Cremona
23
dietro la scorta del cotanto acclamato loro Giotto ».
Sulla parete della grande navata a destra entrando, continuano con pregevoli affreschi i Fasti della vita di Gesù; cosi sopra l'arcata, corrispondente alla sesta od ultima descritta, dal lato sinistro, si osserva in uno spazio solo la Gena degli Apostoli, lavoro di bellissima fattura di Altobello da Mclono, nel quale non sfugge .ill'osservatore il tipico particolare ilei la saliera rovesciata e col sale sparso per la tavola : « accidente introdotto pure nella famosa Cena di Leonardo, ove si vede che Giuda col gomito indecentemente appoggiato ne fu la cagione, volendo con ciò fare allusione alla volgare tradizione che il sale sparso in tavola sia di male augurio, il che verificossi col tradimento
Dello stesso pittore è l'affresco die veclesi sulla susseguente arcata in due scompartimenti, rappresentanti l'uno la Lavanda degli Apostoli, l'altro la Preghiera nell'orto coi discepoli addormentali.
Sopra la terza arcata, in altro quadro frammezzato, il medesimo Altobello ila Mclono dipinse il Tradimento di Giuda, la Cattura di Gesù eil il Giudizio di Caifas. Dietro alla figura del pontefice ebreo vedonsi due personaggi vestiti in nero alla foggia del secolo XV. Si ritiene sieno due ritratti di fabbricieri o di committenti dell'alìresco. Il nome di costoro andò obliato, ed è certo elle ora non servono se 11011 a guastare colla stridente loro stonatura la buona impressione di genialità che l'Àllobello seppe destare colle sue bene studiate ed armoniche
Del Romanino è pure la quinta arcata, ove in due scomparti si rappresenta Gesù incoronalo di spine, nell'uno, e Gesù mostrato alla bordaglia giudaica, nell'altro.
Nelle ultime due arcate verso la parte interna
Nell'arcata susseguente, divisa pure essa in due scompartì, sono rappresentati con eccellente disegno e viva forza di colorito, le due scene della Passione, del Giudizio di Pilato e della Flagellazione alla colonna. Fu per molto tempo, fino ai giorni nostri quasi, creduto autore di questo dipinto pregevolissimo il celeberrimo Moretto da Brescia (Alessandro Bonvicino). Ma più recenti indagini di studiosi cremonesi, tra cui il pazientissimo sacerdote Angelo Grandi, nell'archivio e nei conti della fabbriceria, appurarono esser questo affresco opera di Gerolamo Roma-nino, detto anche il Cavaliere Bresciano, al quale furono dalla fabbriceria pagate in più riprese lire 625: somma saldata il 20 settembre 1520, quando cioè il dipinto dovette essere finito e collaudato ed il pittore accingevasi a lasciare Cremona per correre in patria od altrove, ove lo attendevano importanti lavori ; perchè, dopo di questa data, non si ha altra menzione di questo insigne artista nei documenti cremonesi.
Fig. 4. — Cremona (Duomo): Facciata del fianco (ila fotografia Emiliana).
della facciata dal lato destro della navata maggiore il Pordenone già ricordato, dipinse, quasi a preludio della grande scena finale già descritta nello spettacoloso affresco ch'è sopra la porta maggiore, gli ultimi tre episodi della passione di Ci'isio; raffigurasi in uno Cristo condotto al Calvario, mentre Pilato dalla sua tribuna, detta dai Greci Litostratos, si lava le mani; l'altro la Scena pietosa della Veronica; il terzo l'atroce scena de\\'Inchiodamento di Gesù sulla croce. Questi tre affreschi, conservatissimi, sono per il disegno e per il colorito condotti con magistrale