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Parte Seconda — Alta Italia
lavoro intellettuale straordinariamente eccessivo, non si riebbe più, anzi si abbattè maggiormente, sì che negli ultimi mesi il sommo maestro aveva (piasi perduta ogni lucidità di mente. Curato amorevolmente dalle nobili donne sorelle Iìazoni-Scotti, Doni-zetti morì in questo palazzo l'i? aprile 1848, quando arridevano all'Italia nuove aure «li libertà e gli albori «li futura grandezza. Nella camera ove Donizet.ti spirò nulla fu
tocco da allora e se ne mostrano il letto e gli oggetti più cari al grande maestro negli ultimi tre mesi di sua vita. 11 palazzo Bazoni-Scotti è all'esterno di bella e severa architettura; ma la via piuttosto ristretta e gli antichi editìzi che. lo contornano contribuiscono a dargli 1111 aspetto ancor più malinconico di quello che le linee classiche della sua facciata non comportino.
\ inno a qm sto palazzo, nella stessa via, trovasi la casa Fogazza, sede prò tempore dell'arciprete della Cattedrale (fig. 20). È un bell'edilizio nello stile del Ili nascita ente nostro, eretto intorno al 1520 sui disegni di Pietro Isabelle detto VAlterno. La facciata è fregiata con bellissimi marini di Nese, ad ornati assai lini, per quanto ora siano in imo stato di deplorevole deperimento.
Sempre nella città alta, in via Colleoni, al n 7, è la casa che fu abitata dal celebre condottiero, allorché, lasciato il favorito castello di Malpaga, passava qualche giorno nella città nativa. Questa, che, i restauri e le modificazioni hanno pressoché trasformata dal primitivo suo essere, fu — con suo testamento del 2?» maggio 1463 — destinala a diventare sede dell'Istituto benefico, del quale, colla massima parto del cospicuo patrimonio da lui accumulato, stabiliva la fondazione. Ma gli eredi poco scrupolosi la vendettero e fu per più secoli proprietà privata. Negli ultimi anni il Consiglio del Pio Luogo, avuto sentore come da uua sala a pianterreno di quella casa sì stessero asportando dagli Inglesi degli affreschi levati dalle pareti, denunciò la cosa alla Commissione. conservatrice dei monumenti, la quale insieme all'allora sindaco conte Gian-forte Snardi, provocò dal Ministero l'ordine di sequestro dei dipinti già imballati e, nel 1891, riacquistò la casa che nel successivo 1892 venne dichiarata monumento nazionale e che fra poco sarà aperta ai visitatori. Si procedette in seguito ai lavori di l'istauro e d'isolamento della sala contenente i pregevoli affreschi ed al difficilissimo e paziente lavoro attende tuttora il pittore. Giovanni Volpi, che va man mano scoprendo preziosi avanzi artistici del 1-100. Di sopra l'architrave di un antisala, sotto un affresco rappresentante Cristo risorto con ai lati due Marie del 1500, se ne trovò un altro più pregevole del 11-00. Nell'antisala, all'infuori d'nn ritratto in grande del ColhWm a cavallo, null'altro v'è di notevole. Ma l'ultima, ima sala rettangolare a vòlto, è interessantissima. Questa sala ò tutta dipinta con un certo stile concettoso che ricorda l'allegoria dell'ottimo governo del senese Ambrogio Lorenzetti di cui va superba
F'ip l'J. —• Bergamo : Palazzo Bazom-ScoUi ove morì Gaetano Donizetli.