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Parte Seconda — Alta Italia.
barilo, un tempietto rotondo in elegantissimo stile del Rinascimento o bramantesco (fig. 11), che in qualche parte ricorda l'abside di S. M. delle Grazie in Milano, dovuta a Cristoforo Solari detto il Gobbo. Secondo gli storici locali, il Manni ed il Grandi, il cardinale vescovo Marco Oddone nel giorno 21 settembre 1105 pose la prima pietra di questa chiesa, fabbricata — a quanto narra una iscrizione raccolta dal Vairani — tutta a sue spese. Nel 1415 Angliinore di Acqnaloiiga islitui iu questa chiesa due pingui benefizi, edificò la sagrestia, fece aggiungere alla porla maggiore il vestibolo sorretto ila due colonne posanti sul dorso di due leoni accovacciali, quali tuttavia si veggono. Nel 1 ili la facciata del tempio fu abbonila con intendimenti gotici da Pisenalo ed Andrea dei l'isenali. Nell'interno a tre navale si nolano alcuni dipinti di Bernardino e di Galeazzo Campi, ilei Malosso, di Francesco Beccaccino, di Sigismondo Bellini, di Agostino Itonisoli, cremonesi, di Camillo lìavassclti, modenese. Qui \i sono le tombe del vescovo Oddone, Fondatore della chiesa, minio nel 1107; ili Oinobono dei Mancini di Roma, senatore in patria ficll'auiio I -238 ; ili Tommasino Aribcrti, filosofo e letterato morto nel 1120 e ili alici Cremonesi illustri.
La chiesa di San Luca nel 1250 era parrocchiale, poi fu ufficiala dai frali Amatici: ritornò parrocchia nel secolo scorso, ina per poco, poiché in segnilo alle innovazioni sopravveniile sulla fine del secolo medesimo le fn lolla la cura di anime e diventò sussidiaria di Sant'Agata, già ricordala.
San Michele (fig. 12). — Trovasi alla eslre-niilà uord-est della città presso il bastione — tra porta Venezia e porta Romana — che altra volta costituiva la maggiore fortificazione della cillà. Sull'area di questa chiesi é tradizione, convalidata anche da qualche lapide, che sorgesse mi tempio ad Frode, delia quale divinità i Cremonesi del periodo pagano furono assai teneri. La chiesa ili San Michele, alla quale passò per consuetudine l'aggiuntivo di vecchio, fu eretta nel periodo longobardo, e vuoisi nel 0311, quando per concessione della regina Teodolinda i Cremonesi poterono rialzare le mura della città, riattare le loro torri e le case abbattute per ordine del re Agilulfo, nel 003, allorché la cillà fu unita al regno longobardo.
Il nome del Santo titolare della chiesa,al quale i Longobardi avevano volalo granile devu/.ionc, prova in favore dell'epoca nellaqiiale questa chiesa si suppone eretta, e prova eziandio che i Cremonesi ravveduti non lasciarono sfuggire occasione per rendersi beiiovisi ai dominatori. Sembra inoltre che per alcun tempo, essendo siala distrutta o per lo meno assai danneggiala anche ' la Cattedrale, questa chiesa abbia supplito a quella iiell'ufl'ieio ili maggior tempio della cillà. Questo tempio, come tulle le chiese antiche o
del periodo longobardo particolarmente, ha la cripta o confessione sotlo l'altare maggiore. É accertato da memorie e da documenti raccolti dal canonico Negri che nell'edilìzio attiguo alla chiesa dimorarono per qualche secolo i vescovi di Cremona. Diverse bolle pontificie di Calisto II, Lucio II e Gregorio VII, custodite ancora nell'Archivio capitolare, parlano dei beni di questa chiesa come di pertinenza vescovile.
Come è facile supporre, l'edilìzio, cadente per vetustà ed assai danneggialo anche per le vicende guerresche sopportale dalla cillà a più riprese nel periodo vescovile ed in quello dei Comuni, venne più volte rifallo e restauralo.
L'attuale edilizio ilala dal secolo XIII. Sebbene disadorna, é rimarchevole la facciala ili San Michele in istile gotico lombardo, o moderno come altri lo disse. Ila una finestra tonda od occhio, alla sommità della facciata, due bifore ad archetti sotto. Anche le due navate laterali sono illuminale da finestre tonde. L'interno é a basilica, cioè a tre ambulacri o navale terminanti in absidi rialzale e perfettamente orientale. Sotlo l'altare maggiore ed ai due laterali si apre la cripta ii confessione, sostenuta ila quattro grossi pilastri rotondi e da alcune rozze colonne sussidiarie reggenti archi seinilondi, ed adorne nei capitelli di fregi simbolici rozzamente scolpili. Con molla verosimiglianza questa parie della chiesa é quella che venne costruita al principiare del secolo \ll per concessione della regina Teodolinda, siccome la leggenda vuole.
Negli altari ili San Michele vecchio si ammirano buoni dipinti di Allobello da Melono, ili Bernardino Campi, di Angelo Massarotti ed altri. Pregevole è pure per l'altura la statua dell'arcangelo litolare sorgente nel fondo del coro.
In questa chiesa furono sepolti il vescovo Gualberto de Musso (a. 913), Mercamlino Melio, senatore del Comune, morto nel 1118, ed i guerrieri Morliolii Melio, Lorenzo Miglio, Paganino l'ondulo e Sigismondo Dati, ch'ebbero parte nelle vicende guerresche ili Cremona e territorio nei secoli XIII, \1\ e XV.
Il campanile, con elegante pinacolo che sorge a tergo della chiesa, venne eretto nella prima mela del secolo nostro, sull'antico quasi cadente.
Dietro al coro di San Michele nell'area dell'aulico baluardo, il maresciallo Railelzkv, credendo con quest'opera ili assicurare per sempre Cremona alla Casa d'Austria, fece erigere nel 1850 nn piccolo, quanto inutile fortino, li fama però che lino dal sonilo X a proteggere la città dalle incursioni degli L'ugheii chiamali dal nefasto Berengario I, sorgesse in questa località una forte rocca, la quale fu ricostruita e rinforzala nel periodo delle guerre comunali a difesa della cillà eonlro le minaccio e gli allenimi ili Brescia e ili Mantova. I francesi ili Laulrec nel 1521, padronidi Cremona smantellarono la rocca