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l'arte Seconda — Alta Italia
pontefice Benedetto XII. Fu assai abile nel destreggiarsi fra gli avvenimenti turbolenti del suo secolo, avendo per programma unico di aumentare la ricchezza e la potenza della propria famiglia. Morì nonagenario nel 13(50. dopo una signoria tenuta per oltre trentanni. Gli successe Guido, suo secondogenito, essendogli premorto il primogenito Filippino.in età già avanzata, uomo d'animo mite e generoso, ricordato specialmente per la grande amicizia che lo univa a Francesco Petrarca. Governò per otto anni lo Stato, durante i (piali dovette sostenere varie guerre, in particola!- modo coi Visconti di Milano, crescenti 111 ambizione quanto più sapevano accrescere il loro dominio. Mori nel 1369, dopo essersi associato nel governo il figlio Ludovico II, al quale fu pure conferita la dignità di vicario imperiale. Sebbene Ludovico facesse presagire male di sè, per avere in gioventù, per gelosia, ucciso il proprio fratello Ugolino, assunto al governo della città, fu contro ogni aspettazione fra i migliori signori che questa abbia avuto. Seppe mantenere la pace tanto all'interno che fuori, abbellì la città dì monumenti e di opere utili; completò la fabbrica del palazzo Ducale colla erezione del castello di San Giorgio, opera da lui affidata a Battolino dì Novara; protesse le lettere e le arti e per consiglio del Petrarca aprì una pubblica Biblioteca per gli studiosi. Morì nel 1382 dopo quasi veut'anni di domìnio e vuoisi per crepacuore, causato dalle nozze contratte a suo dispetto dal figlio Giaufrancesco con Agnese Visconti, figlia di Bernabò Visconti, la quale, macchiatasi d'adulterio con uno Scandiano, giovane addetto alla Corte, fu processata ed insieme al suo complice decapitata nel 1391, non senza sospetto negli storici che — pur restando vero il fatto dell'adulterio — il Gianfran-cesco Gonzaga non fosse spiacente di quella soluzione, che gli rendeva possibile, a brevissima distanza dalla morte della moglie, di impalmare Margherita Malatcsta, sorella a Carlo suo cognato, e della quale sembra fosse vivamente invaghito. Giaufrancesco fu implicato in tutte le guerre che nel suo tempo turbarono la Lombardia ; viaggiò inoltre in Francia, in Germania ed in Terra Santa, il che a quei tempi non era cosa tanto comune. Morì nel 1107, lasciando a successore il figlio Giaufrancesco II di 13 anni, sotto la duplice tutela dello zio materno Carlo Malatesta, signore di Rimini, e della Repubblica di Venezia.
Giaufrancesco II ebbe dall'imperatore Sigismondo il titolo di primo marchese dì MaiìtOVa, e seguendo tale nuova denominazione sono designati nella storia i suoi successori. Fu implicata nelle guerre che per quasi tutta quella prima metà del secolo XV si combatterono fra Filippo Maria Visconti e la Repubblica di Venezia. Prese le parti dei Veneziani, si trovò col Carmagnola alla battaglia di Maclodio e caduto quegli in disgrazia ebbe il grado di comandante generale delle armi della Repubblica. Jla più tardi, rottosi con Venezia, passò col Visconti: e perchè alcuni Veneti suoi prigionieri lo avevano chiamato traditore, fece toro strappare la lingua. Messo fra due contendenti assai più forti di lui, il duca di Milano e la Repubblica di Venezia, subì la sorte del terzo fra i due litiganti; ma non godendo, perchè la pace di Cavriana, conclusa tra Venezia e Milano, gli tolse, tanto dal lato dei Veneziani che da quello del Visconti, buona parte dei suoi domimi Ma più tardi, abilmente conducendosi, seppe ottenere, tanto da Filippo Maria Visconti che dalla Serenissima, la infeudazione delle terre toltegli e dì altre ancora. Morì nel settembre del 1414. Tenne Corte splendida, promosso le lettere e le arti e curò molto l'abbellimento della città.
In questo periodo motte famiglie italiane profughe per vicende politiche dalle loro città vennero a stabilirsi in Mantova, allettate dalla tranquillità, dalla sicurezza e dagli agi che vi sì godevano.
Ludovico, succeduto a Giaufrancesco, primo marchese, detto il Turco, a cagione della lunga ed ondeggiante sua barba, si destreggiò egli pure tra i Veneziani e Francesco Sforza diventato duca dì Milano, implicandosi ìli quelle guerre, che recarono non lievi danni ai suoi Stati. Seppe emanciparsi dalla sudditanza o vassallaggio