Cremona 41
monumento dell'arte del Rinascimento, un grande camino in marmo finissimo, sostenuto da due colonne corinzie scandiate, ed ornalo nel frontone di un'infinità di fregi, ligure, putti ed episodi storici, allegorici alle imprese guerresche del maresciallo Gian Giacomo Trivulzio — del quale vedesi anche il ritratto ad un lato del camino — il tutto trattato con grande maestria e finezza di scalpello (fig. 16). Questo camino originariamente esistente nel palazzo Raimondi a San Luca, passato in proprietà del Municipio, fu quivi con molta cura ricomposto e salvato da non improbabili deturpazioni. Iti mia fascia, sul lato destro di questo camino, leggesi ¦ihuh. Gaspur Eupedon fecit Hill. Il che, tradotto, vuol dire: « Giovanni Gaspare Pedone fece, 1502 ». Gli autori cremonesi tulli, assai geLosi di ogni cosa clie può dar lustro alla città loro, sostengono esser questo Giovanni Gaspare Pedone lo stesso che scolpi i magnifici ornati della chiesa di S. Maria dei Miracoli in Brescia, cremonese. Ora qui v'ha certamente In errore di fatto. Se, come non v'ha dubbio, per chi ha ben studiato la finezza ed il genere delle decorazioni della caminiera cremonese, 1 autore di questa è quel Giovanni Gaspare Pedone che scolpi la porta della chiesa dei Miracoli in Brescia, quesli è anche lo stesso che scolpi gli stipiti famosissimi della maggior chiesa luganese: un capolavoro del genere. E l'autore di questi lavori fra i più caratteristici del Rinascimento nonché cremonese o bresciano, era luganese, o, per essere più esatti, di Carona, paesello dell'Arbostara, ch'è quella regione montuosa che dal San Salvatore divide sul Ceresio il bacino di Lugano dal bacino di Agno. Né è diiìicile che il Gian Gaspare Pedone, lavorante in quel torno a Brescia nella chiesa dei Miracoli e nell'opera pili grandiosa della loggia civica, insieme ad altri suoi espertissimi parenti e compaesani, abbia potuto ricevere ed eseguire in Cremona la commissione di questo monumentale camino, che se è uno dei gioielli artistici della città, ove con gelosa eura lo si conserva, è anche
re di Spagna, al quale fecero omaggio di amici ed alleati Francesco Farnese dnca li Panna, Carlo Ferdinando duca di Mantova, il cardinale Doìiin vescovo di Brescia, ed altri piincipi e magnati.
Annesso al palazzo del Connine, verso la piazza Piccola (ora Cavour), è un altro edilìzio di irregolare struttura, sebbene da 1.111 recente restauro
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Cremona: Stipti della porta del palazzo Kaiinondi-TiHfihi ricalcati e adattali negli uffici del Palazzo Comunale (da fotografia Emiliana).
assai migliorato e saldissimo. Era questo il palazzo Pretorio, sede del vicario per 1 amministrazione della giustizia liei periodo comunale e fu per molto tempo, lincile ai nostri giorni non si ebbero più adatti locali, deposito giudiziario di detenuti e sede del tribunale di prima istanza.
L'edifìzio venne per la maggior parte adattato a tale uso riattando l'antico e vetusto pa-
lina gemma di più da aggiungersi al serto rie- lazzo dei Tolentini, attiguo al palazzo del Comune,
essendo vicario di giustizia fiirolamo Donati. Onesti locali sono attualmente adibiti ai servizi comunali
Palazzo dei (iiureconsulli (fig. 47), ora dol-
chissimo e glorioso dell'arie comacina.
L'aula consiliare attuale è messa con elegante semplicità, e nulla offre di notevole.
Nel palazzo Civico di Cremona, durante le guerre per la successione di Spagna nel 1703, alloggiò per diciotto giorni Filippo V di Borbone
rAiiiniinistraziofie degli Argini e Ungali — Sul lìanco meridionale del palazzo del Comune,
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