236 Parte Seconda — Alta Italia
Figi 82. — Casei Gerola. Chiesa parrocchiale (da fotografia Cicala).
Casei Gerola (2013 ab.). — Questo Comune, formato dall'unione dei due paesi di Casei e di Gerola, che fino al 1853 erano Comuni autonomi, fu lungamente capoluogo di mandamento, fino a che la legge del 30 marzo 1890 non lo soppresse riunendolo al mandamento di Voghera. Si stende il territorio di Casei Gerola a nord-ovest di Voghera, sulla sponda sinistra del Curone. La strada da Voghera per la Lomellina attraversa la borgata di Casei. Questa conta circa 1700 abitanti ed è un bel paese (81 metri sul mare), con edifizi antichi e moderni meritevoli di rilievo. Fra tutti importante è la chiesa parrocchiale, in istile gotico del secolo XIV, con artistiche decorazioni in terracotta sulla facciata (fig. 82), sorta su un'altra più antica del periodo longobardo, ed insignita del titolo di pieve. Notevoli sono pure in Casei gli avanzi del suo castello che fu degli Squadrelli (fig. 83), con torri, parte delle saracinesche e del ponte levatoio clic lo difendevano, e belle finestre a sesto acuto ornate in cotto, vaste sale, delle quali una con un grande camino in inarmo ornato di sculture del secolo XV (fig. 84). Vi sono pure avanzi delle nutra, massiccie, che anticamente cingevano il borgo. Oltre della parrocchiale insigne, notata in documento del 702, con canonici e cappellani del XII secolo, Casei Gerola ha altre chiese dei secoli XVI e XVII; fra le istituzioni locali, vanno ricordati l'Ospedale con priorato dell'Ordine Gerosolimitano, un Monte di pietà e la Congregazione di carità.
11 territorio di Casei Gerola, ben coltivato ed irrigato da canali derivati dalla Staf-fora e dal Curone, è fertilissimo. Produce cereali d'ogni specie e lino, legumi, gelsi, viti, frutta. Vi si alleva bestiame da stalla, da cortile; la produzione dei latticini, dei bozzoli e del vino sono le industrie locali di maggior sviluppo.
Cenno storico. — Cospicua è l'antichità di Casei, notata negli atti di S. Bovo, della cui chiesa plebanasi trovano notizie nelle carte della Curia tortonese e di Pavia fin dai secoli IX e X. Spettò primamente al monastero del Senatore di Pavia e poi all'antica abbazia di San Pietro in Ciel d'Oro pure in Pavia, cui fu confermata nel 962 da Ottone I imperatore. Signori di questo luogo, per privilegio di Federico Barbarossa, figurano i Pavesi; nel 1197 un Obertoedun Giovanni, forse fratelli; nel 1410LancellottoBeccaria