Il I.azir»
11
Ma, dopo aver mentovato codesto città conio estinto, Plinio agghiugR un'altra lista di pupilli,o comunità, avvezzi a partecipare con esse nei sacrifizi sul mosto Alitano e elici erano somigliantemente decaduti. Secondo Tinterpunzione proposta dal Nielmltr ed adottata dagli ultimi editori di Pliuicl ci li classifica collettivaiueute come pattuii Alhemes o li dinnmera nella maniera seguente: Albani, A esulimi, Annusi, Abolnni, liubetaui, Bolani, Cnsiietani, Coriolani, Kulenati, Forezii, Latiuieusi, Longulani, Ma nati, \lacrali, Mutncniuousi, Motiieusi, Nnminieiisi, Ollicnlani, Ottokmi, Ortensi, Padani, Polluscini, Querqiietnlaiii, Sicaui, Sisolensi, Toleriensi, Tuziensi, Viniitellarii, Velieusi, Veiietulaiii, Vitelleusi.
Hi codesti molti c strani nomi, nudici si riferiscono a città ben note (Alba, Esula (Acsiif(?), Bolo, ('orioli, Fidene, Bougnla, Pedo, P oliti.sca, Quorquetula, Tolerio e Vitellia). 1 liubetaui poi sono per ferino i Bubentaui di Dionigi già monto va ti; i Forezii possono essere probabilmente ì Fortiuei dello stesso autore; gli Ortensi sono per avventura gli abitanti della città, detta da Livio, Ortona; i Mono usi potrebbero essere gli abitanti della città detta poi Castrimenio; ne rimangono sempre sedici intieramente sconosciuti.
NcH'islesso tempo solivi molti indizii che il catalogo è desunto da fonti autentiche e fu probabilmente copiato da Plinio da qualche autorità più antica. La congettura del Nielmltr perciò, che noi abbinili qui l'elenco delle città soggette o dipendenti da Alba, desunto da ini periodo in cui esse formavano una separata e stretta lega con Alba stessa, è almeno plausibile in sommo grado. La notizia nell'elenco dei Velieusi è una valida conferma di ciò se noi li possiam supporre abitanti del colle di Roma detto la Velia, noto a noi come avente ima parte importante negli antichi sacrifizi del Settimonzio.
Com'è da aspettarsi dall'interesse particolare del subbiotto, le opere sulla topografia del Lazio sono assai numerose, ma le antiche hanno poco valore. Il Cluverio, al solito, pose un saldo e sicuro fondamento, il quale, con le critiche e le correzioni dcll'Olstenio, vuoisi considerar come base di tutte le indagini successive.
Le opere speciali del Padre Kircher (1) e del Volpi (2) contengono poche cose di valore. Dopo clic il Cluverio ebbe accuratamente riunite e rivedute le antiche autorità, il grande requisito era una disamina diligente e sistematica dei luoghi e degli avanzi ancora esistenti e l'ispeziono geografica del paese. Ciò fu eseguito in gran parte dall'inglese Sii Guglielmo Celi (la cui ottima mappa dei dintorni di Roma è una guida preziosa per l'indagatore storico) e dal professore Nibby (8).
Wcstphal, nella sua opera: Die Ilomische Rampogne in topographischen und anti-quarischer Ilinsicht (Berlino, 1829), pubblicata prima di quella del Geli e per conseguenza con imperfetti sussidii geografici, mirò principalmente a rintracciare le antiche strade ed è, a tal riguardo, della massima importanza. L'opera posteriore del Dormami: Alt-Latinische Cliorographie und Stadte-Geschichte (Halle 1852), contiene un esame accurato degli autori antichi del pari che delle indagini dei moderni esploratori, ma non è basata sopra nuove indagini topografiche. Nonostante i lavori del Nibby e del Geli, molto rimali sempre a fare a questo riguardo ed un'opera che accoppiasse i risultati di siffatte indagini con una sana erudizione ed uno spirito critico giudizioso sarebbe un contributo prezioso all'antica geografia e topografia del Lazio (4).
(1) FWks Lalium. Amsterdam, 1671.
(2) Vélas Latiuin profumini et sacrum. Roma, 1704-171S, in 1G\ voi. IV.
(3) Sir W. Gell, Topograplty of Rome and its Viciniti/ con ampia mappa. Londra, 1834, in 2 voi., jjA edizione, 1S46. — Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della Carla ilei dintorni di Homo. lloma, 1S37, 3 voi., 2a edizione, 1849. L'opera primitiva dello stesso autore: Viaggio antiquario nei contorni di Roma, 1819, in 2 voi., è di poco valore.
(4) Di capitale importanza per la conoscenza topografica dell'antico Lazio è anche il voi. XIV del Corpus Inscriptinuiim latinarum, e come il migliore lavoro grafico, smora pubblicatosi, vuoisi ricordare la carta del Latium retus edita dal kiepert.