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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia.
   dell'abside, ammirasi la spettacolosa composizione del Pordenone (Gio. Ant. Licinio Re-gillo, 1483-1540;, rappresentante la Crocefis-sione, opera nella quale l'artista friulano spiegò tutta la potenza della vivace sua fantasia, tutta la fora del colorito, clic in certi momenti lo fa emulo vittorioso del Veronese, e tutta la sua ignoranza storica, in fatto di costumi, mostrandoci Giudei e Romani, uomini e donne, abbigliati più o meno fantasticamente alla moda ilalo-spagnuola del secolo XVI, ma che pur tuttavia è lavoro che s'impone per la vastità della concezione, la scelta c la varietà degli episodi, la sicurezza del disegno, la freschezza ammirabile del colorito, la efficacia immediata dell'effetto. Sotto questo colossale dipinto, a sinistra entrando dalla porta maggiore, il Pordenone medesimo fresco una Deposizione rIaliti Croce con un Cristo morto, che nello scorcio e nel colorito ricorda assai quello del Manlegna, famosissimo in arie, ed oggi uno ilei maggiori tesori della Pinacoteca ili Brera in Milano.
   Al lato sinistro entrando dalla porta maggiore, sulla parete soprastante alle quattro arcate della grande navata, si ammirano gli affreschi del liorcaeciuo, condotti dal I .>1-1 in poi. Rappresentano fasli della Vita di il. Y. Di questi il migliore è. l'allresco campeggiamo sopra la seconda navata rappresentante gli Episodi dello nascita e dello sposalizio ili Moria; il primo con molte femmine in varia attitudine di contentezza, i alini con molte ligure, ritraenti personaggi celebri del tempo, tra i quali Galeazzo Sforiti, duca di Milano, e Lodovico Galloniti, governa-lore ili C.roniwia. Questo affresco, compiuto nel i:>,.>, è perfettamente conservalo, ni è ritenuto per il migliore della serie. In esso il ISoceacciuo rivela ipiel fare largo e gemile ad nn tempo, che scnle della scuola umbra e toscana dalle quali mollo trasse, essendo stato, ditesi, discepoli! anche del Perugino. Il De Soresina Vidimi giudicando ili onesto affresco, che è certo fra i più ammirabili della ratledrale cremonese, dice: « Grandiosità nella compnsizioiio, purezza nel disegno, verità nell'aria delle leste, naturalezza negli alleili, vaghezza e forza nel colorito, armonia nel compartimento delle tinte, sublime intelligenza dei termini della prospettiva, tanto lineare clic aerea, ecco i pregi ili questa pittura a fresco, nella quale sono quelle massime che sempre furono degli artefici stranieri valentissimi. .Mediante l'eccellenza della composizione ed un'assai buona armonia nelle tinte, la verità del colorito e ilcll'ombrore, le ligure principali si palesano a prima vista, e tulle le altre hanno pure bellissimo rilievo e si vedono chiaramente; uè, per ottenere nn effetto tanto piacevole e bene ordinato, è <,iii la linea diretta maggiormente su di un punto, come vi si adoperarono tanti pittori, ma invece è distribuita agevolmente per
   ogni dove, ed in quel modo clic si confà ai luoghi aperti. Le prospettive sono mirabilissime e di sommo artifizio, talché ogni cosa vi è bella a meraviglia .. . ».
   La parete della terza arcata, divisa come l'altra in due scomparti, rappresenta la Nascila del Sa/rotore nello capanna di Betlemme in uno degli scomparii,e nell'altro la Presentazione al Tempio, ambedue gli episodi ideati con molte figure, in ben disposti atteggiamenti ed egregiamente condotti. In nn fascio a piedi di una colonna e scritto, senza data, il nome del pittore Boccacinns.
   Nella quarta arcata, divisa pur essa in due scomparii, pitture rappresentanti l'Epifania od Adorazione dei Magi, e la Presentazione dì Moria al Tempio eoi sacerdote Simeone, ed una grande quantità di figure dipinse Gian Francesco Bembo, altro pittore fratello al provetto Bonifacio e contemporaneo al Beccaccino, k Le figure, dice il dotto storiografo dei pittori cremonesi già citali, sono bellissime nelle attitudini e nelle carnagioni ; il ben inteso c pittoresco loro ordinamento e la semplice maniera rendono la composizione meritevole di moltissima lode . . . Nell'architettura il Bembo si mostra peritissimo, e nelle difficoltà della prospettiva artificioso, essendo con esattezza c sapere grandissimo condotta, di maniera die scostano i piani, sfuggono tulle le linee con bella proporzione ed ogni cosa pare propriamente vera ».
   Idi affreschi della sesia arcata susseguenti all'organo, divisi anche questi in due scomparii e rappresentanti l'uno, con un vaghissimo paesaggio, la Empi in Egitto e l'altro la Strage degli Innocenti con Erode asceso sul trono c spettatore dello inujiia earnefieim. si debbono ad Altobello ila Melone (Altobelhis de Mclanihiis), come ilice la sottostante scritta, dal quale Altobello furono eseguiti nel MDWIII. « Uni, ilice il De Soresina \ iiloni, dispose Allnbcllo ogni cosa con grazia e naturalezza e spiegò, siccome in molte opere, ingegno pronto e poetico ». Sopra alla settima od ultima arcata comprendente un sol quadro, è rappresentata la Pispola di Cesi) coi dottori nel tempio di Gerusalemme, ed è pur questa opera magistrale del Boccacci no che la firmò e datò nel lólX. Sopra a questa pittura, dove comincia la curva della vòlta, è dipinta la Veri/ine col bambino, accanto alla ipiale vellosi una lignea in allo di preghiera : il dipinto reca la scritta llcnciHctus Eodrins liane er roto MCCC.IAX. Questo dipinto, secondo la indagine dell'erudito Grasselli, è opera ili Francesco Snnicn/.o seniore, contemporaneo ili Polidoro Casella, e la figura geniillessa rappresenterebbe Benedetti) Endrio. K un lavoro quello di perfetto gusto giottesco: « Se nn simile, dipinto — scriveva in proposito il marchese dei l'iconardi — è patrio lavoro, come pur sembra, non abbiamo cerio ila invidiare ai Toscani i grandi progressi clic colà fece quest'arte in quella età