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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parie Seconda — Alla Italia
   Mantova Bonifacio sposo in seconde nozze Beatrice, figlia di Federico duca di Lorena. Bella munificenza colla quale furono condotte quelle nozze hanno lasciato particolareggiate descrizioni i cronisti sincroni, gli apologisti e biografi della famosa contessa Matilde, figlia appunto di Bonifacio e di Beatrice.
   Prepotente e tirannico, Bonifacio, oltre del sospetto degli imperatori lontani, gelosi della sua ricchezza e dell'autorità da lui presa sn gran parte d'Italia, sollevò molti odii intorno a sé, ed un giorno che si trovava a caccia in un bosco fu ferito a mol te da ima freccia avvelenata, direttagli da un misterioso nemico o da un prezzolato sicario (i(.) marzo 105:2). Il fatto avvenne tra Mantova e Cremona, essendo Bonifacio già avanzato in età. Trasportato in Mantova quivi Bonifacio mori e fu sepolto, non senza che si accendesse contrasto fra il clero di questa città e quello della rocca di Canossa, rhe reclamava il corpo del morto signore per collocarlo presso le tombe dei suoi antenati. 11 Muratori riporta da Denizzone e da altri apologisti della contessa Matilde, la credenza, diffusasi allora nel popolo, che nel luogo ove Bonifacio fu ferito non crescesse più erba, tanto l'uomo era pei suoi modi tirannici odiato ed il suo sangue creduto pestifero. Ed egli stesso, il Muratori, ad onta della sua grande tenerezza per la contessa Matilde, frequente fra gif agnati di Casa d'Kste, è costretto a convenirne dicendo: < Certamente questo principe non era un santo, anzi si acquistò il brutto nome di tiranno... presso i Tedeschi, ecc. ».
   Morendo, Bonifacio lasciò la moglie e tre figli ancora in tenera età: Federico, Matilde e Beatrice. La moglie si rimaritò tosto con Goffredo duca di Lorena, il quale caduto in niiniclzia col l'imperatore Arrigo III, fu da questi privato degli Stati e tenuto prigioniero in un colla moglie in Germania. Rimasero eredi delle sterminate sue ricchezze e del suo dominio in Italia il figlio Federico, che morì fanciullo, Matilde di Canossa e la sua sorella minore Beatrice, la prima andata poi sposa al tedesco Goffredo il Gobbo, figlio di Goffredo il Barbuto, s'econdo marito dì sua madre.
   La figura di Beatrice scomparì presto dalla storia d'Italia, per lasciare libero il campo alla contessa Matilde, ereditiera di Bonifacio, continua tricc della sua politica feudale.
   Frattanto, morto Bonifacio, i suoi sudditi avevano avuto un po' dì respiro e s'erano sempre rinvigorite quelle aspirazioni delle popolazioni che preludevano all'instaurazione dei governi popolari o dei Comuni. Questo movimento era anche aiutato dal grave dissidio scoppiato tra gli ecclesiastici a cagione del loro celibato obbligatorio o non, della simonia, della investitura dei benefizi ecclesiastici ed altri consimili quistioni, prima, e tra la Chiesa e l'Impero poscia. Indebolendosi sempre più in tale conflitto, il prestigio dell'autorità civile e dell'autorità ecclesiastica, andava sorgendo e prendendo piede fra le due l'autorità popolare, costretta a provvedere alle contingenze ed agli interessi immediati della città.
   Nel 1053 papa Leone IX, di ritorno dalla Germania, volendo porre un freno agli abusi ed alle scosti)matezm che si avveravano fra gli ecclesiastici e volendo del pari dettare le nonne necessarie a regolare la delicata faccenda delle investiture, fermossi a Mantova e quivi indisse un Concilio di vescovi per trattare tale quistìone. Accorsero i vescovi lombardi e d'altre regioni, non tutti con animo ossequente al pontefice e favorevoli al Concilio; ma i più anzi con animo deliberato di mandarlo a monte e farlo abortire. Infatti, sì bene seppero maneggiare le cose gli avversari del Concilio, elio proprio nel giorno in cui dovevasi adunare nella Basilica maggiore della città e mentre il pontefice, colla Corte ed il seguito suo, vi si recava processionahiieute, scoppiò un gravissimo tumulili per le vie e sulla piazza circostante alla Basilica, volarono saette, vi furono morti e feriti, e lo stesso papa corse pericolo ili lasciarvi la vita se non fossero stati pronti i suoi servi a difenderlo ed a trascinarlo noli interno della chiesa, che fu tosto barricata. 11 Concilio fu subito sciolto e papa Leone lasciata sollecitamento