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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cremona
   39
   Palazzo del Connine (tìg. 13), nella piazza omonima, dirimpetto alla Cattedrale. — Questo grandioso e centrale edilizio, nel quale degnamente da secoli è ospitata la rappresentanza cittadina, consta di due corpi ili fabbrica, eretti in epoche diverse: l'esterno e l'interno. La parte esterna, che è quella prospiciente al Duomo, ed architettonicamente la più ragguardevole, fu eretta nel 1200, siccome è detto dalla iscrizione clic leggesi nel sopralimiuare del pulpito od arringatolo addossato al pilastro di mezzo del porticato. Nel 1245 venne costrutta la parte interna o retrostante, insieme alla torre quadrata tuttora esistente, nella quale si trovano due campane: Luna piccola che serviva alla convocazione dei generali consigli, l'altra maggiore clic serviva per segnalare gli incendi, annunziare il coprifuoco, la chiusura delle osterie ed a suonare la cosidetta agonia pei condannati a morte, mentre co rulli-cevansi al patibolo. Quest'uso durò fino al 1828. Solidamente e con ottimo materiale al pari della I gran Torre costrutta, questo edilizio ha resistito vittoriosamente, e quasi in perfetto slato, a tutte le ingiurie del tempo ed anche degli uomini nello non poche vicende attraversate da Cremona dal secolo XIII in poi. Solo nel 1575, secondo ne riferisce lo storico Gavitelli, il palazzo Civico venne restaurato ed ampliato : e da quell'epoca non subì alcun mutamento rilevante, salvo la gran vòlta dello scalone compiuto nel 1785. Nell'anno 1839 e seguenti, l'architetto Luigi
   Voghera compi con paziente cura il. generale restauro e ripulimento dell'edilizio, assicurati gli archi del porticato, rinforzati i pilastri alle loro basi con grossi massi di pietra: soppresse le pareti del porticato interno, ch'era stato ridotto in altrettante botteghe, formante così col-l'csterno un doppio, elegante e monumentale porticato: oltre agli antichi due ingressi del palazzo, ne fu aperto, per maggior comodità degli uffici e dei cittadini, un terzo in via dei Lupi ; furono ritoccate le terracotte che ne ornavano la fronte, restaurata la merlatura, rigorosamente rispettando il primitivo disegno.
   La fronte guardante il Duomo è la parte più nobile ed artistica dcll'edifizio. Consta di un grandioso porticato a sci arcate a sesto acuto nella fronte ed una ai lati. Sopra le arcate gira ima fascia, sull'orlo della quale si aprono in corrispondenza degli archi sei grandi lìnestroni che in origine dovevano essere resi b i lo ri da una colonnetta divisoria nel mezzo, ora tolta. I fine-stroni sono contornati da un bel fregio in cotto: ricco specialmente quello dell'arco in pieno centro. Una fastosa cornice ad archetti in collo e merlata termina l'edilizio, che nel suo aspetto complessivo ricorda assai il palazzo t/olicn della non lontana Piacenza, tanto da potersi dire che questo sia copia dell'altro, o quanto meno opera di una analoga congregazione di artisti, a poco più d'una generazione di distanza, essendo il palazzo piacentino di mezzo secolo quasi posteriore