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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   50 Parte Seconda
   — Alta Italia.
   diviso da questo dalla via dei Gonfalonieri, e presso al Battistero, sorge il palazzo dei Nobili Giureconsulti, come anticamente in origine era detto, ed ora sede dell'amministrazione (fegli Argini e Dogali (consorzi idraulici di difesa e d'irrigazione) della provincia cremonese. Questo edilìzio non molto vasto, ma in compenso solido e conservatissimo, è uno dei più eleganti e perfetti campioni dello stile gotico lombardo —• applicato alle costruzioni profane — che ora si abbiano in Italia. Consta nella parte inferiore di un ampio porticato ogivale (ora chiuso per utilizzare ad uffici il piano terreno ed il mezzano) con due arcate sulla fronte ed una per lato, elegantemente cordonate. Le ogive sono sostenute da robusti pilastri in pietra. Nel piano superiore, unico, segnato da una cordonata in pietra, si aprono sulla fronte tre finestre trifore ed archiacute, adorne di eleganti colonnette in inarmo e circondate ila un bel fregio clic segue, marcandolo meglio, tutto il contorno dell'ogiva. Le finestre ai due lati (dei quali uno solo è riinasto ora scoperto) sono ogivali, ma bifore. Un fregio elegantissimo e semplice ad un tempo di archetti in cotto sostiene l'aggetto della cornice, alla quale sovrasta un attico a merlatura cuspidale. L'aspetto di quest'edilìzio non potrebbe essere più artistico e completa mirabilmente da questo lato, col vicino Battistero, la stupenda piazza del Comune.
   Questo palazzo fu eretto nel 1202 (sarebbe contemporaneo al Gotico di Piacenza col quale ha pure molta affinila di lince) ad uso dei Cavalieri Magnifici, che erano i quattro prefetli della città soprastanti alle quattro porte, e. delti anche Gonfalonieri, presieduti questi dal Gonfaloniere maggiore del Comune. In processo di tempo, ristrettesi e mutale le attribuzioni dei Gonfalonieri, il palazzo venne dato a sede del Collegio dei Giureconsulti — esistenti in Cremona fin dal 1127. — Questo era composto di dodici dottori laureati in diritto, i quali giudicavano in appello delle senleuzc pronunziate dai tribunali di prima istanza tanto in Cremona clic nel territorio da questa dipendente, fino all'ascoso fra i monti, Pontrenioli. Uno di questi dottori era anche destinato ad insegnare giurisprudenza nelle sue norme elementari e più necessarie al vivere sociale del tempo. Il primo che tenne queste lezioni fu, secondo l'Arisi, Bartolomeo da Sorcsina, uomo assai dotto e reputato anche fuori di patria.
   Di singolare decoro riuscì per Cremona questo istituto, al quale per dottrina e severa integrità di costumi faeevasi per ardue questioni sovente appello da Venezia, da Perugia, da Pavia e persino dalla dottissima Bologna, la culla dei rinnovati studi del diritto.
   Uno fra i primi e più chiari docenti di diritto nello studio pavese fu Ottaviano de' Picenardi, che
   faceva parte del Collegio dei Nobili Giureconsulti cremonesi.
   Soppressi nel 1780 tutti i corpi pubblici togati, anche il Collegio dei Giureconsulti, che lino allora aveva vissuto ed agito in Cremona con funzioni autonome, cessò di esistere. Il palazzo rimasto in proprietà del Comune, diventò sede della Camera di commercio: indi, nel nostro secolo, fu tramutato iri pubblica scuola femminile finché, allogata la scuola in più adatto locale, vi si stabilì l'uffizio amministrativo degli Argini e Dugali, ufficio importantissimo per una regione qual'è la Cremonese, che è permanentemente minacciala dagli straripamenti del Po, dell'Adda, dcll'Oglio, che ha numerosi consorzi idraulici, grandi canali e vaste plaghe irrigue.
   Archivio .Notarile, già Palazzo pubblico. — Sorge in piazza Garibaldi, di fronte alla chiesa di Sant'Agata. Consta questo edilìzio di un grande e tozzo quadrilatero, aperto nella fronte da un porticato ad archi poggianti sopra robusti piedritti in laterizio. Sopra al portico si aprono finestre quadre anticamente ogivali, si che di taluna si vede ancora l'impostamento riempito ora con mattoni. Come tulli gli edilìzi di questo periodo e di questo stile, il palazzo dell'archivio finisce con un fastigio di torrette a merli, che gli danno oggi ancora l'aspetto di un palazzotto fendale.
   Questo edilìzio ebbe origine dalle lotte intestine, che nel secolo XIII affliggevano Cremona. Allora la città dividevasi in due sezioni : la città nuova e la città vecchia; la nuova era quella (sòrta, nella maggior parte, nel 1035) che trova-vasi alla destra del canale Rodano, volgarmente detto Cremonellu, ancor oggi esistente ; e la vecchia, datante la sua ricostruzione dal 015 dopo l'eccidio di Agilulfo, si trovava alla sinistra di questo corso d'acqua, ora serpeggiante nel sottosuolo della città, Quando scoppiarono feroci le fazioni, il partilo ghibellino si trovò ad essere più forte nella città vecchia, mentre il guelfo aveva raccolto tulle le sue forze nella città nuova. Ma siccome i Ghibellini, padroni della città vecchia, avevano maggior prestigio per il grande palazzo Civico che s'erano fatto erigere di fronte al Duomo,i Guelfi vollero essi pure averenn pubblico palazzo onde trattarvi insieme a quelli del loro partilo gli affari di quella sezione della città ch'era, o per amore o per forza, più devota alla loro parte. E cosi fu che nel 1290 sorse questo edilìzio, e che Cremona pernii dato periodo si vide governata in due Comuni, l'uno in opposizione all'altro. Come lo dice l'aulica lapide clic ancora si legge sulla facciala di questo palazzo, esso fu cretto ntl onore di Dio, della fi. V. e del popolo della città m/ora. Risiedette più lardi in questo palazzo Cabrino l'ondulo, l'avventuriero, fallosi signore di Cremona dopo che coli'eccidio di Maccastorna ebbe spenti i Cavatcabò ed i loro