Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Bergamo e Brescia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (38/553)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (38/553)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   3-2
   Parte Seconda — Alta Italia
   tre maggiori arterie della città bassa : la via Venti Settembre, la via Torquato Tasso, ti viale Vittorio Emanuele, pel quale si sale alla città alta.
   L'aspetto di Bergamo bassa, specie nei pressi della piazza Cavour, in via Torquato Tasso, ili via Basane, in via Venti Settembre, è bello e moderno, gaio, pittoresco ed in parte monumentale. Da quivi, l'occhio più che mai allietato spazia sulla città alta, di cui bene si distinguono, al disopra delle mura e dai loro folti alberi, dalle torri, dai pinacoli, dai fastigi, i maggiori edilizi, molti dei quali — anche quelli che 11011 hanno carattere monumentale o storico — nulla hanno da invidiare ai grandiosi ed eleganti palazzi della Bergamo bassa, e nella mirabile conca delle pittoresche e verdeggianti colline.
   Il viale Vittorio Emanuele non è che un grande stradone alberato, pel quale dalla città bassa si sale all'alta coi rotabili Quest'ascesa, che dal lato d'occidente si pratica anche dalla via del Pignolo in capo di via Torquato Tasso, è ora pei pedoni resa più facile e sbrigativa mediante la funicolare, che dal punto ove il viale Vittorio Emanuele fa angolo (altezza 274 ni.), dirigendosi ad oriente ed accentuando la salita, incassata fra alte trincee e sottopassando in galleria alle mura e ad altri edilizi della città alta, va a far capo presso il centro di questa, nella piazzetta delle Scarpe.
   La città alta sorge fra i 302 e 431 metri di altitudine, sur un altipiano ondulato, irregolare, ed essendole stata, nel medioevo e tin negli ultimi secoli Impedita, si può dire, ogni espansione al basso e costretta nelle massiccie mura di cui vollero guarnirla i maggiori suoi dominatori, i Veneziani, ha vie non troppo regolari, sovente strette e malinconiche.
   Quanto è vivace e movimentata — specialmente nei giorni festivi, di mercato e di fiera — la parte piana o bassa della città, altrettanto è quieta, calma, silenziosa, (piasi, la città alta. Mentre al basso è continuo il fischiare e rumoreggiare dei treni ferroviari e delle trainvie, il rotolare dei carri e delle carrozze, dei veifili di ogni specie, nella parte alta dì Bergamo radamente s'incontra nelle v ie qualche carrozzella pubblica, qualche carro di trasporto. Più modesto, in alto, che nella parte bassa è l'aspetto delle botteghe, dei pubblici esercizi, frequentati, si vede, da gente quieta, abitudinaria. Si direbbe (piasi — se non fosse ad ismeutirlo il continuo saliscendi dei vagoncini della Funicolare — clic non v'è rapporto o eqnninieazione fra gli abitatori della città alta e quelli della bassa; che le mura venate, dalle (piali si ha mio straordinario, sconfinato panorama della bassa pianura lombarda, hanno sognato fra gli abitanti dell'inni e dell'altra parte della città una barriera insormontabile, mentre è precisamente il contrario, e la fusione degli elementi cittadini nulla soffre dal dislivello delle (lue sezioni di Pergamo.
   EDIFIZI SACRI
   La Chiesa bergamasca ha, secondo gli storiografi ecclesiastici, origini antiche ed illustri toccanti proprio i primi tempi del Cristianesimo. L'Ughelli, clic con molta diffusione di particolari, se non con pari attendibilità storica, ha scritta la storia ecclesiastica della Lombardia, storia in cui il Muratori, il Giubili, il Verri ed altri autori assai più cauti, ponderati e profondi, riscontrarono gravissime mende, anacronismi ed invenzioni, fa testo noll'attribnire all'apostolo San Barnaba la fondazione della Chiesa bergamasca. Secondo l'Ughelli, San Barnaba avrebbe consacrato primo vescovo di Pergamo San Starno suo compagno e discepolo, che peraltro doveva essere assai vecchio d'età. Dopo San N'amo, sarebbe venuto ad evangelizzare i Bergamaschi e reggerne la Chiesa un San Vittore, indi quel medesimo Sai Romolo cli'ò dai Fiesolani riguardato come il primo loro pastore ; ma nessun documento serio, ali infuori di vaghe tradizioni ìneclioevali dall'Ughelli accettate come di buona lega, comprova tali affermazioni. Soltanto nel V secolo appaiono più documentati i nomi di alcuni vescovi che