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Parte Seconda — Alta Italia.
è quello del Presepio o Natività di G. C. del Sojaro, ritenuto per uno dei capolavori di questo grande artista, non abbastanza noto quanto ai suo merito si addirebbe, sul quale tra le figure genuflesse per adorare il neonato bambino havvi il ritratto dell'abate Colombino Ripari, architetto della chiesa. Questo quadro, nella spogliazione ordinata nel 179G da Napoleone e dai suoi commissari, fu portato al Louvre, a Parigi, e non fu restituito se non dopo il 1810 per le insistenze del governatore austriaco, rientrato nello slalu quo ante bellum, come allora con ingegnoso eufemismo si diceva per evitare di parlare di Napoleone e del periodo rivoluzionario.
Altro pregevole dipinto del Sojaro è il grande affresco clic ora osservasi nella canoniea attigua alla chiesa, nella sala che un tempo servi da refettorio ai frati benedettini. Rappresenta il fatto evangelico della Moltiplicazione dei pani e dei mesci.
Sanl'Oiuoliono. — É questa per antichità una delle più ragguardevoli chiese di Cremona. Originariamente era dedicata a Sant'Egidio, e vuoisi esislesse sin dal principio del secolo X, eretta per i
disposizione di Berengario imperatore e re d'Italia. Nel 1050 era collegiata. Fu più volte restaurata e venne completamente riedificala nel l-2,~>3, aggiungendovisi a quello di Egidio il nome di Sant'Omobono, perchè in essa, pregando davanti ad un crocefisso — che ancora si mostra — mori il 13 novembre 1197 Omobono dei Tucenghi, uomo di insigne pietà e soccorritore dei poveri, dei derelitti, che santificato fu poscia poi assunto a protettore della città che gli aveva dati i natali. Altro restauro ebbe questa chiesa nel 1754 a spese del conte Antonio Visconte di .Marinaio. Quivi dal 1202 fino al 1307 stette l'arca chiudente le spoglie di Sant'Omobono, che in quell'anno il vescovo Ugolino fece trasportare nella cripta della cattedrale ove custodivansi le spoglie di altri patroni della città.
Dipinsero a fresco in questa chiesa Io Zaist per l'architettura e le decorazioni — il [torroni per le pitture, e sugli altari mostratisi buoni quadri di Filippo Sacchi, detto lo Spaglinolo, di Giulio Calvi, del Malosso, del Massarotti, di Hernardino Campi e d'altri valenti artisti ere-I monesi.
Altre chiese interessanti, o per antichità d'origini o per pregi architettonici o per dipinti, possiede Cremona; ricordiamo, per non dilungarci troppo nella enumerazione: Sant'Ilario, con dipinti del Procaccini e dei Campi; — Sant'Abbondio, fondata nel secolo X celie fu degli Umiliati; — San Nicola e Michele nuovo, fondata nel G59, l'istaurata nel 131G, ridotta ad oratorio particolare dopo il 17.SS, con quadri dei Campi e di Gian Francesco Bembo: la sua torre strapiombante fu raddrizzata ed accresciuta d'un pina-colo nel 17G3 dall'architetto cremonese G. 15. I'aroni; — Sant' Iincrio, fondata con solenne pompa dal vescovo Cesare Speciani nel 1G0G: ha buoni dipinti ed ha le tombe di varii governatori di Cremona nel periodo infausto della dominazione spaglinola; — San Clemente, considerata fra le venti prime parrocchie del vescovo Crisogono, riedificata nel principio del secolo VII dopo l'eccidio di Agilulfo, più volte l'istaurata e ricostrutta : lia dipinti di Altobello da Melono, del Bembo, di Boccaccio Boccaccino, uno eccellente del Cattapane (Decollazione di S. Giovanni Ballista) e di Luigi Mira-ilori detto il Genovese; — Santa Lucia, eretta a spese della città nel G±2 e consacrata dal vescovo Anselmo nel G23: fu rifatta ed eretta a dignità di collegiata nel secolo XIII. poscia passò ai Somasclii e, soppressa, nel secolo passato, questa corporazione fu dichiarata sussidiaria alla parrocchia di San Pietro al Po. — Nei sobborghi immediati di Cremona esistono le chiese parrocchiali di Sant'Ambrogio, San Bernardo e Santa Maria del Boschetto, con altre parecchie chiese sussidiarie ed oratorii di confraternite e particolari.
Poche città hanno quindi come Cremona, relativamente alla densità della popolazione, un numero maggiore di chiese aperte al culto.
EDIFIZI PUBBLICI E PRIVATI
Non solo nel numero e nella magnificenza delle loro chiese hanno mostrato i Cremonesi in ogni tempo mirabili doti artistiche, ma ben anche negli edilizi profani, pubblici e privati, gareggiarono colla grandiosità e gli splendori dei loro edilizi sacri, lia piazza del Comune, ad esempio, può essere citata tra le più belle e monumentali piazze storiche d'Italia, nelle quali il pensiero corre al tempo dei liberi e fieri Comuni, delle vivaci e generose repubbliche ìuedioevali e del Rinascimento, alle quali l'Italia