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l'arte Seconda — Alta Italia
e più a sud, verso la base delle colline preapenniniehe ; Stradella o Camillo-magus, come fu detta questa località dai Romani, già anche ai nostri giorni abbastanza vicina al Po, doveva esserlo assai più nel passato, prima clie le allora maggiormente copiose alluvioni formassero il largo estuario, diventato oggi la fertilissima pianura di San Cipriano, Poi t'Albera, Arena Po.
L'erudito storiografo e raccoglitore di memorie pavesi, il Vidari, nella sua diligente Carta corografica dell'antico Agro ticinese, lia segnata la posizione di Camillo-magus ov'ò ora precisamente Stradella. Le Tavole Itinerarie Romane, pubblicate dal dottissimo Peutinger, alla sezione in, si trova: ab Irlo XVI Camillo-magus, e l'Itinerario di Antonino Pio segna : Placentia XXV: Camillo-magus XVI, Iria, ecc., segnando a Camillo-magus il luogo sulla sinistra della Versa, a piedi della Rocca di Montalino, ove è appunto oggi Stradella. Altri opina che Proni, allora pur esso vicino all'acqua, potesse essere Camillo-magus; ma ostano a questa ipotesi ragioni topografiche e di distanza: si sa che le tappe romane avevano una singolare regolarità e tra Placentia ed Iria, Stradella è più regolarmente equidistante che non Broui. Del resto queste sono sottigliezze che a poco concludono. Ciò che importa stabilire si è la cospicua antichità di questi luoghi sulla grande via romana, antichità che si riallaccia al periodo dei nostri albori storici.
Sotto Roma Camillo-magus, luogo di tappa, ebbe certo grande importanza, fu Castrimi e fors'anco Oppidum. Nei dintorni di Stradella e nel sottosuolo stesso della città si scavarono più volte tombe, armi, utensili, monete ed oggetti del periodo romano e preromano ; sul principio del nostro secolo, scavandosi per certi lavori nel greto del torrente Versa, fu rinvenuta una bellissima statua di Pai/ade armata, la quale venne donata a Carlo Felice allora re di Sardegna. Questa statua è oggi uno dei pregevoli ornamenti nel Musco d'antichità a Torino.
Secondo il Giulietti, storico locale, buon illustratore di questa regione, Stradella (Parea-strata o Strida vìa) sarebbe stata fondata da profughi pavesi e d'altri luoghi in quel periodo in cui, sotto il disgraziatissimo regno di Berengario I, gli Ungheri invasero l'Italia, mettendo a soqquadro ogni cosa ed incendiando perfino Pavia, la capitale del regno. Ma tutto fa credere, che se dei profughi si rifugiarono in questi luoghi vi dovesse essere di che difenderli, e certo dove fu Camillo-magus dei Romani, Oppido o castello che fosse, non potevano mancare difese e propugnacoli, tanto più che la via Emilia era ancora una delle poche arterie rimaste al movimento umano nel cupo medioevo. Il più delle volte però Strida via è compresa nelle memorie che riguardano Montalino e la sua rocca, l'importanza della quale risale al periodo longobardo.
Nel 1029 Montalinus e territorio circostante, e per conseguenza anche il luogo di Stradella, fu da Gerardo Diacono venduto ad Ugone, fratello di Azzo I, marchese di Este, che, come vedemmo, nello stesso anno donava il pingue feudo alla Curia vescovile di Pavia, alla quale già Stradella e Montalino, fino al 1821, all'abolizione cioè di ogni sistema e privilegio feudale, stabilito anche nella legge degli Stati Sardi, dovettero tributi speciali a quel Vescovado.
In un diploma di Federico Barbarossa del 1164, a favore di Pavia, sono nominate varie terre dell'Oltrepò, Montalino compreso; ma di Stradella non è fatta parola. Ma, nel 1220, Federico II, con un suo diploma, accorda a Strida via il privilegio del mercato, privilegio che Broni non ebbe se non due secoli dopo e Casteggio più di due secoli e mezzo appresso: il che prova come, al principio del secolo XIII, Stradella avesse importanza maggiore delle altre terre che tra Piacenza e Voghera si trovavano sulla via Emilia.
Nel periodo delle lotte comunali e signorili Stradella subì la sorte dei piccoli tra» vantisi fra maggiori cozzanti fra di loro. Ebbe a subire danni più volte dai Piacentini in guerra coi Pavesi; dai Milanesi in guerra un po' con tutti, i quali, nel 1216,