Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Cremona e Mantova', Gustavo Strafforello

   

Pagina (58/305)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (58/305)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   50
   Parte Seconda — Alta Italia.
   Il cornicione arcuato che termina in parte l'edilizio è, giusta l'uso del tempo, dipinto a chiaroscuro su fondo azzurro, a soggetti bellici. Una parte di questo fregio fu asportala per adornarne un lato del cortile del palazzo Stanga presso la chiesa di San Vincenzo.
   Questo edilizio era un tempo il palazzo della famiglia patrizia dei Fedri : ma nel secolo XVI entrò in possesso delle monache Benedettine clic ne fecero luogo di clausura, attinente alla chiesa di Sant'Anna in Valvcrde. Soppressa nel 1781 questa corporazione ed incameratone il patrimonio, qucslo palazzo fu ceduto all'amministrazione del Monte di pietà, in cerca d'una sede più propria e sicura di quello clic non fosse la primitiva, in un locale dell'Ospedale Maggiore, dalla cui amministrazione anche il Monte di pietà fino a quel tempo era dipeso, e che le riforme per il tempo ardite ed innovatrici del governo (li Giuseppe 11 avevano reso ente autonomo.
   L'erezione nel Morite di pietà di Cremona data dal 1491. Ne fu iniziatore un frate, Bernardino da Feltro, che colle sue esortazioni indusse i nobili ed i facoltosi negozianti Cremonesi a formare un fondo, mediante il quale si potesse sovvenire, contro pegno redimibile in due anni, danaro ai bisognosi senza clic avessero a cadere nelle mani degli usurai, allora quanto adesso vera peste sociale. Nel 1082 questo pio Istillilo fu derubato di tanti oggetti preziosi depositati, per nn valore di oltre 15,000 fiorini, e mai fn possibile il sapere chi fossero gli autori dell'ingente furto e dove siano finiti gli oggetti involati.
   Palazzo liaiiuoudi-Trccrlii. — Questo maestoso edifizio sorge presso la porta Milano ed ha uno dei suoi lati guardante il piazzale ove trovasi la chiesa di San Luca. È fra i palazzi privali di Cremona considerato per il più monumentale. Vuoisi clic di questo palazzo sia stato l'architetto lo stesso suo primo proprietario, il patrizio Eliseo Raimondi, clic nel 1100 lo eresse dal le fondamenta assistito dal maestro nell'arte muraria Bernardo di Siena. E in gran parie rivestilo di marmi, e s'impianta solidamente sopra un robusto zoccolo e controzoccolo con basamento a guisa di continuato piedestallo interrotto soltanto dalla porta. Dallo zoccolo sorgono pilastri binati (l'ordine composito, i capitelli dei quali invece ili fogliami presentano scanalature: le volule e l'abaco sorreggono il cornicione sul quale poggia il secondo piano. Entro le pilastrate sono finestre adorne di stipiti e lo sfondo delle pareti è ripartito in bozze quadrate, disposte le une sopra le altre, senz.a legame d'intreccio, in modo da formare coi cavi fra di esse un reticolo. Il secondo piano è perfettamente come l'inferiore all'infuori del basamento, in luogo del quale liavvi uno zocco-lelto e sopra la porta corrisponde una finestra. L'ordine composito ò quivi pure ripetuto ; regge un cornicione dal quale nasce una vòlta curva
   sporgente fuori a sostenere il tetto per difesa maggiore delle parti soltoposte all'edilizio : dipinto nel secolo successivo con molti e decorazioni simboliche ed allusive ai fasli della famiglia Raimondi. Nel piedestallo, sotto le pilastrate, veggo il si mascheroni di bronzo. Tulto il bugnato è di marmo bianco, le parti sbalzate di marmo sono di rosso lucido di Verona.
   L'interno di questo maestoso edilizio offre un magnifico cortile cori porticato girante tutto intorno a guisa di chiostro: una loggia ad archi più piccoli e frequenti sia sopra al porticato, per modo che nel mezzo di ogni arco inferiore poggia in falso una colonna, il che può essere una bizzarria di nn cerio effetto, ina non è nelle buone regole dell'architettura. Tutti gli archi, tanto del porticato inferiore quanto della loggia superiore, sono voltati in pieno centro, secondo lo stile clic fu detto bramantesco e che allora era di gran voga, e ricordano alquanto quelle del chiostro di Sant'Ambrogio dì Milano attribuito al Bramante d'Urbino. 1 capitelli compositi che adornano i pilastri e le colonne di questo palazzo sono eccellenti lavori di Domenico Muglia: le altre sculture sono attribuite al comacino Gian Gaspare Pedone— ilei (piale più volle toccando di Lugano e di Brescia in quest'opera si ò ragionato — autore del grandioso camino clic ora si ammira nel palazzo Municipale, già da noi descritto, camino clic fu tolto da questo palazzo.
   Il palazzo Raimomli-Trecchi è per la solidissima sua struttura interna ed esterna benissimo conservalo, e la sua marmorea mole, abbronzata dal tempo, produce la migliore impressione per chi entra da porta Milano in Cremona.
   Piazza il Anni. — Si stende a sud-ovest da porta Milano, formando ira le unirà e l'abitalo quella punta che nella pianta di Crcmuna po: trebbe segnare la prua della ipotetica nave. E lunga in direzione di ponente-libeccio in. 458, ed è larga in direzione di sud a nord in. HOO. Più volte il Comune pensò di riordinarla iu forma quadrilunga mistilinea, con filari d'alberi e viali onde farne gradevole ritrovo anche per la cittadinanza, ma fu sempre ostacolato dalle esigenze dell'autorità militare. Su questa piazza sorgeva il castello di Santa Croce — cosidelto dalla chiesa clic vi era inclusa — c che fu per tre secoli il maggior baluardo di difesa posseduto da Cremona contro gli assalti di eserciti nemici.
   Questo castello fn eretto verso il IIÌ70 per ordine di Bernabò Visconti, che voleva rafforzarsi negli acquistali dominii: fu ampliato e perfezionato da Giovanni Galeazzo, primo duca di Milano, e Cabrino Eondulo, improvvisatosi signore di Cremona, vi aggiunse coperte, controfossi, torri e robustissime munì, alla costruzione delle quali personalmente assisteva dirigendo molte volle i lavori in luogo degli ingegneri, peritissimo com'era nell'arte della guerra e dei modi