Pavia
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ventennio la media delle acccttazioni fu ili 7000 circa all'anno. Vegli alluni anni la media tirila morta lità nell'Ospedale di San Malico in Pavia fu del IO per conio in medicina e del 0 per cento in chirurgia, comprendendosi in quest'iilliuia la ostetricia, clic dà non lieve contingente alla moiialità, la ginecologia e l'oculistica.
L'Ospedale pavese ù possessore ili un ricco armamentario cliirurgiro, in parte clonato dal celebro operatore prof Alessandro Brambilla, del filale possiede pure la ricca biblioteca, ili carattere eminentemente scientifico e professionale, clic va d'anno in anno alimentando colle associazioni ai periodici medil i più reputati ih lutto il mondo c coll'acipiisto delle più importanti pubblicazioni sei enti lìdio.
Annesso all'Ospedale è di recente istituzione una Scuola teorico-pratica per gli inlerniiei'i aspiranti vi si insegnano gli elementi di anatomia, di fisiologia, soccorsi chirurgici ed il modo d'assistere razionalmente gli ammalati. L'Amministrazione di questo insigne Istituto, nei rapporti svieniifiri, forma, si può dire, parte integrale del-I Università e si mostrò — e di ciò ne lamio lede attestazioni d'ogni genere e d'ogni tempo — altamente. benemerita dell insegnamento e degli studi o seppe in molte, occasioni cnnriliare il ri-gore clic deve essere norma prolissa di cln amministra il patrimonio del povero, con quella larghezza, che ili so venie è necessaria in mi Istituto,, legato ad ima grande Università, per tenersi al correlile ili tutti i trovati e progressi della scienza.
Istituto di Santa ('ornila. — \ppemliee quasi necessaria dell'Ospedale di San Matteo è l'Istituto di Santa Corona per la cura a domicilio dei inalati poveri, dispensario od ambulanza medico-chirurgica e distribuzione di medicinali. L iniziativa di questo Istituto è dovuta ad un pio mercante pavese, certo Filippo Cossa, elle, vivente nella metà del secolo \\l, aperse nella stessa sua rasa un dispensario gratuito di medicinali pei poveri, incaricando nello stesso tempo qualche medico per la cura degli infermi bisognosi. Morto nel 1570, il Cossa legava tutto il suo patrimonio alla istituzione, da lui fondala. In seguito il patrimonio della Sai:ut Corona pavese, regolato sugli stessi principi! c coi medesimi inleniliineiiti della maggior sorella milanese, ebbe il suo patrimonio accresciuto da altri lasciti. Vel 1788 il dispensario fu portalo all'Ospedale, ove tuttora si trova e funziona regolarmente.
L'Ospedale di San Matteo ne assunse la gestione; ina non bastando le rendite al crescente bisogno dell'Istituto, dovette portarvi il suo con-triluito il Comune per circa GOOO lire annue 1 medici allibiti al servizio della Santa Corona a Pavia sono sette, con 5329 famiglie inscritte, rappresentanti 12,387 indiziti®,,aventi diritto, in caso di malattia, al godimento di questo benelizio.
l'in I.iii)i,Q ilcìjli Ksposti. — Fondato ad iniziativa del vescovo e dei capi del Comune di Pavia, nel 1179, in un antico ospedale destinato prima a ricovero dei pellegrini. Nel 1788 l'aiii-miiiistrazioiie del Brefotrofio venne dal governo ili Giuseppe II assegnata alla Rappresentanza Ospitaliera di San Matteo; più tardi, nel I7!)l, I Istituto venne insedialo ni un locale annesso allo Spedale medesimo, L'abbominevole torno, per l'accettazione, fu quivi in vigore fin al 1871: da quidl'aiino fu sostituito il metodo più morale ed umano dell'accettazione. I/amministrazione è ancora affidata al Consiglio ospitaliere. La spesa annua oltrepassa lo 100,000 lire, concorrendo ad essa, oltie il patrimonio speciale dell Istituto, varii enti. La media entrata annua è di 177 esposti: su questi, l'Ospizio si riserva la sorveglianza fino ai 1G anni pei maschi ed ai 18 pelle femmine. Generalmente questi bambini vengono affiliati a nutrici di campagna, nelle famiglie delle quali, per la maggior parte, rimangono incorporati, sovente senza distinzione dai tigli legittimi, lino ad età maggiore.
Orfanotrofi. —Nel passato l'avia ebbe due Orfanotrofi per i maschi uno fondato dal caritatevole patrizio veneto Gerolamo Miani, coll'aiiito della nobile famiglia pavese dei Gambarana (1531); l'altro istituiti) nel IDI 1 da Fra Domenico Piacentini. Entrambi gli istituti funzionavano ila oltre, un secolo, distinti, dotati dalla carità e da cospicui legati. Nel 1781, in seguito alle provvide: riforme, che spinto dall'alito dei tempi moderili e dalla incipiente rivoluzione politico-morale, il governo ili Giuseppe 11 andava introducendo in Lombardia,, i due Istituti vennero fusi in uno solo installatosi nel soppresso monastero di San Felice, dove ora tuttavia risiede, in via dell'Orfanotrofio.
Vi sono accolli orfani dal settimo al decimo anno, istruiti ed avviati ad un mestiere; nel diciottesimo anno lasciano l'Istituto portandosi i guadagni fatti col loro lavoro.
L'Orfanotrofio femminile fu istituito in Pavia nel 1G28 ad opera della nobile donna Maria Sa-lazar, vedova al patrizio Beccaria, coadiuvata nel-1 impresa dal vescovo Laiiilriani Xel 1700 venne portato nel soppresso convento di San Felice, ov'era I Orfanotrofio maschile, occupandone t'ala di ponente. Le fanciulle, vi rimangono fino ai 21 anni e le meritevoli ne escono, oltre il ricavo dei loro lavori, con diritto a sussidi dotali in caso di matrimonio.
l'ia Casa (l'industria e ricovero. — Questo istituto venne aperto nel 1817, ad iniziativa di benemeriti cittadini ; ed ora ha sede nel soppresso monastero di Santa Maria delle Caceie in via Alessandro Volta. \i sono ricoverati, trovandovi proficuo lavoro ed alimento, i poveri della città clic non troverebbero altro modo per procacciarsi i mezzi di sussistenza. A quelli, che per ragioni speciali non possono entrare nell'Ospizio, si