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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Bergamo
   problema che il lavoro propostogli offriva, cioè di accordare lo stile austero e severo delle due facciate lasciate incompiute da maestro Frodo, nel 1137, con quello più fantastico c variato allora iri fiore. Non volendo, forse pel rispetto alla loro tradizione artistica che i Comacitii del medioevo hanno mai sempre dimostrato, porre mano nell'opera di maestro Fredo, e volendo, d'altra parte, accettando la importante commissiono, l'are cosa nuova, pregevole, alla quale il suo nome potesse ir avvenire, fra i secoli, raccomandarsi, maestro Giovanni da Campione, anziché rivestire le due facciate, immaginò di eseguire due grandi decorazioni eolie qua li si riunisse e cori temperasse il nuovo col vecchio, e del vecchio avesse a sopravvivere e potesse studiarsi qualche parte; sentimento d'artistica colleganza troppe volte dimenticato nei tempi successivi e nei moderni. Giovanni da Campione cominciò nel 1348 i suoi lavori sul lato guardante la piazza ov'era il palazzo del Comune od Arengo, per il quale ideò una grande porla d'ingresso con vestibolo c frontone di grandiose proporzioni.
   Questo lavoro era già terminalo in mi paio d'anni, nel 1351, imperocché sull'arco dell'architrave leggesi la scritta: 1355: ni. Johannes de Gampilione C. P. (Civis Pcrtjomensis) freni hoc opus. Prosegui il lavoro c pare lo ultimasse nel 1355, poiché sul basamento portante Sant'Alessandro, patrono di Bergamo, a cavallo, si legge ancora : FilitiS U    Poco appresso, il bravo artista clic non potè assaporare mollo delle lodi e dello glorie venutegli per questo lavoro, doveva esserinorto, poiché gli successe, a compiere le decorazioni della facciata opposta, il lìglio Giovanni, il quale impiegò cinque anni nel condurre a termine la facciata meridionale in isti lo gotico lombardo, seguendo un'importante innovazione nello siile al quale è informata l'opera ilei padre suo nella facciata settentrionale. Sulla porta é incisa la scrilta ricordante la data ed il nome dell'autore: —¦ 1300. Mnyisler Johannes F. Q. (filius quondam) Doni. Johannes da Cmnpelio... fecit hoc opus in Chrisli nomine. Amen.
   Dice il Merzario, c con perfetta ragione: « Non può negarsi che coleste due. creazioni sono il prodotto di un raro ingegno e di una abilità rara, e sono di un elicilo stupendo, quale si ottiene raramente. Oso dire, (die se per caso fossero stale attribuite a Giotto, a Giovanni da Pisa, ad Ago-slino, ad Agnolo da Siena, o ad altri nati in Toscana, contemporanei su per giù dei due Giovanni da (lampione, avrebbero grido c ammirazione in tutta Italia. Non staremo a descrivere quelle due grandi opere in marmi, taluno prezioso, nelle (piali spicca la mano dell'areliitello e la perizia grande dello scultore; vi é qualche capriccio eccessivo e qualche scorrettezza ui disegno,
   ma vi abbonda una immaginazione vivace, un ingegno potente, una grande facilità nel maneggio dello scalpello straordinaria.
   « Sulle due porle stanno i due solili leoni, secondo la tradizione comacina, emblemi misteriosi, foglie, fiori, volute, animali di varie e
   Fig. 5.
   Bergamo (S. M. Maggiore) : Fianco della chiesa.
   strane formo. Lo stile di Giovanni padre si attiene al lombardo, quello del figlinolo trascorre al gotico. Quanta niente e quanta verità e grazia in quei lavori ! ».
   Compiendo il giro esterno dell'edilizio dal lato nord al sud, intorno all'abside perfettamente orientata, va notata un'altra piccola porta in istile gotico, attribuita pur questa ai Campioncsi. Qui erano affreschi dì l'axino da Nova, eseguiti intorno al 1381: furono trasportati recentemcnlc in tela, onde preservarli dalla delinitiva rovina, e si trovano ora nelle sale dell'Accademia Carrara.
   Importante per eleganza di stile già tendente al bel rinasrhiienlfi lombardo, è il locale della sacrestia addossalo ad un lato dell'abside, nel 1521, come appare dalle cific scolpite su uria