Provincia di Bergamo
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luogo a specialissime, produzioni che. prima o non esistevano o si facevano all'estero, e cioè i filati di doppio, coi quali si fanno le sete cucirine. All'infuori della provincia di Bergamo l'industria delle cucirine non si esercita in Italia che in uno stabilimento del circondario di Lecco ed in qualche altro di minor conto in quello di Conio. Questa produzione è importantissima nella Svizzera ed in Germania, ove però, anziché di doppio, è fatta con seta della Cina e del Giappone ed ha maggior prezzo del doppio. Le fabbriche ili cucirine del Bergamasco e del Comasco hanno liberato l'Italia dalla soggezione che per questo articolo importantissimo doveva all'estero.
Torcitura ed incannaggio. Fino al 1000 la seta era torta a mano; ili quell'anno furono introdotti nella provincia di Bergamo i due primi filatoi a motore idraulico : l'uno in Borgo di Bergamo, l'altro ni Caprino. Nel 17G9 tali filatoi sommavano già a 63; il censimento del 1776, fatto sotto il dominio veneto, ne contava 123, ma piccoli e lenti. In progresso la trasformazione ed d perfezionamento dei mezzi meccanici portò una vera rivoluzione, anche in questo ramo dell'industria serica; la diminuzione considerevole del numero dei filatoi fu compensata dalla potenza delle forze motrici, dalla perfezione del macchinario, dalla grandiosità degli opifizi.
Esistono attualmente nella provincia di Bergamo 51 filatoi, in alluni dei quali si opera anche l'incannaggio e 36 opifici nei quali si esercita solo l'incannaggio. Vi sono in complesso 310,613 fusi, dei quali 247,058 per torcitura e 63,555 per l'incannaggio. La forza meccanica è costituita da 15 caldaie a vapore, della potenza complessiva di 127 cavalli, con 6 motori a vapore di 34 cavalli e 88 motori idraulici di 673 cavalli Nei torcitoi bergamaschi si lavorano anche molte sete non nazionali (cinesi, giapponesi, bengalesi) e gran parte della loro produzione si manda all'estero per alimentare le fabbriche di stoffe della Francia, della Svizzera, del Fieno, dell'Austria, della Germania, dell'America. In generale è molto ricercata sui mercati esteri per la sua bontà.
Cardatura dei cascami. Nella provincia di Bergamo la lavorazione dei cascami, di seta si limita alla cardatura. Il principale opificio che si dedichi a questa industria è quello di Boltiere, recentemente ingrandito, fornito di 32 macchine circolari con un motore a vapore di 28 cavalli ed una ruota idraulica di 30 cavalli; vi lavorano operai per un minimo ili 397 e per un massimo di 500 ; i mercati ordinari per la vendita ili questi prodotti sono Lione e Basilea, e se ne calcola annualmente un'esportazione pel valore, ili un milione di lire In complesso gli stabilimenti nella provincia adibiti a tale industria sono 4 ed hanno 106 macchine o cardatrici circolari.
Tessitura della seta. Nel 1876 furono censiti per la tessitura della seta in provincia di Bergamo 54 telai meccanici attivi. Attualmente ve ne sono 100, oltre 30 inattivi, vi sono pure 66 telai a mano, 47 dei quali semplici e 19 Jacquard, tutti attivi. Se si considera che il ninnerò degli operai esercitanti quest'industria è triplicato, conviene concludere che essa è in notevole progresso; tuttavia si trova ancora ad una enorme distanza dagli altri rami della trattura e della torcitura, che sono i più diffusi ed importanti della provincia. L'anagrafe veneta del 1776, già ricordata, indicava in quel periodo, nel quale la tessitura serica presso di noi era già in decadimento, l'esistenza nel territorio bergamasco di 395 telai. Il decadimento della nobile industria continuò per molte cagioni nel nostro secolo, nè sembra totalmente cessato e cominciata una ripresa progressiva.
Industria della Lana. — L'industria della lana, in 1111 territorio essenzialmente montuoso quale, è quello della provincia di Bergamo e quindi, sotto ogni rapporto, favorevole alla pastorizia, non poteva a meno di avervi grande importanza ed antiche tradizioni. Nel 1179 l'industria della lana, in Ardesie ed 111 altri luoghi della vai Seriana, era governata da statuti proprii; sul principio del secolo XIV gli Umiliati, che erano per eccellenza dei tessitori, avevano sparse per la provincia di Bergamo 24 case-opifici, nelle quali si lavorava e tesseva la lana; nel 1516, il provveditore della Serenissima,