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Parte Seconda — Alta Italia
Fig. 75. — Voghera : Palazzo della Gassa di Risparmio (da fotografia Cicala).
Oltre le già ricordate case spiccano in Voghera, per buona architettura ed aspetto signorile, la casa De Ferrari, in via del Castello; Camerini e Meardi, in via della Maddalena; Servetti, in via Mazzini; Cornala ed altre altrove, che danno alla città quell'aspetto moderno e geniale che conquista di primo acchito il visitatore.
La pubblica beneficenza ha in Voghera antiche tradizioni. Le memorie della città raccolte con cura dal canonico Manfredi, dal Reccagiii e da altri accertano dell'esistenza in Voghera, fin dal secolo X, di istituti benefici, di pubblica assistenza. Altri ne esistevano nei secoli XI e XII. Erano generalmente ricoveri per gl'infermi, lebbrosi e derelitti, oppure per i pellegrini. Il più antico di tali istituti, di cui le carte voglieresi serbino ricordo, è quello fondato nell'anno *JS6 per un lascito di quel Bovo, nobile provenzale, morto a Voghera durante un suo pellegrinaggio, guerriero, uomo caritatevole e pio, che fu poi canonizzato e scelto a patrono della città, vissuto appunto nel secolo X e del quale alcuni antichi bassorilievi del secolo XIII circa, che ancor si conservano in Voghera (fig. 78), pretesero di tramandare ai posteri le sembianze. Intorno al 1000 l'ospizio fondato da Bovo sorgeva presso la Staffimi; nel 1100, col nome di Ospedale di San Lazzaro, era governato da un ministro eletto dalla badessa del monastero del