Cremona
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in marmo di Carrara, nelle quali sono rappresentati in alto e bassorilievo le Gesta ed il martirio di varii Santi. Dello stesso Amadeo sono le altre scolture decorative completanti i due pulpiti: lavori eseguiti, a quanto si crede, nel 1482. Le colonne sorreggenti i pulpiti appartenevano alla cupola della cappella del Crocefisso nella demolita chiesa di San Domenico. Con questi materiali, che altrimenti minacciavano d'andar perduti o guasti, l'architetto Luigi Voghera, nel 1814, compose i due pulpiti che ora sono fra lo cose più pregevoli e di vero interesse artistico del Duomo di Cremona.
Né queste sono le sole scolture che si ammirano od ammiravano — perchè andarono in parte distrutte o furono traslocate altrove — nell'interno del Duomo di Cremona, opera di celebri comacini. Quivi presso l'altare di Santa Caterina — donde fu poi trasferito nella loggetta detta Berlaziola fuori del Duomo — si mostrava, fino a pochi anni or sono, il sepolcro di Fol-cliino de' Schieri, nobile cittadino cremonese, soldato e giureconsulto morto nel 1357. É in marmo bianco, ingegnosamente lavorato a fregi ed ornati in bassorilievo, ed è opera di Donino da Campione, al quale si debbono la mirabile arca di Sant'Agostino in Pavia, e la più mirabile ancora, tomba} di Cansignorio della Scala in Verona. Dello stesso maestro era una specie di sepolcro od urna racchiudente il capo intero —• caput integrimi — e gli avanzi delle ossa — cum reliquis ossibus ejus — di Sant'Omobono, protettore della città. E fama che quell'urna fosse lavoro squisito e ricco, ma sgraziatamente andò guasto e perduto nel rifacimento della cripta o confessione sul principio del secolo XVII: solo rimase la lapide che reca il nome dello scultore: Muffister Boninus de Gampilione me fecit 1357.
L'organo monumentale, che si vede addossato alla parete di sinistra della navata maggiore, fu costrutto dal celebre Bartolomeo degli Antegnati nel 1480: venne rinnovato nel 1544 da Battista Faclieto e ridotto a nuovo dall' Inzoli di Crema nei nostri tempi; gli ornati della tribuna e della cassa furono disegnati da G. Campi, altro della famiglia di valorosi artisti cremonesi, modellati I da Gian Francesco Bembo ed eseguiti dal Sacca. Le colonne delle arcate sono tutte in marmo, ed in marmo è il pavimento della intera basilica, rifatto nel 1533, nel 1606 e nel 1827, sempre sul disegno antico. Di marmo sono pure le belle colonne che sostengono le arcate delle navi. in tutte trenta, con capitello e piccolo piedestallo in marmo.
L'altare maggiore, sorgente nel fondo della navata principale, sul rialzo della cripta, si distingue per la grandiosa ancona in legno intagliato e dorato, racchiudente il celebre quadro di Bernardino Gatti, detto il Sojaro, rappresentante Maria Assunta in cielo dagli Angioli: opera
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veramente magistrale quantunque incompiuta in qualche particolare. Cólto da paralisi al braccio destro, il Sojaro lavorò la maggior parte di questo quadro colla mano sinistra, ma non potè compierlo, perché sopraggiunto da morte nel 1575. Il prezzo convenuto elei quadro coi fabbricieri del
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Fig. 0. — Cremona (Duomo): Croce d'argento (ila fotografia Emiliana).
Duomo, mediante rogito dell'I 1 aprile 1573, era di scudi d'oro seicento: ma rimasto per la morte del pittore in qualche parte incompiuto, con giudizio arbitrale provocato dagli eredi e dai fabbricieri e pronunziato dai pittori Antonio Campi e Girolamo de Valle, il prezzo del quadro venne stabilito in scudi d'oro 280, pari a lire imperiali 1736, somma che fu dalla fabbriceria pagata agli eredi del Sojaro.
Ai lati dell'altare furono condotti a fresco da Antonio Campi l'Episodio esemplare del Centurione, e da Bernardino Campi (1573) l'Entrala di Gesù in Gerusalemme, lavoro riescitissimo se