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l'arto TVrza — Italia Centrale
III. — Topografia del Lazio,
Esposti così sommariamente la geografìa fisica del Lazio, ci rimane ora a trattare dei fiumi minori (riserbando al Tevere una trattazione a parte come merita) del pari che dei monti, colli particolari e città i cui nomi ci furon trasmessi dagli antichi scrittori.
Dei varii fiuinicelli che nascono alle falde dei monti Albani e corrono al mare fra le foci del Tevere ed Anzio, l'unico di cui siasi preservato il nome antico è il Numicus o Nimicim che puossi identificare coH'odierno L'io Torto, fra Lavinia e Ardea.
L'.lWwr«, che sgorga anch'essa appiè dei monti Albani presso Velletri e scorre di là in direzione sud-ovest, entra in mare un pò' più a sud del promontorio omonimo: essa è ora nota, nella parte inferiore del suo corso, sotto il nome di Fiume di Conca ; ma i varii fiumiciattoli onde si forma hanno ciascuno il loro nome separato.
Il Ninfeo, ricordato da Plinio (in, 5, s. '.»), e chiamato sempre La Ninfa, nasce immediatamente alla radici dei monti Lepini sotto appunto la città di Isorba (ora Norma): a' tempi di Plinio pare avesse un corso indipendente al mare; oggi shocca nel canale di navigazione poco dopo Treponfi, ed alimenta così il maggior cariale delle paludi Pontine, dagli Antichi appellato De cennovhts amnis e di cui con tanta festività parla Orazio a proposito del suo famoso viaggio a Brindisi (1).
Ma i fattori principali nella formazione di codeste vaste paludi sono l'Uff ente e YAmascno, defluenti ambidue dai monti Lepini, che uniscono le loro acque prima di giungere al mare e serbano i loro nomi antichi.
Lei minori liumerelli che gettansi nel Tevere ricorderemo la celebre Alita (ora Scolo del Cusale) di memoria nefasta presso i Romani per la sconfitta che vi toccarono, nel 390 av. C., da Uranio, feroce ed avido condottiero dei Galli, di che il giorno della fatai battaglia (1G luglio) passò 111 provèrbio col nome di Dies A Hi cash (giorno alliense) considerato sempre di cattivo augurio ed escluso perciò per legge dalla trattazione degli affari pubblici; sbocca 1 Allia nel Tevere a 18 chilometri sopra Roma.
Segue VAfono (ora Acquatacelo), torrente anche più piccolo che scaricasi nel Tevere proprio sotto la città, dopo aver ricevuto le acque A?\Y Acqua Ferentino, (oggi la Marrana degli Orti) che scaturiscono appi! dei monti Albani presso Marino e il rivo Albano (sempre così chiamato), che porta al Tevere le acque superflue del lago Albano, circa G chilometri e mezzo sotto Roma.
Le montagne del Lazio si possono classificare in tre gruppi principali
1 L'Apermino romano propriamente detto, comprendente i gioghi a ridosso di Tivoli e di Preneste del pari che i monti degli Equi e degli Ermci;
2 11 gruppo dei monti Albani, la cui vetta centrale e più eccelsa (monte Caro, 949 111.) era proprio il iwm Alhanus degli Antichi, mentre la parte prospettante Preneste e le montagne dei Volsci, era nota sotto il nome di ntmis Aìgidm0 monte Algido;
3 L'altro gruppo 0 la massa delle montagne dei Volsci, chiamato comunemente monti Lepini dai moderni geografi, quantunque non vi abbia autorità antica per questa denominazione. Il nome di mons Lepinus occorre soltanto in Calumell» (x, 131) come quello di una montagna in vicinanza di Signia, l'attuale monte Impone (1378 metri).
I montes Cornicnlani, così detti da Dionisio (1, 10), dovevano essere evidentemente il gruppo staccato di picchi sporgenti in fuon e separati intieramente dalla giogaia principale, su uno dei quali sorge l'odierno paese di Monticelli, l'antica Corniculum, che dette nome a quei colli, situati fra il Tevere e il monte Gennaro.
II mons Saar, 0 monte Sacro, così celebre nell'istoria romana non è che una collina poco elevata sopra la pianura adiacente e situata di fianco al Teverone vicino alla via Noinentana.
U) Sat, 1, 5.