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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   3-2
   Parte Seconda — Alta Italia
   vai di Scalve, la vallata di Lovere e la vai Camonica innanzi tutte. L'Oglio, elie ne è il tributario principale, ne è pure l'emissario a Sarnico.
   Lago esclusivo della provincia ili Bergamo è quello di Endine o di Spinone in vai Cavallina, avente un perimetro di circa 13 chilometri ed una profondità media di 10 metri; ha per suo emissario il Cherio, affluente di destra dell'Oglio ed è a 339 metri dal livello del mare.
   Numerosi poi sono nelle Prealpi bergamasche i laghetti alpini a notevoli quote d'altitudine dal mare. Citiamo fra i più noti: il laghetto di Aviasco (2068 in.), di Bar-bellino (2130 in.), di P,ranchino (1820 m.), di Cnrdeto Basso (1700 m.), di Cocca (2030 m.), il lago Gemello (2054 in.), il lago Rotondo (1810 in.), il lago Marcio (J832 m.), il lago Moro (2200 m.), il lago Nero (1977 m.), il lago Zuccotto (1848 m.), il laghetto Venina (1853 m.), il laghetto di Bolzone (1820 in.).
   La speciale conformazione di questa provincia non poteva non renderla di grande interesse anche per la scienza geologica e molti ed illustri studiosi visitarono, esaminarono, scandagliarono, in ogni parte, suolo e sottosuolo della provincia di Bergamo accertandone le antiche e recenti formazioni, rivelandone le più ascose e notevoli qualità, sia dal punto di vista puramente scientifico che da quello dell'utilità pratica, industriale, commerciale ed agricola. Da una pregevole ed esatta monografia, pubblicata per cura delle Sezioni eli Bergamo e di Milano del Club Alpino Italiano, sulle Prealpi bergamasche, sotto la revisione autorevole di Antonio Stoppani, che di questa regione, come geologo e come alpinista appassionato, conosceva gran parte, riassumiamo le principali caratteristiche geologiche della provincia di Bergamo.
   La pianura bergamasca, clic dal piede delle Prealpi si estende sino al contine cremonese, è limitata ad ovest e ad est dall'Arida e dall'Oglio. 11 sottosuolo di questa regione appartiene alla alluvione post-pliocenica, per la massima parte cementata e ridotta in puddinga (ceppo), com'è facile a rilevarsi nel letto dei tinnii Serio, Breinbo e Cherio e dei torrenti Bordo, Moria, ecc.. ecc.; come lo provano le zone di terreno che furono messe a nudo in antico da altre correnti fluviali. Alla alluvione post-pliocenica si sovrapposero i materiali post-glaciali e per ultimo gli alluvionali. Appartengono pure al periodo post-pliocenico il bacino lignitifero di vai Caudino, il bacino lacustre di Pianico (vai Cavallina), ove si rinvennero e si rinvengono tuttavia avanzi di elefanti, rinoceronti, cervi e spoglie infinite di molluschi fluviatili e terrestri, nonché molti vegetali. Del medesimo periodo sono le òrecciole di Camerata e di San Pellegrino in vai Brembana, l'esteso ceppo di P.reinbate non discosto dalla foce del Breinbo in Vdria, conglomerato dal quale da secoli si traggono granili partite per le costruzioni in Milano ed in Bergamo. Tali formazioni ebbero principio all'inizio del periodo glaciale e continuarono a prodursi fino a che il deposito non rimase coperto dalla alluvione fluvio-glaciale e post-glaciale.
   Che la regione bergamasca sia stata invasa dai ghiacciai è ovvio il ritenerlo, tanti sono i fatti che vengono a comprovare l'importante fenomeno. < Il ghiacciaio della Valtellina — scrive lo Stoppani — s'insinuò con mi ramo nella valle San Martino, spingendosi fino alla Pontida verso il Brembo, dove lasciò un vasto deposito d'argilla e immensi detriti morenici sparsi nella valle. Tale deposito venne successivamente reciso ed in parte asportato dal torrente Sonila; cosa che si può verificare percorrendo la ferrovia Bergamo-Lecco, specialmente nei pressi della stazione ili Cisano. L'altezza del ghiacciaio misurava oltre i 400 metri e ne fanno fede i trovatiti o massi erratici che si presentano a Carenilo sui monti che fanno contine colla valle Imagiia; così pure lungo il corso dell'Adria ed alle falde del monte (ìilio, poco lungi da Villa d'Arida, si rinvengono numerosi massi e detriti di granito, gneis e micaschisti che il ghiacciaio