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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   68-
   Parte Seconda — Alta Italia
   La spedizione di Attila in Italia, dopo che questi, colla distruzione di Aquileja, si era sgombrata la via davanti, fu in complesso meno feroce di quella d'Alarico. Le città della Lombardia, e tra queste Bergamo, vennero messe a sacco, ma noinucen-diate, nè furono danneggiati gli edilìzi, ne si usarono le armi contro gli inermi cittadini, t vecchi, le donne, i fanciulli, siccome avevano fatto i Goti di Alarico a Verona, Brescia, Bergamo, Milano e Pavia; gli L'uni si accontentarono di dare il sacco alla roba, sì che le popolazioni, dopo quella invasione, rimasero sbigottite, ma sane, salve e libere, e le città, nel secolo susseguente in cui si combattè sì fiera contesa tra Goti, Italiani e Bisantini, appaiono tutte ben munite e fortificate. Nell'amie dell'invasione di Attila la Chiesa di Bergamo era retta da San Pr estanzio, il quale intervenne al Concilio sinodale, indetto a Milano per ordine di S. Leone papa onde combattere l'eresia di Euti-cltete dall'Oriente, minacciante di propagarsi anche tu Italia. 11 vescovo Prestanzio è fra i firmatari della lettera sinodale metropolitana e da ciò gli storici sacri ne deducono il fatto, clic non dal Patriarcato di Aquileja, come era per tutta la Venezia, ina dalla Chiesa ambrosiana dipendeva la Chiesa bergamasca e che il vescovo di Bergamo era suffragalo al vescovo milanese.
   Caduto l'Impero e proclamato il regno militare dei conquistatori, con Odoacre e le sue orde raccogliticcie prima, Teodorico ed i Goti poscia, le notizie di Bergamo si compendiano in quelle generali di Lombardia e solo di speciale notasi il fatto del continuo progressivo incremento della città, la quale, nel periodo di quel regno breve, violento, bellicoso, prende posto fra le primarie città di Lombardia o della Venezia, se — per seguire ti Ronchetti ed altri storici antiquati — si vuol considerare per territorio veneto tutta la plaga compresa tra l'Adda ed il mare Adriatico.
   Durante la contesa fra Goti e Bisaiitìni. terminati poi colla disfatta dei primi e la loro uscita dall'Italia, tace la storia parziale ili Bergamo per l'assoluta mancanza di documenti locali, i quali si vuole siano andati distrutti nell'incendio che la città ebbe a soffrire, uell'S'.M-, per fatto di Arnolfo di Carinzia, imperatele e re d'Italia, sceso fra noi a contendere ti regno al re italiano, Berengario del Friuli
   Breve e poco fortunato è il periodo della dominazione greca nell'Italia superiore. Narsete, l'eunuco vittorioso che aveva debellati i Goti, richiamato per gli intrighi della Corte bisantifta al gineceo, si vendica dell' affronto invitando in Italia Alboino coi suoi Longobardi, popolo fieramente battagliero che veniva dal Nord e già aveva dato filo da torcere all'Impero d'Oliente. Alboino, avventuroso e desideroso di stabilirsi colla sua gente in un paese più aggradevole e fecondo che non fossero le regioni nordiche da cui veniva o la Pantioiua poco primi occupata, togliendola ai Gepidi, mosse all'impresa, che per molte circostanze fu facile ed appianata, conquistando — quasi senza colpo ferire —Verona, Brescia, Bergamo, Cremona, Sitano: a Iwia soltanto trovò, per opera della cittadinanza più che ilei 13 i san Unì, una valida resistenza, clie egli superò con un vigoroso assedio posto alla città. Nell'ordinamento dato da Alboino al conquistato regno, Bergamo, noverata sempre frale maggiori citta dell'Italia superiore, fu scelta a sede di uno dei ducili, o calti militari, che Alboino mise al governo delle Provincie con larghe ed autonome attribuzioni, militari e polìtiche, vincolati dal giuramento all'obbedienza al re, alle leggi longobarde ed agli interessi della loro nazione. Clefi fu il primo duca dei Longobardi in Bergamo, nominato nel 559, ed alla morte di Alboino, nominato re elei Longobardi, gli subentrò, secondo Paolo Diacono, Vollaro (575) e più tardi Gaiidolto (5S9), il quale, pretendendo al trono, si ribellò ad Agilulfo quando questi fu prescelto a sposo dalla regina Teodolinda, rimasta vedova del cavalleresco ed avventuroso Autari. La prima impresa di Agilulfo, chiamato alPouor del Regno, fu dunque di ricondurre all'ubbidienza Gandolfo, assediandolo in Bergamo e pretendendo da lui soggezione ed ostaggi. Il reggimento militare dei duchi longobardi in Bergamo non ha altro vantaggio se non d'ingrandire il territorio soggetto alla