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Parie Seconda — Alta Italia
lavorate. Intorno al cornicione scorre ima ferie di quadri, ossia ligure simboliche allusive alla storia ed alla cerimonia del battesimo: il tutto e di grazioso disegno, e bellissime, per il tempo, le sculture.
Cessato, per le successive riforme introdotte nei rituali, l'uso di battezzare gli adulti ed in certe festività, questo edilìzio, incluso in un altro, apparve ai fabbricieri di Santa .Maria Maggiore inutile ed ingombrante, onde nel 1M10 lo ì'ecero demolire. 11 materiale fu ceduto ai canonici della cattedrale che fecero ricostruire l'edilìzio sullo stesso primitivo disegno collocandolo al lato settentrionale della basilica. Seuoncbè, quando fu deliberato di aggiungere al Duomo la nuova cappella del Crocefisso, il Battistero fu di nuovo demolito e si stabili di riedificarlo nel cortile della canonica. La rion facile operazione venne con grande amore compiuta dall'architetto Palpino mentre stava attendendo ai lavori della cappella del Crocefisso. Su disegni antichi e ilio- i dcllamloli sui pezzi clic ancor restavano, completò ,
e. riparò i pezzi mancanti o guasti : onde l'edilìzio si può dire ora restituito alla sua primitiva perfezione ed eleganza. I marmi impiegati in questo lavoro sono nella maggior parte broccatello di Verona e bardiglio di Musso, sul lago di Como. In 1111 pezzo di questo bellissimo e compatto calcare, formante stipite della porta, i naturalisti si deliziano ad osservare una grossa ammonite.
All'esterno, la fontana che regge il Battistero e lo tiene a livello del piano della cattedrale e tulta rivestita di antiche interessanti lapidi funerarie, lolle da questa e da altre chiese bergamasche in occasione di restauri o rimodernamenti. Queste lapidi contengono nomi e indicazioni cronologiche assai interessanti per la storia bergamasca : fra l'altre va notata la pietra tombale ili (liiivanni Baccelloni, morto nel 1467, colla figura dell'estinto in alto rilievo, rivestita dei paludamenti vescovili di rito orientale. La cittadinanza di Bergamo considera, ed a ragione, i questo Battistero come una delle cose più pre-, ziose e rare ilei patrio patrimonio.
Le altre chiose di Borimmo restano assai al disotto, o per antichità o por pregi artistici, a questo duo massime che ora abbiamo descritto. L'unica die potrebbe dogna-nientc gareggiare, e con Santa Maria Maggiore e rulla Cattedrale, sarebbe quella (li Sant'Agostino, vicino alle mura, al bastione ed alla porta omonima, in posizione rialzata, quanto inai pittoresca, da cui si dominano ad nn tempo i colli e le ultime propaggini meridionali della catena orobica e, per un'immensa distesa, la sottostante pianura. La facciata della chiesa «li Sant'Agostino (fig. 11) — l'unica cosa clic di essa rimanga, dopo la sua chiusura al culto e la trasformazione dell'annesso convento in quartiere militare, avvenuta nel 171)7 — è senza forse il miglior monumento che dell'arte gotico-lombarda si abbia ancora in Bergamo. E in pietra da taglio ed ha forma cuspidale, quale fu caratteristica essenziale delle chiese medioevali e delle gotiche in ispecio. 1 due lunghi pilastri laterali che la inquadrano sono terminati da due slanciate gugliettc cuspidali di purissimo gotico. Notevoli, come migliori motivi nell'ornamentazione di questa facciata, sono i due alti fin estroni a sesto acuto che ne occupano la parte maggiore, ricordanti lontanamente alcuni di quelli del Duomo milanese e di altri edifizi di carattere gotico. Questi due finestroni, rientranti ed ornati di colonne, di fregi, di .statuette, di arabeschi, possono stare fra i buoni modelli del genere e sono degni d'una visita e dello studio degli amatori di cose d'arte, visita a cui invitano anche la stessa località e. l'amenissimo paesaggio clic contorna l'antico edilìzio.
Le notizie elio si hanno intorno a questa cospicua chiesa risalgono al capodanno del 1590, allorché il vescovo Bongo, siccome afferma il Calvi nella sua Cronistoria, < ne piantò la prima croce >. In origine il tempio fu dedicato ai Santi Filippo c Cin-como ed il convento che v'era annesso appartenne agli Kreinitani. Nella (trovarti di Castello Castelli e narrato < che ni li 20 di luglio 1103 ima grossa mano di tinelli penetrando nel muro di cinta, dalla parto del monte Bell'ante de l'ivola (ora Belvedere), assali la città, ove. andarono distrutti i più ricchi borghi e il convento colla chiesa annessa, ecc. >. Ma certo il cronista bergamasco ha esagerato. La chiesa ed il convento avranno in quello scompiglio patito danno, ma non è a credersi che restassero distrutte affatto; la prova migliore n'ò appunto la stessa facciata, opera, in massima parte anteriore a quell'avvenimento, e proprio del N1V secolo in cui anche fra noi maggiormente fioriva lo stile gotico. Sfrattati poscia, por voto popolare, dal convento gli Eremitani che s'occupavano pili di politica che di religione e tenevano, a «pianto sembra,