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l'arte Seconda — Alta Italia
< Claudio Marcello, il prode dei prodi, sconfisse ed uccise il re Yiridoinaro e che poco
< appresso fu assediato e preso da Annibale >. Tale monumento è il cippo funerario notissimo ai dotti ed agli archeologi detto ielVAttilic^ che ora trovasi in una villa signorile del Comune di Villanterio, m mandamento di Corteolona, sull'altra sponda del Po. Se questo cippo, rinvenuto nei pressi di Casteggio, fu troppo inconsideratamente trasportato ove ora si trova, non mancano però in luogo altre memorie romane di scria importanza archeologica, come la lapide di G. Calusio, murata nel cortile del presbiterio e l'altra che si osserva sotto il passaggio coperto del palazzo Municipale. Altri cimelii del periodo romano si rinvennero nei dintorni di Casteggio, quali il monumento funebre di uno dei membri del Collegio dei beccai, esistente a Tronconero — pezzo finora mal conosciuto dagli archeologi credendosi un'ara — riferentesi al periodo più prosperoso della Repubblica (150 av. C.), molte lucerne, embrici, vasi, un bellissimo
Fig. 88. — Gatteggio : Fontana d'Annibale (da fotografìa Cicala).
bicchiere aretino (ora nel Museo civico di Storia patria di Pavia) e molte monete imperiali del 1 e II secolo ed alcune del IV (Costantino) importantissime. Pei quali oggetti, almeno nella massima parte, ha preziosissima raccolta il cav. dott. Carlo Giulietti, che li ha illustrati in apposite lodate pubblicazioni,
E si comprende come i monumenti ed i ricordi romani spesseggino intorno a Casteggio. Dopo la famosa battaglia di Marcello contro Viridomaro, Clastidium, in seguito alla battaglia del Ticino, nella quale i Romani guidati da Scipione seniore furono sconfitti da Annibale, fu occupata da questi (218 av. C.) cedutagli da Publio Dario comandante del presidio, dovendo egli dopo la nuova sconfitta toccata ai Romani sulla Trebbia ritrarsi di là. Una antichissima fonte, di stile etrusco, che ancora vedesi in paese, porta il nome di Fontana d'Annibale (fig. 88), perchè la ininterrotta tradizione l>opolare vuole che quivi venissero ad abbeverarsi i cavalli d'Annibale e dei suoi guerrieri.
Nel 186 av. C. il console Emilio Lepido fa aprire la grande via, che da lui prese nome, da Rimini a Piacenza, la quale città viene fatta capoluogo della Gallia Citeriore; nel 147 av. C. dal console Spurio Post conio è continuata l'opera di Emilio Lepido, colla via che da Piacenza per Tortona conduceva a Genova, la famosa via Postumia, della quale nell'Apennino ligure, nelle valli di Scrivia e di Polcevera, si trovano ancora avanzi. Questa via, tenendosi a monte, passava per Casteggio. Nel 108 av. C il console Emilio Severo rettifica l'opera ili Postumia con un altro tronco stradale, in piano, che da Piacenza per Casteggio e Voghera si univa quivi alla via l'ostumia. Nel