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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia
   Bilancio comunale rli Voghera per la gestione 1889:
   Attivo Passivo
   Kntrate ordinarie . ...... L. 411,790
   1(1. straordinarie.....» 27,9%
   Differenza attiva dei residui . . » 12,113 Partite di giro e contabilità speciali s 104,178
   Totale L. 550,377
   Spese obbligatorie ordinarie . . , L. 22-4,012
   lil. id. straordinarie . . » 103,007
   Partite di giro e contabilità speciali. » 104,178
   Spese facoltative .......» 124,520
   Totale L. 550,377
   I dintorni immediati di Voghera sono, oltreché ainenissiini, interessanti a visitarsi e ricchi di memorie storiche. Nell'ambito del Comune si trovano bellissimi paeselli e ville signorili : citiamo fra i primi la graziosa borgata ili Cauipoferro, fuori di porta San Pietro, frazione del Comune. Anticamente era detta la Corte dì Gr ugnella e quivi, nel 1175 tenue campo Federico Barbarossa, lasciando alle località circostanti i nomi di Campoferro,di Gari, Castello, Gualchimi, Lazzaretto, tutte ville del suburbio vogherese appartenenti a questa parrocchia.
   Fuori di porta Plana, verso il Po, trovasi il villaggio di San Gaudenzio, da papa Adriano IV, nel 1137, concesso al vescovo di Tortona; più tardi se ne impossessò la podesteria di Voghera che, nel 13(16, vi impose dazi e, nel 1375, dovette difenderlo contro le pretese dei Piacentini. Vi sono gli avanzi di un antico castello, che fu dei Beccaria prima, dei Taverna poi ed ora è proprietà della famiglia Radice.
   Le campagne che circondano Voghera sono meravigliose per l'intensa vegetazione e SOpràtuttO per ricchi vigneti, sebbene in perfetta pianura. Vi sorsero (pia e là alcune ville e vi spesseggia una miriade di microscopiche casettine, dette vigne, popolate domenicalmente da allegre brigate.
   CENNO STORICO
   Gli eruditi, con buone ragioni, attribuiscono a Voghera origini antichissime, anteriori al periodo romano, alleluiando che questa terra fu abitata dai Liguri, i quali fattisi amici dei Romani, mentre questi operavano la conquista della vicina Insubria posseduta dai Galli Cisalpini,, la eressero a colonia col titolo di Colonia forum Jidi Irienshtm, centro cioè della colonia mia, sulla strada principale che da Roma metteva nell'Italia superiore, in Liguria e nella regione subalpina. L'importanza e la fedeltà della colonia Mente dovettero senza dubbio esser molte, perocché essa ebbe da Roma dignità sacerdotali, presidii di legionari, ordini patrizio e plebeo, costituzioni e franchigie. Ciò è avvalorato da lapidi, frammenti, traceie di pavimenti, di mosaici, rinvenuti negli scavi fatti tanto in città che nelle sue adiacenze, a cui si debbono aggiungere oggetti ìli bronzo di uso domestico, pezzi di statue, fondamenta, avanzi di grosse muraglie, lastre di marmo, zoccoli di colonne, capitelli, ipogei a grandi embrici, tombe con ossa e ceneri limane, anfore, vasi, piatti, lucernette, cammei, piccoli busti d'imperatori romani, una statuetta in alabastro rappresentante l'ale, in istile arcaico; un busto di Adriano imperatore in bronzo dorato, un sigillo finnico scolpito in pietra dura sanguigna ed una quantità di monete consolari ed imperiali, tutte cose del periodo dell'era romani dinotanti l'importanza del luogo in cui si rinvennero. Le lapidi, più o meno frammentarie, rinvenute in luogo, vennero studiate ed interpretate dallo Aldini, dal Capsoni, dal Mommsen, dal Sanguinetti e dal vogherese dottissimo Manfredi.
   Nelle prime incursioni degli Unni in Italia e nelle successive invasioni dei barbari, la colonia Iria ebbe a soffrire grave iattura, e per un secolo e più il suo nome si perde nella storia, per non risorgere se non nel periodo della lotta disperata fra Goti, Bizantini ed Italiani, avversa ai primi e quindi da essi danneggiata, col nome di Ficus Ir tur, che lentamente, nel gran crogiuolo della barbarie e dello imbastardimento di