Venezia
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Nò lo pitture di pregio c talune di granili maestri dell'arte fanno difetto in Santa Maria dei Fral i. Senza dilungarci in descrizioni clic ci porterebbero troppo oltre il prefissoci, diremo clic lavorarono per questa chiesa, fra gli antichissimi pittori veneti: P>ar-tolomeo Vivarini, Marco lìasaiti e Giovanni Bollini, del quale si ammira la stupenda ancona, dipinta a tempera, nella sagrestia, della Madonna degli Angeli; Tiziano Vecchio, il principe dei pittori vissuti nel secolo aureo, vi lasciò 1.1 grandiosa tela della Maria Assunta, conosciuta rol nome di Madonna dei Cesari, perchè commessagli da quella famiglia patrizia e, pagatagli con % ducati. Vi sono inoltre pitture di Bernardino Liconio detto il Pordenone, Nicolò Frangipane, Giuseppe Pasta, il Tizianello, l'Alicnse, il Contarini ed altri di minor fama.
Santa Maria dei Frari non è ila meno delle altre chiese già mentovate nel custodire un buon numero di reliquie, per la maggior parte di provenienza levantina od orientale.
Il convento dei Frari, soppresso l'Ordine nel 18IO, venne trasformalo in Archivio di Stato, ch'ò lino dei più ricchi ed importanti del mondo, perchè contiene la immensa favaggine dei documenti diplomatici, storici, giudiziari, segreti del governo della Serenissima. Ma di ciò a suo tempo, quando cioè si toccherà degli istituti pubblici e d'edneazione di Venezia.
Santa Maria del Carmine (Campo dei Carmini). — Secondo alcuni cronisti i monaci Carmelitani vennero a stabilirsi in Venezia nel 1125; ma verosimilmente vi giunsero forse un secolo più tardi. Di questa chiesa, che loro appartenne, si cominciano ad avere notizie nel 1290, quando un Breve di papa Nicolò IV le concesse molte indulgenze, essendo ancora in costruzione. Fu consacrala il 6 aprile 1318 da .Marco Marcello, vescovo damacense, col-l'intervcnto di molti altri vescovi e dei magistrati più cospicui della Repubblica, Subì varii ristauri, specialmente uno generale nel secolo XVII. La facciata non ha grande valore; l'archeologo può trovare diletto nell'esaminare alcuni marmi scolpiti antichissimi, provenienti sembra da Aitino e da Aquileja, dei primi tempi dell'era cristiana. Notevole, come avanzo del primitivo edilizio, l'archivolto sporgente che copre l'ingresso laterale.
Grandiosa si presenta nell'interno questa chiesa, ch'è una delle più vaste di Venezia : è a tre navate, sorrette da 21 grosse e tozze colonne in istile gotico vecchio. Il soflitto è in legno ad enormi comici ad intagli e dorature.
In questa chiesa sfoggiano il loro tronfio barocco alcuni monumenti sepolcrali, il meno antipatico dei quali è il mausoleo di Andrea Cirrati, provveditore prima poi capitano nelle guerre contro i Turchi ed i Cesarci, morto a .Manfredonia nel iuG2. Altro monu-
mento grandioso, ma di gusto barocco depravato, ò. quello a Jacopo Foscarini, generalissimo di mare, procuratore di San Marco, morto nel IG02. Molte pitture ornano in ogni parte questa chiesa ;
Fig. 20.
Venezia (Chiesa di S. Maria dei Frari): La navata minore col monumento ad Antonio Canova (da fot. Alinabi).
ma quasi tutte affette dal deplorevole manierismo secentista: le migliori portano i nomi di Cima da Cone-gliano, Jacopo Tintoretto, Lorenzo Lotto, Andrea .Midolla detto lo Schiarane, l'alma il Giovane, Alessandro Varottaro (letto il l'adovanino, Luca Giordano, Lattanzio Quarena.
I dipinti peggiori, o più manierali, si debbono ai pennelli di Bernardino Prudenti, di Pace Pace, ili Giambattista Lanibranzi, di Marco Vicentino, di Ermanno Stralli, di Filippo Bianchi ed altri di minore fama, che non torna conto il ricordare.
II campanile, alligno alla chiesa, clic per la cedevolezza del suolo erasi inclinato alquanto, fu con vero