Msiiulaiuenti e Comuni elei Distretto di Castiglione delle Stiviere
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contiene i ritratti dei generali austriaci che presero parte alle campagne d'Italia dal 1818 al 1866.
L'abbaino della gran torre è coperto da una pietra della superficie di 6 metri quadrati, sulla quale leggesi la seguente epigrafe:
la battaglia ni
solferino e san mailtino costò :
Alla Francia: 2 generali, Augier e Doen; 7 colonnelli, Jourjnn, Laure, Lacrnix, Prout.ta, Capin, Mallevine, Donay; 200 altri ufficiali e 6500 soldati.
All'Italia: i generale, Arnaldi; 3 colonnelli, Catturati, Berretta, P.alegno; 76 altri ufficiali e 2200 soldati.
italiano ciie ftul venisti rammenta questi nomi e queste cifre
Il territorio di Solferino, abbastanza fertile, dà cereali, frutta, viti, gelsi. Importante sopratutto vi è la produzione dei bozzoli
Cenno storico. — Pochi luoghi hanno come Solferino tanta celebrità nella storia contemporanea e questa celebrità gli viene dalle grandi battaglie combattutesi sul suo territorio, che fu, si può dire, la determinante fortunata della ricostituzione dell'Italia In paese indipendente dall'oppressione straniera. I)i fronte a quest'ultimo e grandioso avvenimento, ch'ebbe incalcolabili conseguenze politiche, scompaiono tutti gli altri fatti d'armi, e 11011 son pochi nò di lieve importanza, avvenuti nei dintorni (li Solferino e della sua vetusta torre, dal 1000 sino ai tempi nostri,
Battaglia di Solferino,
Dopo la battaglia di Magenta ed il combattimento di Melegnano gli Austriaci avevano precipitata la loro ritirata sul Mincio, fiume dietro al quale si doveva credere che andassero concentrando tutta la loro resistenza. Era dunque urgente che l'armata franco-italiana occupasse al più presto possibile 1 punti delle, alture che si estendono da Donato a Volta e che formano, al sud del lago di Garda, un agglomerato d'ondulazioni scarpate, di collinette abbandonate dagli Austriaci nel loro mo vi® ento di ritirata. Secondo l'ordine generale dato da Napoleone III, la sera del 23 giugno, l'armata di Vittorio Emanuele doveva portarsi su Pozzolengo, il maresciallo IJaraguay-d'Hilliers col 1° corpo francese su Solferino; il maresciallo Mac-Mahon col 2° corpo su Cavriana; il maresciallo Canrobert col 3° corpo su Medole ed il generale Niel col 4 corpo su Guidizzolo ; infine la Guardia Imperiale, sotto il coniando del maresciallo Piegnault di Saint-Jean d'Angely, doveva dirigersi su Castiglione delle Stiviere, mentre le due divisioni di cavalleria della linea prenderebbero posizione, nella piana tra Solferino e Medole. Inoltre era stato deciso che questi diversi movimenti comineierebbero alle due del mattino, affine di evitare l'eccessiva caldura del giorno.
Per parte sua, durante la notte del 23 al 24, prendendo l'offensiva, l'armata austriaca aveva passato il Mincio a Goito, Valeggio, Monzambano e Peschiera ed occupava nuovamente le posizioni poco prima abbandonate. Era il piano seguito dopo la battaglia di Magenta, consistente cioè noli' evacuare tutte le posizioni prima tenute per concentrare, accumulare sul Mincio forze formidabili e riprendere poscia l'offensiva. Così gli Austriaci erano pervenuti a concentrare nove corpi d'armata sotto il coniando supremo dell'imperatore Francesco Giuseppe, presentanti un insieme di 250.000 a 270.000 uomini, che s'avanzavano verso il Chiese coprendo la piana e le alture. Questa forza immensa sembrava essere divisa in due armate, delle quali l'ima, quella di destra, doveva impadronirsi di Castiglione e Fonato; l'altra, quella di sinistra, di Montichi ari. Così le due armate muovevano, senza saperlo, l'ima contro l'altra e s'incontravano inopinatamente, il che 11011 torna a lode della previdenza dei rispettivi capi. Appena i