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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia
   sanguinosamente già dilaniavansi per le vie di Pavia. Dal 1213 al 121 fi le lotte intestine fra Guelli e Ghibellini, fra nobili e plebei voglieresi, sembra tocchino il parossismo. Nel 1219 si fa la pace e comincia la serie dei podestà voglieresi Alberto di Cane-panova, pavesa nel 1219 entrò in carica secondo podestà Gaiferio Isimbardi, pure pavese ; ma nel 1222 si ritorna al governo popolare colla suprema magistratura dei consoli; senonchè, nel 1231, è ripresa la serie dei podestà. Ciò prova che Voghera, sebbene non avesse titolo di città e fosse sulle carte e nelle cronache del tempo considerata sempre come borgo, castello e pieve, aveva importanza di città, si governava come città ed agiva pienamente nell'orbita politica delle città italiane, seguendone, nel suo piccolo, la complicata legge delle rivoluzioni e controrivoluzioni, che fanno così tipica e movimentata la storia dell'Italia superiore e inedia nei secoli XIII e XIV, tanto nelle sue linee generali, (pianto nei fatti particolari e negli sminuzzamenti suoi anche nei piccoli centri.
   Alle sanguinose lotte interne si aggiungono le cupidigie dei potenti vicini e di tratto in tratto, durante i secoli XIII e XIV, Voghera è contrastata e posseduta da Guglielmo del Monferrato, da Manfredino Beccaria ed altri di questa famiglia pavese : dai Visconti, dai Torriani, dai Langosco; è presa da Lodovico il Bavaro, poi ripassa ai Beccaria, ai Visconti, al marchese del Monferrato e ritorna infine ai Visconti, subendo ili tutti questi passaggi, mutamenti, saccheggi, rapine e danni d'ogni sorta.
   Consolidatosi il principato visconteo nella persona di Gian Galeazzo, Voghera riebbe per decreto di costui, nel 1389, il godimento elei propri! statuti, cioè l'autonomia amministrativa e politica, senza infeudazioni, al pari delle maggiori città e terre del Ducato. Nel 1402 Filippo Maria Visconti fa conte di Voghera e del suo territorio Castellino Beccaria, suo fidato amico: ma, nel 1414, Voghera, che non voleva subire infeudazioni, si ribella al conte e riafferma la sua fedeltà al duca; e questi, che abbisognava di fautori, più tardi la dà ancora in feudo, insieme a Bobbio ed a Castel San Giovanni, ai Dal Verme, contrastata a questi dai capitani di veutura che si pagavano di quanto era loro dovuto dal duca, per i servizi resigli nelle molteplici guerre, occupando or quella or questa città.
   Allo sfacelo del Ducato di Milano, Voghera è, nel 1499, da Lodovico XII re di Francia data in feudo al principe di Ligny ; nel 1500 passa a Galeazzo di San Severino ; nel 1512 ritorna in podestà dei Dal Verme ; quindi soffre saccheggi da Francesi, da Spagnuoli, da Svizzeri. Alfine, nel 1538, aggiustate un po' le cose e gli Spagnuoli rimasti padroni della Lombardia, Voghera ritornò ai Dal Verme. Il tristissimo secolo XVII fu anche per la piccola città un periodo di grande depressione : un continuo passare, per compre e vendite del suo territorio feudale, da una famiglia nobile all'altra, che dissanguavano con balzelli, contribuzioni e prepotenze le popolazioni, senza una cura al mondo del loro benessere morale e materiale.
   Finalmente, dopo 1111 alternarsi continuo di disgraziate vicende, per effetto del trattato di Worms (13 settembre 1743), Voghera con tutto il suo territorio fu, dal governo imperiale di Maria Teresa, ceduta al re di Sardegna, e Carlo Emanuele III nel riordinare gli Stati nuovamente acquistati, cioè la Lomellina, il Vigevanasco, il Vogherese ed il Bobbio,se, diede, nel 1748, a Voghera il titolo di città, affrancandola da ogni vincolo feudale e la pose alla testa di tutta la vasta provincia dell'Oltrepò pavese, mettendovi al governo 1111 comandante generale, un prefetto 0 intendente 0 governatore, un presidente di tribunale, un riformatore degli studi, al pari di ogni altra città capoluogo di provincia. Questo stato di cose non subì che variazioni di forma durante il periodo napoleonico e durò press'a poco invariato fino al 1848, epoca in cui, pel nuovo soffio di libertà, Voghera ebbe il Consiglio comunale, il Consiglio provinciale e tutti gli uffìzi inerenti ad un capoluogo di provincia, rimanendo in tali condizioni fino al nuovo ordinamento provinciale del Regno d'Italia, in cui decapitata della propria autonomia venne aggregata, come capoluogo di circondario, alla nuova provincia di Pavia.