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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cremona
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   ed in gran parte l'atterrarono : ma nel 1542 l 'imperatore Carlo V, rimasto padrone della Lombardia, dava ordine di erigere in quel luogo il baluardo tuttavia esistente.
   Nella piazza cll'è davanti a San Michele mostrasi un caseggiato chiamato ancora oggi dal popolino Commenda. Quivi sorgeva nel secolo XIII una chiesa intitolata a San Giovanni, ed avevano sede i cavalieri dell'Ordine Gerosolimitano, allora non peranco diventati cavalieri di Malta. Sull'architrave della porta osservasi ancora la croce che era simbolo speciale, di questi guerrieri in tonaca e spada, e dei loro emuli i Templari.
   Santa Margherita e Pelagli — Di piccole proporzioni ma di elegantissima architettura d'ordine dorico, tanto ali interno che all'esteri®; esisteva già nel 1400. Ne fu investito nel 15°20 Gerolamo Vida, vescovo d'Alba, prima ancora di essere trasferito alla cattedra cremonese. Nel 1541 quel sapiente prelato la fecea proprie spese rifare nello stile elegante in cui ancora oggi si mostra.
   Altro importante restauro vi fu fatto nel 1733 per ordine del vescovo Alessandro Litta, conservandone sempre la primitiva eleganza delle linee. Ornò questa chiesa di bellissimi affreschi, annoverati fra i suui migliori, Giulio Campi
   San Pietro al Po (presso al corso Vittorio Emanuele ed alle mura delle città guardanti il Po). — Ila origine antichissima e vuoisi fondata nel lOCtì per la pietà di due coniugi. Ardendo ed Edina. Nel 1068 ne furono investiti per officiarla ì monaci benedettini- Ma dal 15G3 al 1590 venne rifatta coll'aggiunta delle chiese di Santa Maria Egiziaca e di Sant'Alessandro che le erano contigue. Il disegno fu dato da Colombino Ripari, cremonese, con tanta eleganza e purezza di stile da farlo attribuire in seguito al Palladio. La facciata del tempio non fu compiuta ed è disadorna ; ma neirinterno, a tre navate con pilastri d'ordine corinzio, I impressione destala da questo tempio è di vera ammirazione. Oltre l'armonica ed elegante pro-rjorzione di tutte le Darti architettoniche ed
   ornamentali, sorprende ed attrae il visitatore intelligente la profusione delle pitture che sulle pareti, nella vòlta, nella cupola e negli altari tutta l'adornano, si che come la Cattedrale la si potrebbe dire una vera pinacoteca del l'arte cremonese. Lavorarono di pennello in San Pietro al Po
   Fig. lt. — Cremona: Tempietti) rotondo presso la chiesa di San Luca'; (da fotografia Emiliana).
   i più acclamati pittori cremonesi del secolo XVI, cioè Bernardino Gatti detto il Sojaro, Giulio, Galeazzo ed Antonio Campi, Gervasio Gatti, nipote e discepolo del Sojaro, Andrea Mainardo detto d Ghiavefihino, i duePicenardi, seniore e juniore, Jacopo Ferrari, il caJj Trotti detto il Molosso, Ermenegildo Lodi, Luca Cattapane, Francesco Saltellar! ed i fratelli Natali, artisti tutti cremonesi, nonché Lattanzio Gambara, bresciano, Giorgio Lamberti, fiorentino, Paolo Scarsellino, detto anche Paolo Ferrarese da Ferrara, Alessandro Maganza, vicentino, ed altri dei quali si obliarono i nomi Fra i quadri di maggior pregio