Parte Seconda — Alta Italia
Ospedale pei lebbrosi; San Giorgio, er( migliori della città bassa, ove ammiratisi di Lorenzo Lotto, ecc.
EDIFIZI
La sede del Comune. — Il Comune di Bergamo, clic ha, come, vedremo, nella storia ila-liana del medioevo parie nobile e gloriosa, ebbe, noi volgere dei secoli e degli eventi, varie sedi.
Il palazzo Vecchio, o Arengo, o palazzo della Magione, scile ora della Biblioteca rivira, fu la residenza del Comune di Bergamo nel periodo della maggiore espansione delle libertà cittadine e fu il primo palazzo comunale sorlo in Lombardia, dacché esisteva fin dal 1193. Sebbene ili minori proporzioni, quesl'edifizio rassomiglia al palazzo della Ragione di piazza Mercanti in .Milano, ed a quello minore — detto ancora Arengo — di .Monza. Come quesli edifizi caralleristici del medioevo che dovevano servire alle libere adunanze popolari, il palazzo Vecchio di Bergamo e eosli-tn'ito nella parte inferiore da un poderoso porti-calo di Ire arcale sul lato maggiore e ili due. per il lato minore. Tanto le arcale, che i lincslroii sono ogivali — quest'ultimi trifori, con eleganti colonnelle — provano clic l'antico edilizio venne rifallo nel secolo XIII, dopo la pace di Costanza, che consolidò l'esistenza dei Comuni lombardi, l'riina che. sorgesse in questa località la casa del Connine, le. assemblee, tanto del popolo clic dei suoi rappresenlanli, si tenevano volta a volta nelle vicine chiese di S. Maria Maggiore o del Duomo. Colin costruzione dèi nuovo palazzo, leassemblec del Comune, si tennero nell'aula magna, ed il popolo si radunava sotti) il porticato a di Seul ere ed a deliberare sulla decisione dei padri coscritti. Sodo il porticato, sui gradini che ancor si vedono, coperli di tappeti e ili cuscini, si sedevano, in determinale circostanze, i magistrali della città onde pronunciarvi i loro giudizi e sentenze. Onesto edilizio servì per più di due secoli come scile del Comune: nel 1513, durante le guerre clic taulo scompigliarono le cose lombarde, Pergamo essendo invasa dagli Spaglinoli, il palazzo della Ragiono venne ila questi incendialo, e ne oblio gravi danni e, distrutto il tetlo. Più lardi fu restauralo c riabbellito su disegni ili Pietro Isa-bello da Abano, il quale ideò il grande salone che oggi costituisce la miglior parte interna dell'edilizio. Oliando gli uffizi del Connine, nel secolo XVII, passarono, come vedremo, ad allea sede, il palazzo della Ragiono ed il suo grande salone vennero adibiti a vai ii usi, tra cui quello di teatro.
Nel 1813 vi fu collocala la Biblioteca della città. Ciò non toglie che qucsio edilizio non sia, e giiislaiucnle, dai Bergamaschi considerato coinè il simbolo, il palladio delle gloriose loro tradizioni comunali: ed infatti intorno ad esso si rag-
tta nel 1S33; San Bartolomeo, una delle pregevoli dipinti ed uri bellissimo quadro
PUBBLICI
grappano le memorie ed i monumenti clic più illustrano nei suoi fasti o nei suoi dolori la storia cittadina. Sotto il porticato, ad esempio, si leggono le lapidi commemoranti i Bergamaschi morti nelle rivoluzioni e nelle guerre per l'indipendenza della patria: i 208 cittadini di Bergamo, che chi,-liliali da Garibaldi e condotti iri un sol blocco dall'eroico Francesco Nullo, partirono da Quarto per la leggendaria spedizione dei Mille, bagnando del loro sangue i campi di Calalalìnii, di Milazzo, del Volturno: i nomi dei disgraziali solchili, na-Iivi della provincia e della città che rimasero vittime del dovere nella fatale giornata del 20 gennaio 1887 a Dogali. Sul lato meridionale del-i'edilizio, addossata ad uno dei pilastri, ò la statua barocca di Toninolo Tasso, scolpila in marino di Zandobbio dal milanese Vismara e donata nel 1G00 al Municipio ili Bergamo dal patrizio Marcantonio Poppa, estimatore entusiasta dello sfortunato poeta.
Notevole parto dell'edilizio, che chiude la piazza Garibaldi dal lato nord, è la scala d'accesso ai locali della Biblioteca, della Scalone della l'i-blioleca, sebbene conduca anche alla sala della Corte d'assise, ai locali superiori del Tribunale ed all'aulica torre del Comune. Questo salone è largo e drillo, coperto ila un fello in legno e tegole, sorretto da pilasltelli in granito, serba l'impronta della sua vetustà. Lungo lo pareti vennero dal Municipio collocale lapidi e frammenti di sculture antiche tolte da vari luoghi della cillà ed in parlicolar modo dalla soppressa chiesa ili Sant'Agostino. Riguardano auliche famiglio cittadini', e ve ne sono delle interessanti ascii, quali il sarcofago con bassorilievo di Ma (Tei s l'i Snardo ed eredi, datalo dal 1310; quello di Nicola Torriani del 1535: della famiglia Carrara, con un grande stemma lìnanicule scolpilo, datalo dal 118IÌ; quello di Giovanni Capra, del 1323. Notevolissima poi è la lapide ili Guiscardo de' Lanzi, clic si trova murala nella antisala della Biblioteca e che prima era nel coro ili Sa u l'Agosti no. E ben conservata, ed ò scolpila in caratteri gotici bellissimi. L'iscrizione, cosa veramente. inusitata per il tempo ( 1352) e per le. consuetudini allora vigenti, f in lingua volgare ed in versi rimali, si ila formare tre quartine ed una sestina. Comincia cosi :
•> (lui . Giare . Lcxcellcnle . Cavalieri .
.VrsiT . Cii , ixennlo . e . ili . lanci . naia .
EI . quale, . de . virlh . fo . lati , la . ornala .
élla . itirta . in . breve ¦ non , saria . I.cgcr , i .
Questo Guiscardo dei Lanzi fu certamente nomo ragguardevole per il suo tempo, c lo provano gli