feizade, schiavine o rascie, fatte a catena liscia ed a trama di lana cardata e filata a mano, ma poco ritorta, onde ottenere maggiore morbidezza nel tessuto. Era un prodotto speciale di Venezia e di consumo tutto locale. La lana ritira vasi dalla Grecia e dalla Turchia. Ora questa industria si è trasportata in provincia di Treviso, però la Ditta ha la residenza in Venezia.
   Industria del Cotone. — Filatura. E questa un'industria che si può dire nuova per Venezia. Nel 1883, con un capitale di 10 milioni di lire, si costituì la Società industriale col titolo di Cotonifìcio Veneziano, che impiantò un grandioso opificio su una area di 124.000 metri quadrati, disponendo di una forza motrice di 800 cavalli dinamici, generata da 10 caldaie a vaporo. Agiscono in questo opificio 40.000 fusi e trovano lavoro 1000 operai, nel maggior numero donne.
   Si filano soltanto titoli bassi ; i cascami sono utilizzati per la produzione dei filati scadenti e delle ovatte. La materia prima si ritrae dall'India; i prodotti si vendono tutti in Italia, impiegati per la massima parte nella tessitura.