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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IJarte Prima — Alta Italia
   c mezzo da altri archi minori in cadmi latn del tempio, « i quali formano tante cappelline. La cappella mag-« giore, fatta a tribuna, è della stessa simmetria ed am-« piezza degli archi delle crociere, con cappelline ai « lati corrispondenti alle già descritte. L'ordine priii-« cipale, è ili pilastri correnti con piedestallo sopraor-« nato, sopra il quale vi è un bellissimo attico che « regge i vói ti delle maggiori crociere e delle navate ».
   Numerose opere d'arte decorano questo tempio, tra cui importanti monumenti sepolcrali Notiamo tra questi: monumento al doge Francesco Venier, morto nel 1596, cretto sui disegni di .Iacopo Sansovino, ritenuto per un capolavoro del grande artista; monumento sepolcrale imponente, ma baroeclieggiante, di Andrea Dal fin, procuratore di San Marco, morto nel 1602, disegnato, ci'edesi, dallo Scamozzi e lavorato nelle statue e negli altri ornamenti da Giulio Dal Moro e da Girolamo Campagna ; monumento ricchissimo a Caterina Cornaro, regina di Cipro — sulle vicende della quale si scrissero leggende, romanzi, drammi e melodrammi — ideato da Bernardino Contino, in concorrenza di altro, clic era stato progettato dal Falconetto, e dal Vasari assai lodato : nel prospetto di questo monumento è specialmente lodato il grande bassorilievo rappresentante Caterina Cornarti che depone nelle. mani del doge Agostino Barbariga la corona reale di Cipro.
   Altre scolture ili altari o di monumenti sepolcrali portano i nomi del Bergamasco, di Tommaso Lombardo, Cesare Franco, Giulio Dal Moro, Jacopo Sansovino, Alessandro \ittoria. Nè meno ricco è questo tempio del Salvatore a pitture, poiché vi si ammirano due quadri di Tiziano ed altri di Giovanni Bellini, di Nicolò Renieri, del Foiitebasso, del Maggiotto, del Bonifazio, del Peranda, del lirusaferro, del Piazzetta, di Natalino da Murano e di Francesco Vecchio, fratello di Tiziano, pur esso buon colorista. Magnifica è la pala in argento dell'aitar maggiore, con figure in altorilievo dorate, singolare lavoro di oreficeria nostrana datante dal 1290.
   L'attiguo convento fu eretto sui disegni di Tullio Lombardo ed il chiostro da Jacopo Sansovino. Ora l'edilizi i è adibito ad uso militare.
   San Leone o San Leo (Salizzada di San Leo). — Anticamente era un oratorio dedicato a Santa Caterina martire; in seguito, nel 1054, venne rifabbricato ed intitolato al pontefice San Leone IX, protettore dei diritti del patriarca di Grado contro i scismatici di Aquileja nel Concilio Iìomano; indi, nel 1520, minacciante rovina, fu rifabbricato a nuovo colle offerte pubbliche. Sullo scorcio del secolo passato fu l'istaurato, rispettando però in gran parte le linee e le decorazioni primitivo ed iti ispecie la porta maggiore del buon secolo. Nell'interno vi si trovano altari e scolture dei maestri Lombardi e dipinti di Tiziano, di Jacopo Palma jmiiore, Pietro Vecchia, Marco Dal Moro, Alessandro Merlo, Di'Hi etico Tiepido e altri di minor fama.
   San Giovanni Elemosinano o San Zuanne de Rialto (Ruga Vecchia San Giovanni a Rialto). —
   Questa chiesa esisteva fin dal secolo XI ed era dipi-tronato della famiglia Trevisan ; ma assai danneggiata nell'incendio avvenuto nel 1513 in Rivo alto, che distrusse molti edilizi di quella località, si deliberò di riedificarla a nuovo. I lavori cominciarono nel 1520, sotto la cura dello Scarpognino, che dovette utilizzare uno spazio assai ristretto, irregolare, chiuso fra abitazioni private. Egli immaginò quindi una croce greca con cupola a catino, per modo che potè utilizzare ogni più piccola porzione dello spazio assegnatogli c, tranne un edilizio, non sonvi pregi architettonici e di gradevole aspetto.
   Non vi sono in questa chiesa scolture notevoli, ma per contro vi sono dipinti del miglior secolo, dovuti ai pennelli di Tiziano, del Pordenone, di Marco Tiziano, del Bonifacio, di Domenico Tintoretto, di Carlo Ri-dolfì, dcll'Aliensc, di Leonardo Corona e d'altri.
   Di belle linee è il campanile, eretto nel 1390 e compiuto nel MIO coll'orologio, in quei tempi cosa singolarissima.
   San Felice (Campo omonimo, parrocchiale). — Esisteva questa chiesa fin dal secolo X: fu in gran parte rinnovata nel 12G7 e completamente rifatta, perchè minacciante rovina, nel 1531, sui disegni dei maestri Lombardi, ed infine ebbe un generale l'istauro verso la metà del nostro secolo. Non vi sono scolture di pregio; ma non mancano quadri del buon secolo, tra cui di Jacopo Tintoretto, del Passignano, di Giulio Dal Moro ed altri di Lattanzio Quarena, del Rusti-ghello, di Adamo Politi, ecc.
   In questa chiesa, il 31 marzo 1693, fu battezzato Carlo Rezzonico, che fu poi papa Clemente XIII, il quale, in memoria del fatto, regalò la chiesa di vasi preziosi d'ottimo lavoro.
   San Francesco della Vigna (Campo di San Francesco). — In questo luogo la famiglia ZiaHi possedeva anticamente una vigna, che, da un Marco Ziani conte d'Arbè e figlio del doge Pietro, fu donata per testamento ai frali Francescani di Santa Maria Gloriosa, onde ne facessero lor volere. Quivi era una chiesetta antichissima eretta in onore di San Marco, perchè la leggenda voleva che l'Evangelista, reduce da Aquileja, avanti di riprendere il mare per Alessandria, avesse in quel luogo pernottato. Più tardi, attigua alla chiesetta di San Marco, per lo zelo dei fedeli, ne fu eretta una maggiore, il cui disegno fu dato da Marino da Pisa; ma, nel secolo XVI, quest'edilìzio minacciava rovina, onde fu decisa l'erezione di nuova e più grandiosa fabbrica, il disegno della quale fu commesso a Jacopo Sansovino. La prima pietra fu collocata il lo agosto 1534 coll'intervento del doge Andrea Grilli, assai favorevole all'Ordine del Serafico, e fu coniata per l'occasione una medaglia da Andrea Spinelli, per essere sotterrata nelle fondamenta. La fabbrica era già bene avviata quando nacque un dissidio fra i procuratori di essa (religiosi e secolari), sulle proporzioni da osservarsi, onde i lavori furono sospesi ed il doge Gritti chiamò arbitro della questione ed a decidere se si dovesse o no seguire il modello del Sansovino, Fra