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Parto Terza — Italia rientrale
e Corioli, città tutte di cui il luogo esatto è sempre materia di dubbio, ma clte si ha a cercare per fermo in questa vicinanza.
Tra la regione Laurentina (Laitrens tractus), com'era spesso chiamato il distretto boschivo presso il mare, e la via Appia era un tratto piano ed aperto a cui (o ad una parte del quale) davasi il nome di Campo Selenio (Solonium) ; ed entro i limiti di codesto distretto, più verso il Tevere, Tellene e Politorio, del pari che, probabilmente, Apio!a. Boville, alle falde dei monti Albani, e appunto a mezzodì della via Appia, era all'una estremità del medesimo tratto, mentre Ficana stava all'altra, immediatamente presso il Tevere.
Nella porzione della pianura della Campagna che stendesi dalla linea della via Appia alle radici deU'Apennino fra l'Anio e i monti Albani l'unica città di cui noto è il sito era Gabii sulla via Prenestina, a 19 chilometri e mezzo da Poma ed alla medesima distanza da Preneste.
Più vicino all'Apennino stavano Scapi in (oggi G olite ino) e Pedo (Pedum) come anche probabilmente Querquetidum (oggi Corcolle); mentre Labico occupava il colle detto ora La Colonna quasi appiè del gruppo Albano.
Nel tratto che stendesi a sud fra gli Apennini a Preneste e i monti Albani sì da collegare la pianura della Campagna col paese degli Pmici nella valle del Trero, o Sacco, erano situate Vitellia, Toleria e probabilmente anche Itola ed Ortona, quantunque il sito esatto di tutte quattro sia materia di dubbio.
Ecetra però, che comparisce nell'istoria quale una città volscia e non è mai mentovata come latina, doveva essere situata entro i limiti del territorio latino, probabilmente alle falde del monte Lupone od all'estremità nord delle montagne dei Volsci presso l'odierno Supino.
Oltre tutte queste città, che nei tempi primitivi del Lazio formavano parte della Lega Latina od erano coinecchesia cospicue nell'istoria di Roma, noi troviam ricordate in Plinio alcune città più piccole esistenti sempre a' dì suoi ; delle quali quella eh' ei chiama Fabienses in monte Albano si può collocar con certezza a Bocca di Papa, il più alto villaggio sul monte Albano, e l'altra dei Castrimonienses, & ila) in), presso il luogo di Alba Longa.
La lista data da Dionisio (v, 61) delle trenta città onde componevasi la suddetta Lega Latina sarà da noi riprodotta nella Storia del Lazio; direni qui intanto che, dei nomi compresi in essa, Bubcnlum è intieramente ignoto e deve essere scomparso in un periodo primitivo. Carventum è noto soltanto dalla menzione dell'/Ir/- Carventana in Livio (iv, 53, 55) durante le guerre con gli Equi ed era probabilmente situato in qualche punto della frontiera di quel popolo all'incirca dove sorge l'odierna Rorcamassima, mentre due dei nomi, i ForUneiì e i Tri crini, sono affatto sconosciuti e probabilmente corrotti. I primi possono essere i Foretii di Plinio o fors'anco i Forentani dello stesso autore, ma ambidue ugualmente ignoti
Oltre codeste, Plinio (1) registrò ancora una lunga serie di città esistenti un tempo nel Lazio ma scomparse intieramente a' dì suoi. Fra queste molte ne troviamo ben note nell'istoria e già ricordate, come Satrico, I'omezia, Scapzia, Politorio, Tellene, Genina, Ficana, Crustumerio, Ameriola, Meditili», Corniculo, Antenne, Camelia, Colla zia.
A queste egli aggiunge due altre città che sono per fermo di carattere mitico: Saturnia, che vuoisi sorgesse sull'area ove fu poi costruita Roma, ed Antipoli sul Gia-nicolo; ed aggiunge tre altri nomi, Sulmo, o Sulmona, non mentovata da altro scrittore, Norbe, che sembra una ripetizione della ben nota Norba già registrata da lui fra le città elei Lazio (§ 14), ed Amitino od Amiterno, di cui non rinviensi traccia tranne che nella ben nota città omonima nei Sabini.
(lj Clara oppida, in, 5, s. 9, § 08.