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Porle Prima — Alta Italia
stranieri clic vi lavorarono sono il fiammingo Giovanni Soens, il francese Angelo Leon e lo Zoppo del Vaso.
Molte singolari reliquie sono onorate dai fedeli in San Giovarmi e Paolo, ma tutte di provenienza orientale, quindi di diffìcile autenticazione.
Fig. 19. — Venezia (Chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo) : Monumento al doge Tommaso Moeenigo (da fotografia Alinabi).
Il convento, grandioso, magnifico, dei Domenicani ch'era annesso alla chiesa, essendo stato soppresso l'Ordine al principio del secolo scorso, durante il Regno d'Italia, fu trasformato in ospedale militare e più tardi, nel 1819, in ospedale civile.
Santa Maria Gloriosa dei Frari (Campo dei Frari). — È per valore artistico, per grandiosità, per le memorie storiche che vi sono raccolte, uno dei monumenti più insigni di Venezia ed è eziandio monumento nazionale.
Narrano le cronache venete, clic un anno dopo la morte del Serafico, nel 1220, alcuni fraticelli suoi seguaci se ne vennero da Assisi in Venezia per stabilirvi
la Regola loro, gii grande e famosa in tutta Italia. Quivi, dando saggio di carità, di civili e religiose virtù, incontrarono nelle simpatie del popolo e del governo, dapprima diffidente, onde il doge Pietro Ziani assegnò per loro dimora un piccolo cenobio, che fu dei Benedettini — allora abbandonato e deserto — nel luogo ove di poi sorse il magnifico loro tempio del quale discorriamo. Avuto questo primo successo, quei monaci seppero elevarsi in tanta riputazione di senno e di virtù che, neM232, il pontefice Gregorio IX li chiamò arbitri in alcune controversie tra la Repubblica ed il monastero di San Matteo Costanziano. La loro riputazione allora crebbe tanto che, mostratesi insufficienti e la casa nella quale abitavano e la chiesetta in cui ufficiavano all'accorrere degli accoliti e dei fedeli, pensarono di raccogliere i mezzi per edificare un chiostro ed insieme un tempio di maggiori proporzioni. Favoriti dal testamento di un Giovanni Badoaro, che lasciava certi terreni e case confinanti col loro cenobio ed ottenuti dal patrizio Daniele Foscari e dal doge Raniero Zeno altri terreni e case nella stessa località, cominciarono ad attuare il disegno da lungo-tempo vagheggiato. Vuoisi che il progetto di massima sia stato commesso a Nicolò Pisano, che in quel turno lavorava all'erezione del Sant'Antonio di Padova ; ina chi diresse e continuò i lavori dall'inizio fino al compimento dell'opera, durata più d'un secolo, furono i frati stessi di San Francesco, fra i quali figura in modo speciale un Fra Pacifico, piolo della fabbrica, e, nell'ultimo periodo, un Fra Nicolò da Imola, che ne curò fino al 1358 il compimento. La prima pietra fu collocata il 3 aprile 1250 col l'intervento del cardinal-legato pontifìcio in Venezia, Ottaviano di Santa Maria in Via Lata, di parecchi vescovi, dei magistrati della Repubblica e di immenso popolo.
La grandiosità della fabbrica richiedendo molto danaro fu per tutto un secolo una gara generosa nei grandi, nei ricchi e nel popolo a chi più poteva dare pel compimento di quest'opera nella quale s'era impegnato il fervore religioso dei Veneziani ed il puntiglio