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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cremona
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   Roma Stefano II, regnando in Italia, o meglio in Lombardia, Astolfo, longobardo, c reggendo la chiesa di Cremona il vescovo Silvino, che alli 25 aprile di quell'anno ne avrebbe posta la prima pietra. Ma tale iscrizione, con tutto il rispetto dovuto al Codice che la raccoglie, al Vairani ed al Bresciani che riportano ed illustrano, ha nella sua dicitura più che basti per farla sospettare di apocrifa.
   Lo storico Gavitelli scrive che nel 11GG, infierendo la guerra di Federico Barbarossa contro le città lombarde parteggiane' per Milano, altrice dell'autonomia e libertà comunale di fronte alla imperiale prepotenza, quegli,adirato contro Cremona che Milano aveva favorito, ordinò la demolizione delle mura e di tutte le torri della città, eccettuata la maggiore, per le fervide preghiere che le donne cremonesi rivolsero all'iracondo principe.
   Che la Torre Maggiore, della quale parla quesla cronaca, fosse l'attuale o quella della iscrizione del Codice Picenardiano sòrta per opera del vescovo Silvino nel 754 ? — Questo il quesito che si affacciò agli storici cremonesi, e che non fu peranco risolto... a forza di ragionamenti. Tuttavia, chi osserva la compatta e meravigliosa struttura della Torre e ne raffronta i materiali e gli elementi decorativi con quelli del prospiciente palazzo del Comune, l'erezione del quale è di databene accertata, non può a meno dal sentirsi nascere fortissima nell'animo la convinzione che quella non può essere costruzione del pe- —
   riodo longobardo, non essendo allora si perfetta l'arte del costruire, sia pur in mattoni, e del fabbricar presto, come appare nella Torre Maggiore, palesante nel suo complesso una perfezione di metodi e di materiali sconosciuti nelle maggiori fabbriche che ci rimasero del periodo longobardo. Questa, all'incirca, è anche l'opinione del dottissimo canonico Antonio Dragoni, il quale, nella sua Storia Ecclesiastica Cremonese, mettendosi fra mezzo ai contendenti, scrive : « La gran Torre che devesi ritenere fabbricata nel 754 ai tempi del vescovo Silvino se essa era l'attuale Torrazzo nella sua parte quadra, non si sa : noi diremo che Cremona fu orrendamente devastata dal terremoto negli anni 1117 e 1214; si sa che dal primo di quésti fu in gran parte atterrato il magnifico nostro Duomo, cominciato a fabbricarsi soli dieci anni prima, nel 1107: o nell'uno o nell'altro di quegli sconvolgimenti, quell'antica torre, io penso, crollò. E
   ove si confronti il Torrazzo col palazzo Civico, col palazzo degli antichi nostri Gonfalonieri, alla scala dei Lupi, colla Cattedrale ed altri fabbricati della prima metà del secolo XII, vedrassi che con questi, e per l'opera laterizia e per le forme e lo stile, ha esso moltissima analogia.
   « Quindi è a credere che l'attuale Torrazzo, in
   Cremona: Porta del Battistero (da futogr. Emiliana).
   tutta la sua parte quadra, che anche sola è degna di ammirazione, sorgesse nella prima metà del XII secolo, e che poscia in sul finire del XIII, cioè dal 1284 al 1286, coll'aiuto de' Guelfi di Lombardia gli fosse imposta la cosidetta ghirlanda, ossia la parte ottagona (stata restaurata nel 1580) suddivisa in tre riprese rientranti col-l'aguglia, opera a dir vero assai lodata, ma ben al disotto della robustezza e grandiosità del maschio della prima torre quadra ».
   Dopo la Cattedrale, il Torrazzo o Torre Maggiore è il monumento più caratteristico, se non più importante della città : e pel loro Torrazzo i Cremonesi sentono un orgoglio ed un'ammirazione che s'uguagliano a quelli che a buon diritto nutrono pel loro Duomo.
   11 Camposanto. — Questo più che un edilizio è una località stendentesi sul fianco meridionale del Duomo tra il Battistero ed il palazzo Vesco-