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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   °202
   Parte Seconda — Alla Italia
   o nella pianutra, già provata nel marzo 1819, (li Mortara* Specialmente i paesi di Palestre, di Casaline, di Vinzaglio e di Confienza erano densi di Austriaci. A Palestre era concentrato, col quartier generale, il maggior nerbo dello loro forze. 11 giorno 30 maggio Fanti, Durando, Cialdini ed il re, col quartier generale, attraversano, su ponti di barche apprestati nella notte, la Sesia; e l'operazione, lunga e difficile, che gli Austriaci dall'alta riva opposta, se maggior previdenza li avesse guidati, avrebbero potuto facilmente contrastare e certo sconcertare, si compì senza notevoli inconvenienti. Guadagnata la riva sinistra, la marcia degli Italiani ebbe por obbiettivo Palestre. Le strade non erano a ciò molto favorevoli. Fra la pianura di Palestre, Mortara e la Sesia liavvi un forte dislivollo; le strade per un tratto di oltre mezzo chilometro corrono incassate fra alte trincee e rive, sì da sembrar talvolta delle vere gole. Gli Austriaci avevano tratto largo profitto da queste per loro favorevoli condizioni topografiche occupando la strada che conduce a Palestre con una brigata di fanteria ed una batteria di cannoni. Alla distanza di un chilometro e mezzo circa da Palestre gli esploratori della divisione Cialdini s'imbatterono cogli avamposti nemici presso al terzo ponte traversante la roggia Gamarra. Si fu subito alle mani. I bersaglieri si impadronirono della posizione, cacciandone gli Austriaci alla baionetta. Furono collocati pezzi d'artiglieria sul ponte onde proteggere la marcia in colonna del corpo procedente verso Palestre. Nel frattempo la divisione Fanti dirigevasi su Confienza, quella di Durando su Vinzaglio, Castelborgo e Casaline. Questo movimento delle truppe sarde doveva mascherare o coprire un movimento di maggior importanza dell'armata francese, che da Vercelli e Prarolo, varcando la Sesia, doveva portarsi rapida su Novara, mentre il nemico sembrava volesse aspettarla ben preparato di piò fermo davanti a Mortara. La pioggia e l'improvviso ingrossamento della Sesia impedirono la immediata esecuzione di questo piano che doveva essere per la massima parte eseguito dalle truppe dei marescialli Niol e Canrobert, lasciando così le truppe sarde esposte oltre il prevedibile di fronte ad un nemico di forze tanto superiori e ben stabilito nello sue posizioni.
   Dalla roggia Gamarra l'esercito sardo procedette rapidamente su Palestre ove fu accolto da viva moschettarla e da mitraglia; tuttavia dopo replicati assalti riusciva ad impadronirsi della strada principale e della chiesa. Gli Austriaci, a cui s'erano aggiunti duo battaglioni ed artiglierie venuto fresche in soccorso da Robbio, s'erano concentrati in buona posizione presso il cimitero mettendo in angustie il reggimento comandato dal colonnello Brignone, in soccorso del quale dovette intervenire, con altre truppe, Cialdini. La lotta durò accanita e nell'interno del paese ed al cimitero finché gli Austriaci sopraffatti dovettero ritirarsi precipitosamente su Robbio, lasciando morti per le vie e pei campi adiacenti e circa trecento prigionieri con tre ufficiali. Mentre questo faceva Cialdini a Palestre, Durando occupava Vinzaglio, cacciandone dopo un vivo assalto gli Austriaci che resistettero a lungo nell'intento del paese.
   La colonna Fanti, che scendeva da Borgo Vercelli per dirigersi su Confienza, fu arrestata nella sua mossa da una grossa colonna di cavalleria austriaca mandata in ricognizione da Robbio. Questo avveniva nel pomeriggio del 30 maggio, mentre i Francesi, dall'improvviso ingrossamento del fiume che aveva danneggiati i ponti erano ancor trattenuti sulla destra della Sesia.
   All'indomani, 31 maggio, Giulay volendo rialzare il morale delle truppe che cominciavano ad essere sconfortate peliti incerta, titubante e tarda sua direzione, mandò il feld-maresciallo Zobel col settimo corpo d'esercito, truppe sussidiarie, alla riconquista delle posizioni perdute il giorno innanzi, col mandato imperativo di ricacciare i Piemontesi al di là della Sesia. Il tentativo di rivincita era preveduto da Cialdini che nella notte aveva provvisto all'eventualità. Alle dieci del mattino, circa, . due eserciti trovaronsi di fronte: oltre trentamila uomini combattenti per parte degli Austriaci, meno di ventottoinila per parto dei Piemontesi, compreso il terzo reggimento zuavi,