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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Distretto di Castiglione delle Stiviere
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   della Guardia, diretta (lai generali Leboeuf e Sévelinges, die la stabilirono allo scoperta a 300 metri dal nemico. Questa manovra decise del successo del centro.
   Mentre la divisione Forey s'impadroniva del cimitero ed il generale Bazaine lanciava le sue truppe sul villaggio, i Volteggiatori ed i Cacciatoi « della Guardia imperiale si slanciavano impetuosamente, con replicati assalti, al piede della torre che domina il castello. È la torre detta la Spia d'Italia, perchè da tutti i punti dell'orizzonte si vede rizzarsi la sua massa nera, come sentinella vigilante sulla sommità della eminenza ch'essa corona,
   Tutte le ondulazioni delle colline che circondano Solferino furono successivamente conquistate ed alle 3 l/t gli Austriaci evacuavano le posizioni sotto il fuoco delle artiglierie francesi coronanti tutte le alture conquistate e lasciando 1500 prigionieri, 14 cannoni e due bandiere. Durante la lotta sanguinosa che s'era compiuta intorno a Solferino, quattro colonne d'Austriaci si erano avanzate contro l'annata piemontese ed il Corpo dì Baraguay-d'llilliers; ma sei pezzi d'artiglieria, abilmente diretti dal generale Forgeat, avevano aperto un fuoco terribile su queste colonne costringendole a ritirarsi ili disordine completo.
   Cacciati gli Austriaci da Solferino e da Cavriana ben poteva dirsi assicurato l'esito della giornata. La battaglia peraltro non era ancor vinta su tutta la linea, 11011 minore dì 15 miglia geografiche in linea retta, da Medole — ove combatteva Niel — a San Martino, ove l'esercito piemontese era impegnato con forze nemiche quasi doppie delle proprie; più di 20 miglia seguendone le curve. Le ali si battevano disperatamente e 11011 senza qualche vantaggio per parte degli Austriaci. Alla destra il maresciallo Niel si trovava impegnato intorno a Medole colla sinistra austrìaca, e benché debolmente sostenuto dal maresciallo Canrobert riuscì a respingere il controattacco degli Austriaci, ì quali tentarono di girargli di fianco e prenderlo alle spalle. Durante questa fazione si scatenò il famoso uragano (erano circa le 4 pomeridiane) che d'un tratto fece sospendere il combattimento. Quando questo fu cessato, le truppe del corpo d'armata di Niel, che già avevano ricevuto i rinforzi da Canrobert, sapendo già della vittoria ottenuta dal centro a Solferino, ripresero con vigore l'attacco 0 riuscirono a respingere gli Austriaci, che verso le 6 erano 111 piena e 11011 ordinata ritirata. Si combatteva ancora ed ostinatamente su varii punti dalle truppe di Mac-Mah011, dalla GuaTdia imperiale ed a San Martino dalle truppe piemontesi, intente con ardore ammirabile (le brigate Pinotelo ed Aosta particolarmente) all'assalto delle formidabili posizioni del Boccolo, di San Martino, della Controcavia. Alle 6 della sera anche da questa parte la battaglia era vinta e gli Austriaci erano ili ritirata sopra il Mincio, che colla certezza della vittoria, contando sulla sterminata loro massa, avevano varcato nella notte. Alle 9 della sera il cannono tuonava ancora da lontano, molestando i vinti per parte dei vincitori e proteggendo per parie dei vinti la ritirata generale dell'esercito austriaco oltre il fiume.
   La battaglia di Solferino ebbe per effetto immediato la liberazione della Lombardia 0 le annessioni dei Ducati. Ove, cogliendo i frutti di tante vittorie, l'esercito degli alleati avesse continuata l'offensiva, un'altra e grossa battaglia fortunata avrebbe potuto determinare l'abbandono del Veneto por parte dell'Austria. Ma la politica prese il sopravvento sulla ragion di guerra, La Prussia, mobilitante truppe sul Reno e minacciante d'invadere il Lussemburgo, decise Napoleone a troncare le ostilità e ad accogliere, coll'armistizio di Villafranca, le proposte di pace.
   Non va scordato, che contemporaneamente alla notizia dell'armistizio di Villafranca, venne per gli Italiani del pari dolorosa la notizia delle dimissioni di Cavour, ch'era stato l'anima e la mente direttiva della politica italiana in questo fortunoso periodo.
   Colf elett. Castiglione delle Stiviere — Dioc. Mantova — P2 e T. a Castiglione delle Stiviere,
   Str. ferr. a San Martino,
   271 — JPmiE-Sa» voi. II.