2-20
Parte Seconda — Alta Ilalia
al godimento della cittadinanza romana, fu ascritta alla tribù Sabbatina. Ebbe allora municipio, magistrature proprie, patrizie e popolari, diede uomini consolari alla Repubblica, senatori, magistrati e guerrieri. Fu un periodo di grande splendore questo per Mantova ; senoncbè, alla morte di Cesare e per le guerre ebe contraddistinsero il Triumvirato — preparatore dell'Impero e della servitù — avendo la tribù Sabbatina parteggiato per Bruto ed i suoi compagni, il territorio fu invaso dalle legioni di Ottaviano. che ne confiscò la maggior parte, dividendolo poscia fra i suoi legionari, di cui voleva cattivarsi l'animo per salire alla dittatura ed all'impero. In questa circostanza anche ^ irgilio Marone ebbe a perdere pressoché tutto il suo patrimonio e di ciò fa lamento nelle Bucoliche. Cattivatosi in seguito colle adulazioni l'amicizia d'Ottaviano Augusto, potè essere reintegrato nel possesso delle terre paterne.
Deficienti affatto sono le notizie di Mantova nel periodo dell'Impero e della decadenza romana; ma le iscrizioni, le statue, i frammenti di scoli tire rinvenuti in grande quantità negli scavi fatti tanto in città quanto nell'ini mediato suo territorio, ci danno anco a credere che la città fosse fra le maggiori e più splendide della Calila Cisalpina, che il suo municipio fosse fra i più considerati ed illustri e che fin d'allora avesse grande importanza strategica, trovandosi negli itinerari da Iìonia per l'Insubria e per 1 valichi alpini delle Gamonie e delle Orobie, per le quali passavano di continuo le legioni che Roma mandava a tenere in freno i fieri Rezii, gli Elvezi, i Calli ed i Germani. Che Mantova fosse fin d allora importili!te centro militare lo può comprovare anche il fatto, che ai tempi del basso impero, di Teodosio il Grande, era assai celebrata ni Mantova una fabbrica di Jan ci e e d'altre armi por le legioni. E lecito supporre che tale industria — date anche le condizioni speciali della viabilità e dei trasporti in quei tempi — non avrebbe potuto reggersi uè diventare famosa se non avesse trovato grande alimento nella permanenza sul luogo o nel passaggio continuo di numerose milizie. Come non si mettono osterie ed alberghi in lande disabitate e dove non passa nessuno, così allora non s'impiantavano fabbriche d'armi dove non fosse già pronto chi doveva acquistarle e servirsene.
Nelle irruzioni barbariche sembra che Mantova sia stata percorsa dalla furia di Attila, concordando in ciò la tradizione popolare colla storia che accertò la lunga residenza d'Attila a Governolo — dieci miglia al disotto di Mantova sul Po — dove il fiero re degli Unni aveva posto il suo quartier generale, in attesa degli ambasciatori di Roma, i quali vennero capitanati da papa Leone 1 il Magno. L'eloquenza di quest'uomo venerando commosse e persuase il terribile distruttore di Aquileja a desistere dalla minacciata scorreria su Roma, a ripassare le Alpi Giulie senza recare ulteriori danni all'Italia ed a ritornarsene in Pamionia, domi'era venuto a godersi il largo bottino fatto nelle devastate citta d'Italia.
Altri due secoli d'incertezze e di tenebre si stendono su Mantova tra la caduta di Roma e la conquista longobarda, alla quale, turrita e fortificata dagli esarchi ili Ravenna, Risantini, oppose per parecchio tempo valida resistenza; restando poi, anche durante 1 interregno dei trentasei duchi, in potere dei Risantini. Solo al principio del secolo VII potò prenderla Autaii, il bellicoso re dei Longobardi; ina ricaduta ancora in potere degli esarchi di Ravenna, da Agilulfo successo ad Anta ri nel regno e nel talamo, potè essere confermato nel possesso longobardo e sottratto agli ultimi tentativi dei Risantini. Al governo di Mantova, la cui importanza strategica per la gran valle del Po, le ultime resistenze degli esarchi avevano messo in maggior evidenza, i Longobardi posero uno dei loro ducili e questo stato di cose durò immutato per quasi due secoli.
Nella rovina dei Longobardi Mantova, come il resto del loro regno cadde in potestà dei Franchi; Carlo Magno, incoronato imperatore, di ritorno da Roma per la Francia nel!'801, vi passò e vi si fermò onde tenervi un placito, che fu prodromo ai Capitolar>