Voghera
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Fig. 71. — Voghera: Palazzo Municipale (da fotografia Cicala).
nel 1337 dai Beccaria, turbolenti patrizi pavesi che spadroneggiavano anche nell'Oltrepò. Passata questa regione, come tante altre della Lombardia, in potestà dei Visconti, il castello di Voghera venne, nel 1372, ampliato e reso più forte per ordine di Galeazzo Visconti, che voleva difendersi dai Malaspina e dai marchesi del Monferrato ad un tempo. L'edilizio che ora rimane è di questo periodo e consta di un massiccio fabbricato quadrilatero, con un torrione sporgente sul davanti, destinatoìalla custodia della porta. Su questa veggonsi ancora tracce dei fori e delle scanalature per le catene ed ì sostegni del ponte levatoio. Intorno al castello, dandogli maggiore risalto, girava un largo fossato che venne, molto opportunamente per l'igiene cittadina non solo, ma anche dei disgraziati chiusi nel carcere giudiziario, interrato, diminuendogli però quell'imponenza che lo caratterizzava per edilizio medioevale. Al castello si annodavano le mura del borgo — allora Voghera non era peranco assurta a dignità cittadina — costrutte in varie riprese, specialmente nel secolo XI e rifatte nel 1337, nel 1375, nel 1380, nel 1303, nel 1401 e nel 1412, all'indomani, si può dire, di qualche avvenimento guerresco, dal quale erano state danneggiate. La maggior parte delle mura si sfasciò nel secolo scorso e, nel 1722, delle quarantasei piccole torri che ad ogni tratto le rafforzavano — prendendo nome dalle famiglie che ad erigerle avevano contribuito — rimanevano ben poche. Altre caddero verso la fine del secolo scorso. Dal 1822 al 1830, quando nuovo e fiorente avvenire disegnavasi per la graziosa città, tutto quanto rimaneva delle antiche mura, essendo sindaco del Comune il conte Giuseppe Cavagna, venne demolito e sul loro circuito spianato sorsero nuovi quartieri e la bella ed alberata via di circonvallazione.