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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Seconda — Alta Italia
   infantili, tanto tli Rivarolo clic eli Credale; la Congregazione di carità, amniinistratrice di lasciti elemosinieri e dotali; l'Ospedale, ecc. Fra le istituzioni di previdenza ed educative va ricordata la Società operaia di mutuo soccorso con sezione femminile.
   La frazione di C-ividale è un discreto passetto d'aspetto essenzialmente rurale, a 4 chilometri circa dal capoluogo del Comune; ha, come si è detto, scuole comunali ed anche una chiesa parrocchiale propria.
   Il territorio di Rivarolo Fuori, fertilissimo ed attivamente coltivato, produce cereali, lino, foraggi, viti e gelsi. Vi si alleva molto bestiame ed importantissima è la produzione dei bozzoli. L'industria è rappresentata da una fornace per laterizi e da un opificio per la trattura della seta con 153 operai.
   Cenno storico. — Rivarolo Fuori ha origini antichissime ed è comune credenza negli storiografi cremonesi che debba il suo nome dall'essere stato in riva all'Adda, la quale, dicono, prima che il Po facesse l'enorme suo gomito in vicinanza di Cremona, aveva corso assai più lungo e più marcatamente diretto a sud-est. Tale mutamento di letto del fiume sarebbe avvenuto, secondo il Bresciani, nell'anno 1100, dopo una straordinaria piena. Della chiesa plebana di Rivarolo Fuori, sotto l'invocazione di Santa Maria in Ripa, è menzione in molte carte delle Curie cremonesi — dalle quali il paese sempre, dipese e dipende ancora per l'amministrazione spirituale — saliente tino al 1017, quando Ubaldo, vescovo di Cremona, ne ricevette da Arrigo VI rinvestitura. Durante il periodo comunale Rivarolo Fuori appari come castello ben fortificato, soggetto sempre al Comune di Cremona. Nel 1414 se ne impadronirono i Veneziani, che ne investirono il loro fidato amico Gianfranccsco Gonzaga signore di Mantova. Francesco Foscari, doge di Venezia, nel 1431, riconfermò con speciale diploma tale investitura. Sotto il dominio dei Gonzaga, nel 14®, Rivarolo eresse la sua massiccia Torre dell'Orologio; nel 1572 fu abbellito da Vespasiano Gonzaga, Più tardi Scipione Gonzaga, duca di Sabbioneta e principe di Rozzolo, ne fece riattare ed in gran parte anche ricostruire a nuovo le mura, cadenti per antichità. Fu questo il momento di maggior splendore per Rivarolo Fuori; più tardi, decadde per la pestilenza da cui fu afflitto e le guerre, tra cui il saccheggio sofferto per opera dei Franco-Sardi-Estensi nel 1647-48 durante l'assedio fallito di Cremona.
   Coli, elett. Rozzolo — Dioc. Cremona — P'J locale, T. e Str. ferr. a San Giovanni in Croce.
   Rodigo. — Questo Connine, appartenente al distretto amministrativo di Bozzolo e nello stesso tempo al soppresso mandamento di Marcarla, fu — per effetto della legge 30 marzo 1890 — aggregato al mandamento giudiziario di Mantova II (vedi pag. 250).
   San Martino dall Argine (3336 ab.). — Il territorio di questo Comune si stende ad est di Rozzolo, dalla sponda destra dell'Oglio, o meglio dall'alta riva od argine dal quale il Comune trae il suo aggiuntivo, fino al confine con la provincia di Cremona. Oltre del capoluogo il Comune si compone delle frazioni di Belvedere, Casale, Cà dei Passeri. — San Martino dall'Argine, capoluogo (30 m.), è un grosso borgo d'oltre 3000 abitanti, sulla strada provinciale da Cremona a Mantova, che attraversando l'abitato ne forma la via principale, fiancheggiata talora da edifizi moderni e di civile aspetto. Notevole la chiesa parrocchiale con titolo di prioria; il borgo ha inoltre altre due chiese sussidiarie. Ha buone scuole ed Asilo infantile e Congregazione di carità.
   11 territorio di San Martino dall'Argine, ben irrigato e lavorato con cura, produce cereali d'ogni specie, lino, foraggi, viti e gelsi. L'allevamento del bestiame e la produzione dei bozzoli sono le industrie del luogo di maggior sussidio all'agricoltura.
   Cenno storico. — Un diploma del re longobardo Desiderio, datato dall'anno 759, assegna questo territorio ai frati Benedettini di Leno. Più tardi San Martino dall'Argine appare infeudato, col titolo di contea rurale, ad un tale Gnrsidario, che, vero capo dì masnadieri, metteva a saccheggio ed a fuoco i territori circonvicini. Nel 1306, dai