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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CJC3
   l'arte Prima — Alta Italia
   moderne, possibilità di transito a veicoli di ogni specie, trascinati da cavalli o dal vapore o dalla energia elettrica, necessariamente imprime a Venezia un carattere speciale, singolare, che non ha alcun'altra città, anche marittima, e tagliata dà canali. II movimento, cli'è la manifestazione esteriore evidente, afferrabile di primo acchito, anche per l'osservatore meno acuto e più superficiale, della vita cittadina, si svolge interamente per acqua.
   Se ne eccettuiamo il nucleo che si stringe intorno alla piazza di San Marco, il centro virtuale e pulsante della città, ove il movimento delle persone è animato ed in certe ore ed occasioni anche intenso e febbrile, nelle calli lunghe, strette, anguste, tortuose, fiancheggiate da edifizi alti, severi, che appena lasciano vedere in alto una sottile striscia di cielo ed ai quali l'umidore ed il salso marino hanno data un'impronta cupa e malinconica, i viandanti se ne vanno affrettati, silenziosi, come se risentissero, dell'effetto della tristezza e della malinconia dell'ambiente. Silenziose passano le gondole lunghe e strette, per rivi e canali, avvertite dal gutturale motto dei gondolieri (premi e scìa), ad ogni svolto, ad ogni sbocco di canale, ad ogni ponte da sottopassare. C'è in questo estrinsecarsi d'ima delle maggiori funzioni della attività, la locomozione, qualcosa di metodico, di automatico, che non può a meno di suscitare una viva impressione di malinconia in chi non v'ò abituato e per la prima volta v'arriva.
   Nello stesso Canal Grande — la massima arteria del movimento cittadino — per quanto l'andirivieni delle gondole, delle barche, e barconi e dei vaporiui sia continuo, affrettato, vario, nondimeno l'assenza dì tutti quei rumori che formano la caratteristica di ogni altra grande città, colpisce e dà a chi non vi è abituato, impressioni strane. Anche nelle circostanze solenni di feste, di sagre, di regate, di mercati, di altri consimili avvenimenti, nei quali il popolo si riversa rumoroso nelle vie e nei canali, Venezia ha un'impronta tutta sua che la distingue da ogni altra città e che della sua vita, del suo ambiente, del suo carattere ne ha fatta una cosa tutta a sè.
   YENEZIA SACRA
   La Chiesa veneziana ha origini antichissime, che sì riattaccano al periodo apostolico e si collegano eziandio ad uno dei momenti più importanti e gravi che la storia della Chiesa cattolica ricordi.
   La leggenda vuole che la Chiesa di Aquileja, dalla quale derivò quella di Grado, trasferitasi ìndi a Venezia, sia stata fondata da San Marco Evangelista, mandato da San Pietro, capo degli Apostoli, a predicare la parola evangelica nelle Provincie romane deirilliria e dell'Istria. E la leggenda è suffragata da copia d'argomenti, raccolti da accreditati scrittori e storiografi ecclesiastici. Non così è accreditata l'altra leggenda che il titolo di patriarcato, assunto in processo di tempo dalla Chiesa aquilejese, le venisse fin dal suo inizio, pel fatto di essere fondata da uno dei più chiari ed illustri fra i propagatori del Cristianesimo, dall'evangelista Marco. Ciò non è: le accurate indagini fatte sui dotti nei titoli e le cariche della Chiesa primitiva hanno assodato che il titolo di patriarca non fu usato nò presso la Chiesa greca, nè presso la cattolica, durante il periodo della predicazione apostolica. Soltanto dopo il IV secolo i Greci cominciarono ad adoperare questo titolo, che per la prima volta nel Sinodo di Calcedonia fu dato al vescovo di Roma, indi delle due Chiese d'Antiochia e di Alessandria, la prima perchè fondata da San Pietro in persona e l'altra, per mandato suo, dal discepolo Marco. Queste due sedi avevano estesissima giurisdizione ed erano le sedi veramente metropolitane dell'Oriente. Più tardi i vescovi di Costantinopoli e di Gerusalemme si arrogarono uguale titolo di patriarchi, che più tardi venne poi loro consentito, senza peraltro distaccarli dalla dipendenza dovuta ai patriarchi d'Antiochia l'uno, di Alessandria l'altro; soggezione alla quale in seguito si ribellò il patriarca di Costantinopoli, che volle per sè la supremazia universale sulla Chiesa d'Oriente.