Cremona
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Ciò diede argomento al Gavitelli di credere Cremona fondata da un Gianore ligure; ina più classiche origini dà Benzio Alessandrino alla città, dicendola addirittura fondata da Briuiane Trosario, uno dei profughi d'Ilio, compagno ad Enea, dopo l'eccidio famoso. Altri hanno fantasticato intorno ad un Frigio Filare te e ad un Pompilo, fondatore d'una città detta Artesia, alla quale poi Bri ma ni avrebbe dato il suo nome (donde Bri mail a, Conuana e Cremana); altri parlano di Cremane, compagno di l'aride, cacciato dall'Arcadia e ramingante in questa regione ; ma sono tutte ipotesi di menti annebbiate da indigesto classicismo. La più ragionevole delle supposizioni è clie la località ove ora sorge Cremona fosse una stazione di Liguri, i quali risalendo i fin mi italiani ed il Po principalmente — come quelli che venivano dall'Oriente — si avanzavano sempre in direzione di nord-ovest. Ai Liguri si sarebbero poi sostituiti i Celti Insubri, ai quali succedendo gli Etruschi, pei la loro civiltà già avanzata ed in pieno sviluppo, diedero a tutta questa regione una forma di governo ben determinata, un'organizzazione sociale vera e ne promossero la ricchezza agricola scavando canali, sistemando acque, aprendo strade, tagliando boscaglie. Nulla di più verosimile che l'antica stazione fluviale dei Liguri, il villaggio semibarbaro dei Celto-Insubri, sia diventato un importante centro di operosità e di civile coltura sotto gli Etruschi ed abbia conservate le stesse qualità colla sopravvenuta invasione dei Galli, dai quali la Lombardia ebbe nell'antichità il nome di Gallia Cisalpina, emula temuta eli Roma.
Altro grande dibattito si è fatto dagli storici ed eruditi intorno al nome di Cremona. Polibio, ch'ò fra i più autorevoli fra gli eruditi dell'antichità, lo ritiene antico ed originario. La sua analogia con Crema, Cremerà (oggi Valsa) in Toscana ; Cremia, Cremella, Cremenaga (paesi della provincia di Conio); Cremosano nel Lodigiano ed altri molti i;he hanno la loro radicale nella voce Crem, induce a credere che luoghi così chiamati — e pei lo più ni vicinanza di acque correnti — esistessero da tempi antichissimi e che tali nomi dati dai Celti o dagli Etruschi si siano conservati e tramandati di generazione in generazione coll'aggiuntivo specialmente originato dalle condizioni locali
Defemlentc Sacchi, nelle sue notizie storiche intorno a Pavia, volendo dare l'etimologia di alcuni nomi di città o luoghi lombardi, allenila che Cremona fu così chiamata dai Sabini, venuti quivi al tempo della conquista romana, per dinotare « copia «li derrate », tanto la plaga era ricca di prodotti d'ogni sorta. Ma ci sembra questa, col rispetto dovuto al chiaro storiografo, deduzione stiracchiata. Nò più ammissibile ci sembra l'ipotesi di coloro che vorrebbero i nomi di Cremona e di Crema derivati dal verbo latino cremare od ardere, perchè in questo territorio, dovendosi aprire vie, furono, secondo Tacito, per più spiccio disbrigo della bisogna, arse le boscaglie, fra le quali passava il tracciato delle vie galliche Postumia e Bedriacense. Non ci sembra che un fatto, se pur vero, puramente incidentale e transitorio, del quale in ffle.no di due o tre generazioni si sarà perduta la memoria, abbia potuto dare origine ad un nome, che tanto più antico e primitivo appare, quanto più vediamo la sua radicale diffusa in Lombardia e fuori in nomi di paesi che presentano tutti dal più al meno la particolarità di risiedere nelle vicinanze di qualche corso d'acqua, di maggiore o minore importanza, questo 11011 monta, ma pur sempre tali. Ciò che da tutte queste ipotesi e deduzioni ci pare assodato in modo incontrovertibile è quello che più importa, cioè il fatto della esistenza di Cremona — come luogo di notevole importanza — assai prima della .conquista romana nella Gallia Cisalpina e fors'anco assai prima della fondazione di Roma.
Nella terribile guerra di conquista condotta da Roma nella Gallia Cisalpina e compiuta specialmente per il valore di Marcello, Cremona rimase di necessità, come tutte le terre della bassa valle del Po, assorbita dal nuovo dominatore, il quale, appressandosi. novello turbine, dalle Alpi, Annibale, con poderoso esercito, pensò di sbarrargli il passo fortificando i luoghi lungo il corso dei fiumi, allora vie naturali delle grandi