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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Si l'arte Seconda — Alla Italia
   Ohi visita oggi Pavia, coi ricordi della grande decadenza romana, del battagliero regno dei Goti, delle catastrofi politiche dei Longobardi, delle vicende del regno dei Berengari e di Arduino, del periodo delle guerre imperiali contro 1 liberi Comuni, nei quali il nome di Pavia campeggia sì grandemente e sì fortemente, con azione decisiva quasi, sulle sorti dell'Italia superiore, non può a meno di provare un'impressione di singolare sorpresa, trovandosi nel mezzo d'una vivace città moderna, che, in una veste affatto nuova e moderna, copre, senza nasconderli a chi li sa cercare, i ricordi di un'epoca ch'essa per la prima ora 11011 invoca nò rimpiange.
   Città civile, fortemente patriottica, largamente liberale, democratica nello spirito pubblico ; città di lavoro, di pace, di studio, Pavia moderna va ogni giorno più spogliandosi di ciò che 111 eredità vi avevano lasciate le tradizioni del passato. Alla grandezza sua politico-militare, fondata su odii, prepotenze e tiranniche oppressioni di stranieri, essa contrappone la gloria luminosa d'avere dato uno dei più gloriosi manipoli della legione dei Mille; al vanto di essere stata la capitale dei regni goti, longobardici ed italici, d'essere stata la città prediletta d'imperatori teutonici, contrappone ora quello, senza confronto più nobile e glorioso, di essere sede di una illustre Università, dalla quale tanta luce di sapere, di civiltà e di bene dovunque si spande.
   PAVIA MONUMENTALE
   Dell'antica Ticinum, come la dissero i Romani ; della l'apìa, come la si cominciò a chiamare nei bassi tempi; della città delle Cento Torri, come per antonomasia la chiamarono i retori, per quanto pedestri, del medioevo, rimangono monumenti sufficienti per interessare l'archeologo e lo storiografo: 11011 però nella quantità e coll'im-portanza — specie nel periodo romano — che si potrebbe aspettare da una città che ha un periodo storico sovente fastoso, 11011 interrotto, di oltre duemila anni e che nel periodo romano fu certamente, dopo Milano, fra le più illustri della Gallia Cisalpina ed Insubre.
   11 Muto dall'accia al collii. — 11 monumento più curioso e caratteristico che Pavia vanta del periodo romano è la statua del eosidetto Mulo dall'accia al collo. E questa una statua romana, del secondo secolo dopo Cristo, elle ora si vede appoggiata al muro rientrante di una casa in corso Cavour, sopra un rozzo piedestallo. La statua è in marmo pcntelieo, assai deteriorata dal tempo, dalle ingiurie degli uomini e delle scolaresche — in particolar modo — che per vari: secoli si sfogavano a farne bersaglio di ogni sorta di proiettili ; manca del naso, della mano sinistra e la testa è tenuta fissa sul torso da un grosso pezzo di ferro. Rappresentava in origine un personaggio togato e corona tu, probabilmente un magistrato od un console ; sebbene taluno sia corso persino a ritenerla la statua d'un imperatore. Ma questa supposizione é contrastata da molti argomenti
   L'abate P. Terenzio, che specialmente studiò i monumenti della Pavia romana, da un'iscrizione romana, trovata pure in Pavia, argomenta che questa statua rappresenti Tito Didio Prisco, cittadino romano, nome insigne per le cariche occupate e per le virtù proprie, vissuto intorno al secondo secolo. Artisticamente, la statua accenna già al periodo della decadenza, ed è anche per ciò che ultimamente alcuni vollero, non forse
   a torto, ravvisare in essa la statua di Severino Boezio, che, come si vedrà, q ni dopo lu nga prigionia venne da Teodorico fatto giustiziare ; notasi già una certa sproporzione tra la misura delle gambe col rimanente del corpo; il panneggiamento non è trattato con quella maestria, che sente ancora del periodo più fortunato dell'arte romana. Il limbo della toga, ripiegantesi sul petto ed aggi-rantesi intornu al collo, in modo da avvolgere in parte il braccio destro, siccome era uso dei maggiori personaggi, specie quando intervenivano al foro od a pubbliche funzioni, fu interpretato dal popolino per un'accia o matassa di filo, onde il nome singolare rimasto a questa statua di Mulo dall'accia al collo: unito, perchè — sempre secondo la leggenda popolare che non ¦La alcuna consistenza storica — si volle ritratta in quella statua una spia, la quale, caduta nelle mani dei cittadini, per quante minaccio le fossero fatte e torture inflitte seppe mantenersi sempre nel più rigoroso silenzio.
   H IkijisohI — Altro monumento forse del periodo romano rimasto in Pavia fino allo scorcio del secolo passato, del quale i vecchi fino a pelli anni fa serbavano memoria e di cui sono rimaste le descrizioni ed i disegni in antiche stampe, era il eosidetto Reiftsole, che sorgeva in piazza del Duomo. Si credeva questa nientedimeno che la