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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia.
   un ponte di nave, della quale l'albero maestro sarebbe la Torre maggiore, la prora l'estremità di ponente, la poppa quella di levante.
   La città è in gran parte circondata dalle vecchie sue mura, il tratto delle quali, vólto a nord, fu ridotto a pubblico passeggio; di là, nei giorni di orizzonte nitido e sereno, si vedono le vette più alte della catena orobica. La periferia delle mura di Cremona misura 5500 metri ed è aperta da quattro porte, cioè: porta Milano a nordovest, anticamente detta di San Luca, per la quale si entra in città dalla stazione ferroviaria, e dalle strade provinciali vegnenti da Milano e da Bergamo: la porta Venezia, già detta di Ognissanti, alla quale fanno capo le strade provinciali di Mantova e Brescia; la porta Po, a ponente, dalla quale si va al Po, corrente a poco più di un chilometro e mezzo dalla città e per la quale esce la strada provinciale per Piacenza; la porta Romana, già Margherita, a levante, dalla quale esce la strada provinciale Giuseppina diretta a Casalmaggiore e Parma. Anticamente erano aperte altre due porte; la porta Mosa verso sud-est e la porta Tintoria a settentrione; questa fu definitivamente chiusa colla sistemazione dello mura settentrionali a pubblico passeggio; l'altra si apriva per comodità del transito in occasione di eccezionali piene del Po.
   La configurazione interna della città — come del resto è di tutte le antiche città lombarde — è assai irregolare e si può dire anche capricciosamente disposta. Le vie, anche le principali — eccettuatone una che, per la sua singolarità, è detta via Diritta, ora via Balestro — sono tortuose ed a linee spezzate; le vie secondarie formano talvolta dei veri meandri. Arteria principale del movimento cremonese è oggi la via o corso Garibaldi, che da porta Milano o dalla stazione ferroviaria si dirige al cuore della città, virtualmente rappresentato dalla singolarmente bella ed interessante piazza del Connine, e dalla deliziosa piazza-giardino, intitolata al nome augusto di Roma.
   Bellissime vie, quantunque non a rettifilo, sono: il corso Vittorio Emanuele, pel quale dal centro virtuale della città si va alla porta di Po, fuor della quale un largo e diritto stradone, fi a alleggiato da due viali a doppia fila ili maestosi platani, conduce al gran fiume, attraversato da poco da uno dei più grandiosi ponti in ferro clic esistano in Italia; la via Palestre, già via Diritta, clic conduce alla piazza della Fiera presso le mura settentrionali, non lungi dalla porta Milano: la via XX Settembre, già San Gallo, che mette capo alla porta Romana; la via Mazzini, già VaUerde, che conduce alla porta Venezia.
   Tra la piazza del Connine e le contigue piazze Cavour, Roma, delle Erbe, i corsi Garibaldi, Campi e Vittorio Lnianuele, si concentra il movimento e la vita cittadina, con una intensità che indarno si cercherebbe nelle altre partì della città, per solito assai tranquille ed ini po' anche malinconiche. Ma le piasse del Comune, Cavour e Roma, colle rie adiacenti, per vivacità di movimento, eleganza e ricchezza di negozi, di caffè, di resUmranls e d'altri simili ritrovi nulla hanno da invidiare a qualsiasi altra città dell'importanza od anche di maggiore entità di Cremona.
   L'aspetto generale della città è assai simpatico, dominando in essa l'impronta della vivace ed industre operosità dei suoi abitanti e di 1111 evidente benessere, che viene iu massima parte dall'essere Cremona centro d'una delle più ricche zone agricole della bassa lombarda.
   Il soggiorno di Cremona, oltre che dall'interesse che inspirano i superbi suoi monumenti ed i tesori d'arte che racchiudono, è al forassero reso simpatico dalla franca ed ospitale cordialità dei cittadini, dalla loro innata bonarietà, che ne fa una delle più tipiche e caratteristiche popolazioni di questa forte, leale ed operosa regione lombarda.
   EDIFIZI SACRI
   Secondo le notizie, di origine assai dubbia, fornite dall'Ughelli, lo storico principale della Lombardia sacra, fondatore della chiesa cremonese sarebbe stato un tal Sabino,