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Fig. 29. — Venezia (Chiesa di S. Maria dei Frari) ; Slatua di San Giovanni Jlattisla, del Donatello
(da fotografia Alinari).
sepolcrali di Pietro Porta, celebre medico, di Domenico ed Angelo Contarmi; ed infine il sigillo sepolcrale — nel mezzo della navata non lungi dalla porta d'ingresso — chc copre le ossa del Peloponnesiaco, lavorato in bronzo con molt'artc e molta cura da Filippo Parodi.
In Santo Stefano si ammirano inoltre ottime scol-ture del Rinascimento, adornanti un tempo il coro ed ora — disfatto questo — collocate nelle varie cappelle e negli altari. Ve ne sono del Mosca, di Pietro Lombardo, di Giovanni Ferro, di Pietro Nacclihii, di Alvise Panizza e d'altri valenti scultori vissuti tra il secolo XVI ed il XVII.
Fra i dipinti che attirano l'attenzione dsgli amatori vanno ricordati in Santo Stefano quelli del Palma Vecchio, di Paris bordone, di Leonardo Carena, di Santo Peranda, di Nicolò Bombirci, di Pietro Liberi, buoni pittori del secolo XVI ; senza contare gli abbondanti e manierati dipinti dei secentisti lìrusaferro, Menescordi, Mattaseli! ed lngoli, dai quali il manie-
rismo barocco fa esulare ogni sentimento vero d'arte. Ammirabili sono invece gli stalli del coro, paziente lavoro d'intarsio del celebre scultore in legno Marco da Vicenza.
Di buonissimo disegno, dovuto a frate Gabriello di Venezia, maestro architetto, è il chiostro, attiguo alla chiesa ed innalzato su le rovine di altro distrutto dall'incendio nel 1532. Vi sono affreschi del Pordenone, quasi interamente rovinati dall'incuria, dalle manomissioni, dai vandalismi soldateschi, e alcuni monumenti sepolcrali, fra i quali quello del Carrarese di Padova, debellato dalla Repubblica e come tiranno fatto da questa strozzare. In questo chiostro e locali attigui, sul principio del secolo nostro, tenne il suo primo studio di pittura Antonio Canova. Ora il convento degli Agostiniani è adibito a sede del Comando militare e relativi uffici.
Attiguo al tempio, nel rialzo di terreno che vedesi, era il cimitero dei frati ; ma è falso che vi fossero sepolti, come la credenza popolare vuole, gli appestati