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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Seconda — Alla llalia
   di Abbiategrasso, 111 provincia di Milano. Oltre di ciò la pubblica assistenza è, nel Comune di Pavia, esercitata da numerosi istituti di importanza primaria, dei quali crediamo utile far qui seguire l'enumerazione:
   Ospedale civico di San Matteo. — È il massimo degli istituti ili carità pubblica aventi vita inPavia e si trova nella via dell'Ospedale, a tergo degli edifizi universitari, coi quali, perle necessità delle varie cliniche, è in continuo rapporto.
   L'Ospedale di San Matteo in Pavia data dal 1449, anno nel quale ne fu stabilita la erezione, per iniziativa d'una congrega di cittadini, mossi dalle esortazioni di un frate predicatore, Domenico da Catalogna. I mezzi furono dati con ammirabile slancio dagli iniziatori prima e da tutta la cittadinanza, alla quale fu fatto appello. Fra Domenico da Catalogna, anima deli impresa, la diresse nei primi anni della non facile sua organizzazione, ne studiò e forinolo la costituzione e riesci a far si che, sin dal 1456, il Luogo Pio cominciasse praticamente la benefica sua opera coll'accettazione degli infermi. Dapprima fu chiamato Ospedale della Pietà; indi, essendosi abbattuta, per ampliarne la fabbrica, la vicina chiesa di San Matteo e relativo convento, il Luogo Pio assunse questo nome, clic era però nelle consuetudini della cittadinanza e che tuttora conserva.
   Gli statuti fondamentali dell istituzione, quali furono formulati da Fra Domenico da Catalogna, ne sottraevano l'amministrazione da ogni ingerenza o supremazia del clero della città, circondandola di molte franchigie opportnnatamente ottenute dai pontefici, che in quei tempi avevano jus supremo su tutte le istituzioni ospitaliere, e dai varii principi che si succedettero nella dominazione di Pavia e della Lombardia. Nei primi tempi erano ammessi alla cura dell'Ospedale di San Matteo in Pavia ammalati d'ogni classe e provenienza, cittadini e forestieri, ricchi e poveri; ma, intorno al 1500, siccome l'affluenza degli ammalati e le richieste per la loro cura non erano equilibrate alla possibilità dell'Istituto, l'accettazione' degli ammalati fu limitata agli abitanti poveri del Principato di Pavia, criterio fondamentale nell'accettazione dei malati vigente anche oggidì.
   Durante tutto il secolo XVI 1 Ospedale pavese arricchì per cospicui lasciti e donazioni di bene-ineriti cittadini ; ma le frequenti terribili pestilenze, dalle quali, il finire di quel secolo ed il principio del successivo XVII, Pavia fu desolata, furono causa di gravi strettezze e ili sbilancio nell'amministrazione del Luogo Pio, inconvenienti che durarono fin sullo scorcio del secolo passato, quando, nel 1782, il governo illuminato di Giuseppe II d'Austria soppresse molte ed inutili ed anche dannose corporazioni religiose e fraterie, ed incameratene le sostanze le devolse poi agli istituti di pubblica beneficenza, agli ospedali principalmente, dei quali riformò e migliorò le
   amministrazioni. In seguito a queste riforme ed all'aumento del proprio patrimonio l'Ospedale ili San Matteo, per sopperire meglio ai bisogni della città, ampliò e trasformò la propria fabbrica, riducendola, salvo le ultime innovazioni rese necessarie dai progressi della scienza e dall'istituzione delle varie cliniche universitarie, a quella che oggi si vede.
   Pur serbandosi sempre autonoma, l'Anniiini-strazioiie dell'Ospedale ebbe varie forme. Dal 18(36, secondo la legge sulle Opere pie, è composta di un Consiglio ospitaliere di citique membri, dei quali uno presidente.
   11 patrimonio, assai cospicuo dell'Ospedale di San Matteo, è costituito esclusivamente in beni stabili, fonili e latifondi, esistenti in tutta la provincia, ina sopratutto nella pingue, ubertosa Lo mclliiia. !1 valore capitale di questo patrimonio è calcolato in una somma oscillante dai 12 ai 14 milioni, d reddito, assai menomato dalle crisi agrarie e dalle imposte che singolarmente aggravano la proprietà, si aggira intorno al milione, di cui oltre lire 600,000 vanno devolute alle spese proprie dell'Ospedale : le rimanenti in oneri patrimoniali, servono ad altre opere benefiche, alle quali l'Istituto è legato. Inoltre esso fa parte del Consorzio universitario.
   All'Ospedale di San Matteo furono annesse le seguenti cliniche universitarie: Clinica medica (1782); Chirurgica operatoria (1782); Istituzioni chirurgiche (1861); Oculistica (1818); Ostetrica (1818); delle malattie veneree (1864); cutanee (1865) ; malattie mentali (1866); medica propedeutica (1880).
   Dalle tavole di fondazione e per principio rimasto fino ad ora inconcusso, sono esclusi dall'accettazione i cronici ed i contagiosi ; ma sotto certe norme, contro rimborso delle spese, e secondo la capacità ilei locali all'uopo destinati, si accettano anche dei cronici ed affetti da altre malattie. Non sono accettati fanciulli al disotto dei 7 anni, salvo casi di operazioni, fratture e consimili.
   L'accettazione degli ammalati nelle cliniche è diretta da norme e convenzioni speciali.
   L'accettazione degli ammalati è subordinata, si comprende, alle condizioni economico-amministrative dell'Istituto. Nel 1629 e nel 1630, causa i disastri economici lasciati dalle guerre, dalle carestie, dalle pestilenze, l'accettazione dei inalati fu minima. Nel 1638 si accettarono le sole donne; nel 1648 l'Ospedale dovette sospendere l'accettazione di ogni ammalato. Colle migliorate condizioni economiche, l'Istituto riprese un'ascendente fase di attività, giungendo lino ad un massimo di 8000 accettazioni all'anno. Nell'ultimo